Le 5 verità di Atalanta-Arsenal 0-0: Retegui sbaglia il rigore, ma gioca alla grande. Calafiori merita spazio da Arteta

CHAMPIONS LEAGUE - Il match del Gewiss Stadium ha ditto che contro la Dea chiunque può fare fatica. Il rispetto guadagnato dai bergamaschi è la vittoria più bella di mister Gasperini. All'Arsenal manca invece qualcosa per fare il salto definitivo: non può bastare sempre il compitino. Retegui ha già fatto passi da gigante, al di là del rigore sbagliato. E con Calafiori ne vedremo delle belle.

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Video credit: Eurosport

Un risultato di spessore, con un pizzico di rammarico. L'Atalanta non trema e strappa uno 0-0 all'esordio nella nuova Champions League contro l'Arsenal, dimostrandosi squadra di spessore assoluto anche ai livelli più alti del calcio europeo. Du seguito mle cinque verità che ha lasciato il match del Gewiss Stadium-

1 - parola d'ordine: intensità

Per competere a questi livelli serve correre, pressare, mordere. E l'Atalanta è ormai bravissima a interpretare le partite, mettendoci dentro la giusta foga e concentrazione. Manca certamente un pizico di qualità complessiva per potersi dire a livello delle big europee, ma sul piano dell'energia e dell'atteggiamento la Dea non ha davvero niente da invidiare a nessuno ed è anche per questo motivo che in tutta Europa è ormai considerata un'avversaria credibile, che merita il massimo rispetto e considerazione. Una delle vittorie più belle dell'epopea gasperiniana.

2 - difese protagoniste

Due splendide cerniere, quelle di Atalanta e Arsenal. E se per i londinesi di dubbi oggettivamente non ce n'erano visto il solo gol incassato in questa stagione prima della gara di Bergamo, i nerazzurri avevano invece scricchiolato più volte dimostrando di avere ben più di qualcosa ancora da sistemare. Al Gewiss si sono viste aree intasate, diagonali puntuali e soprattutto due squadre i cui effettivi hanno cercato in tutti i modi di aiutarsi. Sarà per questo che i giocatori di maggior qualità, come Rice e De Ketelaere, sono quelli che hanno fatto certamente più fatica ad imporsi sulla partita.

3 - NIENTE PAURA, RETEGUI C'è

Mateo non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Perché se è vero che gli errori dal dischetto e sulla successiva ribattuta pesano molto sul risultato finale, la prestazione del centravanti bergamasco è stata di livello assoluto. Può starci che al primo appuntamento in una competizione così importante le gambe possano tremare, ma nella gara dell'ex Genoa c'è tutto quel che si deve chiedere a un grande bomber: lavoro di reparto, coraggio nei contrasti, grinta e partecipazione alla manovra offensiva. Il salto di qualità sotto la gestione del maestro Gasp è già tangibile: inciderà presto anche in Europa, non serve rammaricarsi.

4 - questo arsenal non è pronto per vincere

Può una squadra di calciatori applicatissimi, fortissimi, convintissimi, dare l'impressione di essere così innocua? Quando tutto va bene i Gunners sembrano un'autentica corazzata, ma quando trovano di fronte a sé un'avversaria all'altezza, quando la posta in palio si alza, la squadra non sa a conti fatti proporre niente di diverso e di pratico. Una minestra insipida della quale Arteta, tattico e stratega brillante, è diretto responsabile per la sua incapacità di saper infondere ai suoi giocatori quel qualcosa in più, specialmente sul piano mentale. E questa remissività non può essere giustificata dalla sfida con il City di sabato prossimo: era l'esordio in Champions, serviva un segnale che non è arrivato.

5 - caLAFIORI è GIà PRONTO

Il suo ingresso in campo ha portato su di almeno 10-15 metri il baricentro dell'Arsenal, sorretto dal suo coraggio nell'attaccare palla al piede ogni spazio possibile. Il centrale azzurro in 20 minuti ha già dimostrato di essere pronto a ritagliarsi presto una maglia da titolare, che sia da centrale o ancor meglio da terzino atipico. Nessuna fretta, è giusto si adatti e prenda dimestichezza con una realtà d'elité e soprattutto un calcio molto diverso, ma Calafiori prosegue sulla falsa riga della passata stagione, dall'alto della sua splendida unicità tecnica e tattica.
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