Chi guadagna di più in Italia tra calciatrici e pallavoliste? Uno studio mostra che il volley è molto più remunerativo

Mentre l'Italia allenata dalla ct Milena Bertolini fatica a trovare la vittoria ed ha l'ultima occasione per rimanere dentro gli Europei, le azzurre del volley hanno conquistato la Nations League sconfiggendo il Brasile. Il divario tra i due sport non è solo nei risultati ma anche nella popolarità, nella storia, nell'appeal e di conseguenza nei ricavi e a cascata nei salari delle giocatrici. Dal 1° luglio 2022 in Italia le calciatrici sono considerate professioniste, dunque potranno stipulare contratti veri e propri e guadagneranno in media di più che in passato. Dovranno infatti percepire un minimo di 26 mila euro lordi all’anno, mentre il tetto massimo non esiste. Si ridurrà quindi la forbice, sebbene di poco, con il calcio maschile. E pure quella con le altre discipline femminili tra cui proprio il volley. Anche se la distanza al momento è notevole.

In occasione dell’Osservatorio dello Sport System, la Banca Ifis ha infatti mostrato uno studio sull’impatto del professionismo nel calcio femminile. E il dato più interessante riguarda il confronto con la pallavolo femminile italiana. Il gap è sostanziale: le pallavoliste guadagnano molto di più. I ricavi delle squadre sono superiori del 122% a quelli medi dei club calcistici. Dunque, sono maggiori gli ingaggi: il divario tra Serie A1 di volley e Serie A di calcio femminile è di circa 3,5 volte; una pallavolista ottiene in media 100.000 euro, oltre 5 volte in più di una calciatrice.

I numeri sono però destinati a cambiare in futuro. Se ci sarà una crescita nel numero di calciatrici e degli spettatori il calcio potrà avvicinarsi alla pallavolo in quanto a ricavi. Ovviamente tanto dipenderà da come sarà venduto il prodotto “calcio femminile”. Se crescerà l'interesse, potrà prendere vita un meccanismo virtuoso che spingerà sempre più generazioni di bambine a scegliere di intraprendere la strada delle calciatrici.