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Assalto al pullman del Boca, guerriglia fuori: River-Boca è rinviata a domenica alle 21:00

Simone Eterno

Aggiornato 25/11/2018 alle 00:08 GMT+1

Eventi surreali prima della finale di ritorno di Copa Libertadores tra River Plate e Boca Juniors. Un assalto con pietre e gas urticanti al pullman del Boca manda nel caos tutta l'organizzazione. Tre giocatori del Boca finiscono in ospedale, Conmebol e FIFA premono per giocare ma dopo 2 ore e mezza di attesa prevale il buon senso: partita rinviata a domenica alle 21:00 italiane.

River Plate fans wait for the kick-off in their delayed clash with Boca Juniors (Natacha Pisarenko/AP).

Credit Foto PA Sport

Tutti temevano potesse succedere qualcosa del genere. E alla fine, follia, è stata. Un assalto al pullman del Boca Juniors, diretto allo stadio Monumental per la finale di ritorno di Copa Libertadores 2018 contro il River Plate, ha portato al rinvio della partita.
Ci sono volute però quasi 2 ore e mezza prima che la Conmebol – con il supporto della FIFA – arrivasse alla decisione con più senso logico.
Ma andiamo con ordine e ripercorriamo la follia che a Buenos Aires ha portato all’escalation di tutti i fatti.
Tutto è iniziato poche ore prima della partita, quando il passaggio del pullman del Boca Juniors ha scatenato l’azione criminale di alcuni “tifosi” del River. Contro il pullman degli Xeneizes è volato di tutto, dalle pietre ai gas urticanti.
Come risultato – che potete vedere nel tweet qui sotto – alcuni giocatori del Boca sono finiti in ospedale. Tre, dicono le cronache. Con certezza uno, Pablo Perez, che ha dovuto ricevere cure mediche.
La fase grottesca della vicenda però inizia proprio in questo momento. Una volta arrivati allo stadio i giocatori del Boca, così come quelli del River, hanno subito pressioni da parte della Conmebol – e dello stesso presidente della FIFA Gianni Infantino – affinché la partita si giocasse in ogni caso.
In un comunicato grottesco, infatti, la Conmebol sosteneva che dopo aver visitato i giocatori del Boca Juniors e aver riscontrato qualche ferita e qualche problema agli occhi dovuto ai gas urticanti, non ci fosse alcun motivo per cui la partita non dovesse venire giocata.
E’ così iniziato un lento posticiparsi di orari ufficiali. Dalle 21:00 alle 22:00. Dalle 22:00 alle 22:20. Dalle 22:20 alle 23:15. Nel scorrere del tempo, dei minuti, delle dichiarazioni, dal Monumental arrivava di tutto. Dentro, le parole di alcuni protagonisti, come l’allenatore del River Gallardo che chiedeva solidarietà per il Boca; o quelle del leader storico degli Xeneizes Carlos Tevez, che diceva senza troppi giri di parole “Conmebol e FIFA vogliono che si giochi”.
Nel mentre lo stadio Monumental si era chiaramente gremito, in attesa dell’inizio alle 23:15 italiane. Scattato l’orario però e senza squadre in campo, né tanto meno formazioni ufficiali, è arrivato l’ultimo comunicato. Alle 23:24 ora italiana, ovvero quasi 3 ore dopo l’assalto al pullman del Boca, l’annuncio: la finale di ritorno posticipata alle 17:00 locali di domenica (21:00 italiane).
Una decisione probabilmente dovuta anche agli scontri tra i tifosi del River rimasti fuori dallo stadio e la polizia. Una sorta di guerriglia sempre più aspra causata dal caos della situazione; in un clima sempre più incandescente fuori e surreale dentro lo stadio.
Si è conclusa così la “farsa” di un’attesa infinita per una partita, giustamente, mai iniziata. Sarà una lunga notte quella di Buenos Aires. Ai giocatori del Boca di fatto vengono concesse 24 ore in più per riprendersi dall’accaduto, prima di tornare in campo.
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I tifosi del River abbandonano lo stadio 3 ore dopo i continui rinvii. La finale Libertadores è posticipata alle 21:00 di domenica 25 novembre 2018

Credit Foto Getty Images

Vediamo cosa succederà domani. E se, soprattutto, il Superclassico più atteso di sempre avrà un risultato anche sul campo... Già perché quello fuori, senza dubbio, è una sconfitta per tutti gli attori pubblici e politici che ne hanno preso parte.
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