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COPPA D'AFRICA - Da Queiroz al vice sotorico di Renard, Beaumelle: le storie di tutti i ct della Coppa d'Africa

Stefano Fonsato

Aggiornato 14/01/2022 alle 22:55 GMT+1

COPPA D'AFRICA - Dagli allenatori autoctoni ai proverbiali "stregoni bianchi": tutti i commissari tecnici - e le loro affascinanti storie - della Coppa d'Africa numero 33.

Il commissario tecnico della Costa d'Avorio Patrice Beaumelle (Getty Images)

Credit Foto Getty Images

La Coppa d'Africa numero 33 e i suoi allenatori: come al solito ce n'è per tutti i gusti. In molti casi, ci si muove tra carneadi e vecchie conoscenze europee, che hanno trovato "casa" in giro per il continente africano, che proprio non riescono ad abbandonare. Storie affascinanti, veri e propri "Stregoni bianchi", seguaci di Claude Le Roy, assente per aver mancato la qualificazione col suo Togo. Dal "secondo" storico di Hervé Renard a ct autoctoni, con cui si bada al pragmatismo. Andiamo a conoscere tutti, insieme alle loro storie.
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1. Algeria - Djamel Belmadi

In patria è un autentico mostro sacro, specie dopo la vittoria della Coppa d'Africa 2019 contro il Senegal, con rete del solito bomber Baghdad Bounedjah, oggi appetito perfino dal Barcellona. L'ex centrocampista cresciuto nel PSG ed ex di Marsiglia, Manchester City e Southampton ha saputo dare grinta e cucire un ruolo specifico a una nazionale in cui la grande tecnica non è mai andata d'accordo con costanza e sostanza. Un aneddoto, anche divertente, di poche settimane fa: nella gara casalinga contro il Burkina Faso valevole per il primo posto del girone qualificatorio ai mondiali, Belmadi, algerino nato in Francia nel 1976 - avrebbe assoldato uno sciamano per contrastare "esercizi - a suo dire - di magia nera" condotti dai tifosi avversari. Com'è finita? 2-2 e Algeria prima e, quindi, agli spareggi per Qatar 2022.
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Djamel Belmadi.

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2. Burkina Faso - Kamou Malo

Classe 1963, è alla guida degli Stalloni dal 2019. Il Burkina Faso spera di compiere il percorso del 2013, interrotto solamente in finale dalla Nigeria. La nazionale si Ouagadougou resta una delle più solide del continente africano. In rosa, anche il figlio, Patrick Malo, di ruolo terzino sinistro.
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Kamou Malo, commissario tecnico del Burkina Faso (Getty Images)

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3. Camerun - Toni Conceição

Classe 1961, portoghese di Braga, è al comando dei Leoni Indomabili dal 2019. Ha una grande rosa e un'altrettanto grande occasioni tra le mali: portiere il Camerun al successo. Tecnico giramondo, vanta anche due Coppe di Romania e due Supercoppe conquistate alla guida del CFR Cluj.
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Antonio "Toni" Conceição, commissario tecnico del Camerun, 2021 (Getty Images)

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4. Capo Verde - Bubista

Pseudonimo di Pedro Leitão Brito, quasi esclusivamente "stanziale" a Capo Verde e nel calcio delle ex colonie portoghesi (giocò in Angola con la maglia dell'ASA tra il 1997 e il 2002, con cui è stato campione nazionale). Ex centrale difensivo classe 1970, fece giusto una comparsata in Europa nella stagione 1995-96 in quel Badajoz dei miracoli, capace di arrampicarsi sino alla seconda serie spagnola e giocando due partite, contro Getafe e Osasuna. Sempre da giocatore, ha collezionato 28 presenze con la nazionale capoverdiana, di cui è stato anche capitano. E che, dal gennaio 2020, guida anche da tecnico. Una curiosità: nel ruolo che ora ricopre ha sostituito una vecchia conoscenza del calcio italiano, ovvero Rui Aguas, ex attaccante portoghese che vestì - in Serie A e senza successo, né reti realizzate - la maglia della Reggiana nella stagione 1994-95, a 34 anni suonati, nell'ultima sua stagione da calciatore di successo essendo stato bomber indiscusso di Benfica e Porto a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta. Bubista prese in mano gli Squali Blu (piazzatisi secondi nel gruppo F a 10 punti) in corso d'opera del percorso di qualificazione interrotto per Covid, rendendosi protagonista di un'autentica impresa, regolando a Praia per 3-1 il Camerun, piazzatosi primo a quota 11 e partecipante alla fase preliminare per onor di firma, essendo paese ospitante di quella finale.
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Bubista, commissario tecnico di Capo Verde, 2021 (Getty Images)

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5. Comore - Amir Abdou

Francese di Marsiglia, classe 1972, alla guida della nazionale insulare dal gennaio 2014, dalle parti di Moroni viene considerato quasi una guida spirituali. La crescita dei Celacanti (con risultati di autentico prestigio quali i pareggi contro Marocco e Camerun, oppure, nel gruppo di qualificazione, la vittoria in Togo, oppure il pari contro l'Egitto, per quanto privo quel giorno di Mohamed Salah). Le isole Comore, grazie a lui, si affacciano per la prima alla fase finale della Coppa d'Africa.
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Il commissario tecnico delle Isole Comore Amir Abdou (Getty Images)

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6. Costa d'Avorio - Patrice Beaumelle

Negli ultimi giorni si è reso protagonista, in conferenza stampa dopo la sfida al Camerun costata l'eliminazione degli Elefanti dalla prossima Coppa del Mondo di Qatar 2022, di una polemica nei confronti della Fifa. Secondo il commissario tecnico nativo di Arles (città del sud della Francia gemellata con Vercelli), infatti, l'organo internazionale "uccide il calcio africano, mettendo a disposizione solamente 5 posti per il Mondiale, non tenendo conto di quanto sia tecnicamente cresciuto il calcio nel continente". Classe 1978, senza un vero e proprio passato da calciatore, come presenza scenica ricorda molto Hervé Renard, che ora guida l'Arabia Saudita. Renard, campione d'Africa con Zambia e Costa d'Avorio nel 2012 e 2015, di cui Beaumelle è stato proprio il suo storico "vice", seguendolo ovunque. Oltre alle due nazionali succitate, hanno guidato insieme anche Angola, Marocco e i club di USM Alger e Lille.
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Il commissario tecnico della Costa d'Avorio Patrice Beaumelle (Getty Images)

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7. Egitto - Carlos Queiroz

Allenatore/commissario tecnico che non ha certo bisogno di presentazioni: prima dei Faraoni, il tecnico classe 1953 di Nampula è stato uomo federale di Lisbona guidando la nazionale portoghese tra il 1991 e il 1993, per poi tornare a sedersi sulla panchina rossoverde tra il 2008 e il 2010. Sudafrica, Iran e Colombia. Secondo di sir Alex Ferguson al Manchester United, allenò - tra i club - Sporting Lisbona e, nel 2003-2004, il Real Madrid. Una stagione condita da una Supercoppa di Spagna, da un pessimo rapporto con Florentino Pérez e da un esonero dopo la bellezza di 5 sconfitte consecutive. Dal Cairo è stato assoldato appena l'8 settembre scorso per portare avanti con successo il percorso verso Qatar 2022 e disputare una Coppa d'Africa da squadra principale candidata al successo finale. Ha preso il posti dell'"autoctono" Hossam El Badry, con cui i Faraoni si sono qualificati per la fase finale del Camerun.

8. Etiopia - Wubetu Abate

Come Bubista per Capo Verde (peraltro prossimo avversario in Camerun), anche Abate ha preso in mano la sua squadra a metà del percorso qualificatorio, il 25 settembre 2020, portando la nazionale di Addis Abeba al secondo posto del gruppo K (quello con la Costa d'Avorio di Kessié, sconfitta 2-1 dal precedente commissario tecnico Abraham Mebratu. Ha speso l'intera carriera in patria, laureandosi campione d'Etiopia dieci anni fa alla guida dell'Ethiopian Coffe SC di Addis Abeba. E' amante del 4-3-3.

9. Gabon - Patrice Neveu

Francese, classe 1954, tra i commissari tecnici più esperti della competizione. E di quelli giramondo, già alla guida - in passato - delle selezioni di Niger, Guinea-Conakry, RD Congo (ex Zaire), Mauritania e Haiti, prima di fare la sua "apparizione" in quel di Libreville nel 2019.

10. Gambia - Tom Saintfiet

Belga, ex centrocampista di Westerlo e Lommel, nonostante i 48 anni suggeriscono un'età ancora verde nella professione di allenatore, Saintfiet è già arrivato alla sua ventunesima panchina. Di una carriera partita da "missionario del calcio", prima in Costa d'Avorio, nel Satellite Abidjan e, subito dopo in un posto "agli antipodi" come le Isole Fær Øer, tecnico del B71 Sandur, nella stagione 2002-2003. Da qui, nell'ordine: Telstar (Olanda), al-Gharafa (Qatar), nazionale Under 17 del Qatar, Cloppenburg (Germania), Emmen (Olanda), RoPS Rovaniemi (Finlandia), nazionale Namibia (dove ha conosciuto sua moglie zimbabwiana Cheryl), nazionale Zimbabwe (per sole due settimane, dopo essersi rifiutato di convocare solo calciatori militanti nel campionato locale), Shabab Al-Ordon (Giordania), nazionale Etiopia, Young Africans (Tanzania), nazionale Yemen, nazionale Malawi, Free State Stars (Sudafrica), nazionale Togo, nazionale Bangladesh, nazionale Trinidad & Tobago, nazionale Malta e, dal 2018 la nazionale del Gambia. E' qui che Saintfiet, che ha sempre conservato i propri incarichi per periodi molto brevi, sembra aver trovato casa, diventando eroe nazionale con la qualificazione degli Scorpioni per la prima volta a una fase finale di un torneo internazionale.

11. Ghana - Milovan Rajevac

Classe 1954, già ct delle Black Stars tra il 2008 e il 2010. Serbo ex Stella Rossa, con cui vinse campionato e coppa nazionali da allenatore nel 2003-2004, è tornato per sollevare la coppa continentale e portare il Ghana in Qatar.

12. Guinea - Didier Six, poi Kaba Diawara

Anch'egli 67 enne, ex ala della nazionale francese tra gli anni Settanta e Ottanta, sembrava destinato alla carriera da giocatore sin da giovanissimo quando nel 1986, ancora da calciatore, prese temporaneamente in mano le redini dello Strasburgo. Poi più niente fino al 2011, quando si diede all'Africa guidando il Togo per 3 anni e le isole Mauritius. A Conakry è arrivato nel 2019.
AGGIORNAMENTO AL 14 DICEMBRE 2021 - Poi, però, dopo qualche subbuglio in federazione, il ct francese è stato sollevato dall'incarico a pochi giorni dalla competizione. Al suo posto, il locale Kaba Diawara, classe 1976 ed ex attaccante di Arsenal, Marsiglia, Nizza e PSG.

13. Guinea-Bissau - Baciro Candé

Diventato una sorta di "santo" dopo aver qualificato i Licaoni alla Coppa d'Africa per la prima volta nel 2017 e nel 2019. Una storia di calcio che rema contro l'estrema povertà. Clicca qui per scoprirla.
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Coppa d'Africa 2017, il ct della Guinea Bissau Baciro Candé (LaPresse)

Credit Foto LaPresse

14. Guinea Equatoriale - Juan Michá Obiang Bicogo

Più semplicemente "Juan Michà". Un passato da calciatore in Spagna, al Fuenlabrada, prima di diventare un uomo "federale" che dalle parti di Bata (e in altre nazioni del continente africano) è un concetto che si mescola spesso e volentieri a "governo", guidato - si sa - dal dittatore militare Teodoro Obiang, zio di Pedro (centrocampista del Sassuolo). Ha allenato, in passato, Under 17, Under 20 e nazionale femminile.

15. Malawi - Meke Mwase, poi Mario Marinică

Classe 1972, ex difensore del campionato sudafricano (peraltro molto competitivo) con le maglie di Jomo Cosmos e Michau Warriors, Mwase è stato nominato ct ad interim nel 2019, guadagnandosi un contratto definitivo per i miglioramenti delle "Fiamme" confluiti, per l'appunto, nella qualificazione alla fase finale della trentatreesima Coppa d'Africa.
AGGIORNAMENTO - A dicembre inoltrato, panchina affidata al commissario tecnico rumeno (ad interim) Mario Marinică

16. Mali - Mohamed Magassouba

Ha iniziato anch'egli "ad interim", in attesa che la federcalcio di Bamako trovasse un "grande nome" in sostituzione del contestatissimo francese Alain Giresse, arrivato ultimo nel girone del terzo turno qualificatorio per i Mondiali di Russia 2018. Eliminato agli ottavi di finale della Coppa d'Africa 2019 (0-1 dalla Costa d'Avorio), è ancora in corsa per Qatar 2022, vincendo il girone della seconda fase e portando le Aquile allo spareggio finale. Uomo "di casa" e di grandissima esperienza, particolarmente apprezzato in patria.
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Il commissario tecnico del Mali Mohamed Magassouba (Getty Image)

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17. Marocco - Vahid Halilhodzic

Il commissario tecnico più "agé" di questa edizione. Classe 1952, bosniaco, tra le nazionali guidate ci sono Costa d'Avorio, Algeria, Giappone e, oggi, Marocco, col compito di riportare a Rabat, Casablanca e Marrakech il troeo continentale, dopo la prima e unica volta ad Addis Abeba nel 1976. Haliliodzic, lo ricordiamo, è stato anche un grande condottiero di squadre di club: ha allenato, in passato, Lille, PSG, Dinamo Zagabria, Nantes..
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Vahid Halilhodžić

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18. Mauritania - Didier Gomes Da Rosa

Ha raccolto un'eredità pesante, quella del francese Corentin Martins, esonerato in maniera deicisamente ingrata dalla federcalcio di Nouakchott dopo quattro gare senza vittorie tra settembre e ottobre nelle qualificazioni mondiali. Martins, al timone degli Almoravidi, guidati per la prima volta alla fase finale della Coppa d'Africa nel 2019, ha compiuto un lavoro di raduno e crescita della nazionali, andando alla ricerca di giocatori "elegibili" in Francia e non solo andando a spulciare nel loro albero genealogico. Lavorando con profitto, infine, in un paese non semplicissimo. Didier Gomes Da Rosa, parigino classe 1969, è alla prima esperienza da commissario tecnico, assoldato dalla Mauritania dopo un "double" (campionato e coppa) ottenuto in Tanzana con il Simba SC, dopo aver allenato (sempre in squadre di club), in Sudan, Egitto, Guinea, Egitto, Algeria e non solo.

19. Nigeria - Gernot Rohr, poi Augustine Eguavoen

Tedesco classe 1953, storico difensore del Bordeaux semifinalista di Coppa dei Campioni contro la Juventus nel 1985. Da allenatore, in Africa, ha iniziato dai club, tra i tunisini dell'Etoile du Sahel nel 2008-2009. Quindi, Gabon, Niger, Burkina Faso e Super Aquile, guidate ininterrottamente dal 2016.
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Gernot Rohr

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AGGIORNAMENTO DEL 14 DICEMBRE: EGUAVOEN CT AD INTERIM - "Ultimo momento" è l'arco temporale scelto dalla federcalcio nigeriana per sollevare dall'incarico il ct di nazionalità tedesco Gernot Rohr, alla guida delle Super Eagles dal 2016. Al suo posto, il ct ad interim Augustine Eguavoen, ex difensore nelle avventure mondiali di Usa 1994 e Francia 1998 e già timoniere in panchina tra il 2005 e il 2007 e nel 2010.
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José Peseiro

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20. Senegal - Aliou Cissé

Mister Senegal in persona. Altro commissario tecnico ben noto e che non ha bisogno di particolari presentazioni. Classe 1976, ex difensore di PSG, Birmingham City, Crystal Palace e Portsmouth, fu tra i grandi protagonisti dell'exploit del Senegal del compianto Bruno Metsu ai Mondiali nippocoreani del 2002.
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Aliou Cisse.

Credit Foto Getty Images

21. Sierra Leone - John Keister

E' una bella storia quella di John Keister, 51 anni, nato e cresciuto a Manchester da genitori della Sierra leone. Libero-centrocampista bandiera del Walsall tra il 1993 e 2000, ha chiuso la propria carriera tra i dilettanti inglesi dove ottenne anche due chiamate in nazionale. Nel 2017, a Freetown, si ricordarono di lui, assoldandolo in qualità di commissario tecnico.. Incarico lasciato nel 2019 dopo la squalifica delle "Leone Stars" per ingerenze del governo sul calcio. Ha però ripreso le redini della selezione nel 2020 riportandola alla fase finale della Coppa d'Africa dopo le sue due uniche partecipazioni nel 1994 e 1996.

22. Sudan - Hubert Velud, poi Burhan Tia

Francese classe 1959, in patria ha allenato tra seconda e terza serie francese, prima ritrovarsi ad allenare nel continente africano in Marocco, all'Hassania Agadir. Vincerà quindi un campionato algerino con l'ES Sétif nel 2013, un altro con l'MC Alger nel 2014 (più una Cappa e una Supercoppa, appena arrivato, sempre nel 2013 proprio contro la sua ex squadra). Quindi, i successi internazionali col Mazembe nel Congo ex Zaire: nel 2016, successo nella CAF Confederation Cup (l'equivalente africano dell'Europa League) e una Supercoppa africana. Ora, la prima chance sulla panchina di una nazionale.
AGGIORNAMENTO AL 13 DICEMBRE 2021 - Nonostante la straordinaria impresa, Velud è stato sostituito, dopo un cambio ai vertici della Federcalcio di Khartoum, dal locale commissario tecnico ad interim Burhan Tia.

23. Tunisia - Mondher Kebaier

Da calciatore fu bandiera del CA Biserta, squadra della sua città natale, di cui fu difensore. Classe 1970 non si è mai allontanato dalla Tunisia, allenato, oltre il Club Athlétique Bizertin, anche Djerba, Kasserine, Etoile su Sahel, Club Africin, Marsa ed Esperance di Tunisi. Alla guida delle Aquile di Cartagine dal 2019 in sostituzione (anch'egli, come Mohamed Magassouba due anni prima in Mali) del francese Alain Giresse.

24. Zimbabwe - Norman Mapeza

Classe 1972, nato nella capitale Harare, giocò tra difesa e controcampo in diverse squadre europee. Girò molto in Turchia, giocando anche nel Galatasaray e all'Ankaragücü. In Austria vestì la maglia del Ried. Tanta esperienza maturata, che oggi lo porta ad assolvere al doppio incarico di commissario tecnico e allenatore di club, in patria, alla guida del Football Club Platinum di Zvishavane.
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