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I Mondiali 1986

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Pubblicato 03/06/2006 alle 13:28 GMT+2

Seconda edizione ospitata dal Messico e secondo trionfo dell’Argentina, che bissa il successo ‘casalingo’ del 1978. La stella del Mondiale è una sola: Diego Armando Maradona, che segna in tutti i modi. Anche con la mano

A 16 anni di distanza la fase finale del Mondiale torna in Messico. Il paese centroamericano diventa così il primo della storia ad organizzare due edizioni della Coppa del Mondo. La scelta originaria era ricaduta sulla Colombia, che poi ha rinunciato per gravi problemi interni. Nonostante i forti terremoti che si sono abbattuti a poche settimane dal via dei Mondiali, gli stadi non risultano danneggiati e il torneo si disputa regolarmente.
A debuttare è l'Italia, campione del Mondo, che affronta la Bulgaria nel match inaugurale. In vantaggio con Spillo Altobelli, autore di tutti e cinque i gol azzurri, la nazionale di Enzo Bearzot viene raggiunta nei minuti finali da Sirakov per un pareggio che lascia l'amaro in bocca. Nello stesso girone è inserita l'Argentina di Diego Armando Maradona, che inizia subito con un successo sulla Corea del Sud per 3-1. C'è grande attesa per il confronto tra l'Italia e l'Albiceleste, che si mette subito nel migliore dei modi con il rigore trasformato da Altobelli dopo 6 minuti. Ma l'Italia viene raggiunta da Maradona, che al 34' realizza la sua prima perla di un Mondiale da incorniciare e manda virtualmente l'Argentina agli ottavi. La qualificazione azzurra arriva all'ultima giornata, con la vittoria per 3-2 sulla Corea del Sud.
Tutte le migliori passano agli ottavi e per l'Italia c'è subito la Francia di Michel Platini, arrivata seconda nel gruppo C per differenza reti negativa rispetto all'Unione Sovietica. Il verdetto del campo premia i transalpini, più tonici, che vincono 2-0 con un gol per tempo. Platini e Stopyra i marcatori. Finisce molto presto il Mondiale, deludente, dell'Italia, che non è stata in grado di ripetere le gesta emozionanti di quattro anni prima.
Escono agli ottavi due nazionali che avevano ben impressionato nella prima fase a gironi: l'Unione Sovietica, sconfitta ai rigori dal Belgio, e la Danimarca, capace di battere la Germania all'esordio e di dominare il gruppo E prima di venire demolita dalla Spagna (5-1) e da Butragueno, autore di quattro gol. Avanzano ai quarti Brasile, Argentina, Inghilterra, Germania e Messico.
Il quarto più atteso è quello tra Argentina e Inghilterra, di scena all'Azteca. Una partita che entrerà nella storia per il gol di mano di Maratona non visto dall'arbitro tunisino Bennaceur e per il gol da antologia che il Pibe de Oro realizzerà qualche minuto più tardi, partendo da centrocampo e dribblando mezza squadra per poi entrare in porta col pallone. Il solito Gary Lineker, capocannoniere del torneo con 6 centria, non basta ai britannici per evitare sconfitta ed eliminazione. Terminano tutte ai rigori le altre tre partite, con Spagna, Germania e Francia che estromettono dal torneo rispettivamente Belgio, Messico e Brasile.
In semifinale l'Argentina domina il Belgio con un'altra strepitosa doppietta di Diego Armando Maratona, mentre la Germania batte sempre per 2-0 la Francia con reti di due giocatori che diventeranno poi protagonisti nel campionato italiano con le maglie di Inter e Roma: Andreas Brehme e Rudi Voeller. Per la Germania si tratta della seconda finale consecutiva, per l'Argentina la possibilità di ripetersi otto anni dopo, stavolta possibilmente senza polemiche. La Francia nel frattempo batte 4-2 ai supplementari il Belgio e guadagna il terzo gradino del podio.
E' ovviamente l'Azteca, il 29 giugno, il teatro dell'atto conclusivo per l'assegnazione del Mondiale. Brown dopo 23 minuti porta in vantaggio l'Argentina, Valdano raddoppia al 55'. La partita sembra chiusa, ma i tedeschi hanno un'impennata d'orgoglio e in sei minuti riequilibrano il punteggio con Rummenigge e Voeller. Ma all'83' ci pensa Burruchaga a trafiggere Schumacher e a mandare nuovamente l'Argentina in paradiso.
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