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Vendée Les Herbiers, la favola della Coppa di Francia che riporta alla mitica impresa del Calais

Stefano Fonsato

Aggiornato 24/11/2023 alle 14:09 GMT+1

Una squadra di semiprofessionisti, espressione di una cittadina di 15mila abitanti e a metà classifica della terza divisione, sfiderà la corazzata PSG nell'ultimo atto della "Coupe du coeur". Una differenza di 538 milioni di budget e un giovane tecnico "ad interim" di origini sarde a caccia di un'impresa impensabile. Proprio come quella dei calesiani del "Don Chisciotte" Lozano, 18 anni fa.

La joie des joueurs de Les Herbiers

Credit Foto Getty Images

"La Vendée au Paradis". La Vandea in Paradiso. Ha titolato così L'Equipe l'indomani dell'impresa del Vendée Les Herbiers, che ha visto i rossoneri qualificarsi per la finale di Coppa di Francia. Nell'imponente cornice di Saint-Denis, il piccolo club di terza divisione (mai stato in Ligue 2, tanto meno in Ligue 1) ed espressione calcistica di un comune di 15mila 500 abitanti (Les Herbiers, per l'appunto), incontrerà il Paris Saint-Germain.
Farà i conti col calcio multimilionario, quello degli sceicchi, in una dimensione che, fino a quando non la si vivrà in prima persona, il prossimo 8 maggio, la si può solamente immaginare. Ma c'è tanto da raccontare riguardo questo confronto, che a molti ha subito ricordato la favola che i dilettanti del Calais scrissero al termine della stagione 1999-2000 contro il Nantes.

Les Herbiers e il "Paradiso all'improvviso" dei suoi 15mila abitanti

Nel piccolo comune della Francia occidentale, a pochi passi dall'Oceano Atlantico, nessuno - ovviamente - sta più nella pelle. A queste latitudini - tra le bellezze fornite dai castelli della Loira - locus amoenus a parte, le emozioni principali sono il "Puy du Fou" (un grosso parco divertimenti) e il fatto che nel 2011 la cittadina ha assistito al passaggio del Tour de France ospitando l'arrivo della prima tappa, partita da Passage du Gois, con la vittoria di Philippe Gilbert. Oggi, il calcio ruba il sonno a tutti gli abitanti della Vandea, uniti nel sogno del Les Herbiers, che ha scalato - proprio come in un gran premio della montagna - la Coppa di Francia. Torneo che, per il suo funzionamento, spesso e volentieri sa essere ancora più imprevedibile della FA Cup inglese. A questo proposito, i rossoneri hanno avuto una fortuna: grazie al sorteggio integrale sono riusciti sempre ad evitare l'accoppiamento con una squadra di Ligue 1, tanto che - addirittura - in semifinale si è assistito a un inedito confronto tra due formazioni del "Championnat National" (la terza serie francese, appunto) tra Les Herbiers e Chambly, vinta 2-0 dai primi, che in campionato navigano a metà di una classifica cortissima, distanziati di soli tre punti dalla zona retrocessione in cui è invischiato proprio l'avversario battuto in Coppa.
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La joie des joueurs des Herbiers, qualifiés pour les demi-finales de la Coupe de France aux dépens de Lens

Credit Foto Getty Images

Tutte le strade portano a Nantes

Il Les Herbiers, che vanta 99 anni di storia (contro i 48 del PSG), non avrà incontrato squadre della massima divisione ma ha superato quelle più prestigiose della seconda: ai quarti di finale, ne sanno qualcosa quelli del Lens, eliminati ai calci di rigore dopo lo 0-0 dei 120' con trasformazione decisiva del regista Sébastien Flochon, il capitano, lionese con passaporto italiano.
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Sébastien Flochon (Les Herbiers) face à Lens

Credit Foto Getty Images

Essendo stato sorteggiato in casa, il Les Herbiers non ha potuto usufruire del suo minuscolo impianto, il "Massabelle", in grado di ospitare appena 5mila spettatori. Così, ci ha pensato la "Beaujoire" di Nantes ad aprire i propri cancelli e a far registrare, incredibilmente, l'affluenza più copiosa allo stadio della stagione calcistica attuale della squadra guidata da Claudio Ranieri: per la semifinale contro il Chambly, ben 34mila 653, più di Nantes-PSG.

L'incubo di Lens e Auxerre

Andando a ritroso, agli ottavi di finale, il colpaccio era arrivato in casa dell'Auxerre (oggi in Ligue 2), sconfitto addirittura 3-0, grazie al rigore di Kévin Rocheteau e agli acuti della punta franco-ivoriana Ambroise Gboho e del solito capitan Flochon. Auxerre che, ai sedicesimi, aveva eliminato - guarda caso - proprio il Nantes alla "Beaujoire" con un rocambolesco 4-3. E pensare che, l'avventura in Coppa di Francia avrebbe potuto interrompersi subito per i rossoneri: nel secondo turno preliminare (i "64esimi", passateci il termine, di finale), il Les Herbiers stava perdendo 1-0 al "Massabelle" contro il Romorantin di quarta divisione, fino a una manciata di minuti dal fischio finale. Poi, all'84' e al 95', sono arrivati i gol della provvidenza della punta franco-camerunese Louis Bongongui e di Rocheteau, per il 2-1 conclusivo.
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Ambroise Gboho, attaccante del Vendée Les Herbiers (Francia) (Getty Images)

Credit Foto Getty Images

La Coupe "du coeur". E delle grandi rivincite

La Coppa di Francia, si diceva, sa regalare questi ed altri scenari ancor più affascinanti. Come la FA Cup è un vero e proprio "open" calcistico, in cui può partecipare anche la squadra del "pub" o, da queste parti, del "bistrot". Con una particolarità in più: nella Coppa di Francia sono ammesse addirittura le squadre delle colonie d'Oltremare. Nella scorsa edizione, ad esempio, l'Excelsior, i campioni in carica della Riunione, al largo del Madagascar, hanno percorso 9mila 500 chilometri per incontrare il Lille nei 32esimi di finale.
Nell'immaginario collettivo transalpino, la rivincita dei "colonizzati" fu un'impresa scritta durante la stagione 1994-95, quando un altro club della Riunione, il Saint Louis, batté per la prima volta nella storia di una squadra d'Oltremare un club "métropolitan" a domicilio, 3-1 l'Epinal. Non contento, sulle rive dell'Oceano Indiano sconfisse ai rigori il Chamois Niortais, che con mare e spiagge aveva poco da spartire. Ai trentaduesimi di finale, il Saint Louis fu sconfitto, sempre sull'isola remota, 2-0 dal Cannes di Ligue 1.
Non solo Réunion: alla Coupe de France prendono parte anche formazioni della Guiana Francese, della Martinica, di Guadalupa, Mayotte, Tahiti e Nuova Caledonia. Che avventure...

Les Herbiers v PSG e quei 538 milioni di differenza

Ma, tornando ai semiprofessionisti del Les Herbiers, ora è l'apoteosi. L'8 maggio, contro il PSG, oltre a uno Stade de France tutto esaurito, ci saranno gli occhi puntati da tutto il mondo. Il primo confronto è quello tra budget: 2 milioni complessivi per i rossoneri di Vandea, 540 (milioni, ovviamente) per il giocattolino dello sceicco Nasser Al-Khelaïfi.
In esclusiva a Eurosport Italia, parla l'ala sinistra togolese classe '95 Claude Koutob Naoto:
Solo a sentire il nome PSG vengono i brividi. E' stata un'esperienza entusiasmante, indipendentemente da chi ha giocato tanto o poco. Tutti, oggi, si stanno allenando al massimo delle proprie possibilità per essere di quella partita. E' pazzesco.
E se Koutob fantastica un confronto con Ángel Di María, Ambroise Gboho sfiderà la stella Kylian Mbappé, collega milionario che con una doppietta ha eliminato il Caen, in una semifinale comunque sofferta, terminata 3-1 per i parigini. E chissà cosa proverà capitan Flochon quando stringerà la mano al "collega" Thiago Silva o si troverà al cospetto, a centrocampo, di Marco Verratti? E, ancora, quali pensieri gli passeranno per la testa quando dovrà fermare un'incursione di Edinson Cavani?

Masala, il mister "ad interim" 41enne con sangue nuorese

All'appello manca solamente l'infortunato Neymar Jr., come ben sa Unai Emery, che si affiancherà al collega di origini sarde Stéphane Masala, sangue goceanese dalla parte di padre - originario di Anela - e marchigiane da parte di madre. Un 41enne ritrovatosi "ad interim" sulla panchina del Les Herbiers, dopo la rescissione consensuale a gennaio del primo allenatore Frédéric Reculeau. Avrebbe dovuto fermarsi due settimane: ha trascinato la squadra alla ribalta dei medi internazionale. Un'avventura che gli è certamente gli è valsa la riconferma. Probabilmente qualcosa in più, in futuro.
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Stéphane Masala, allenatore del Vendée Les Herbiers (Getty Images)

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Sulle tracce del Calais del "Don Chisciotte" Ladislas Lozano

La sua storia assomiglia tanto a quella del mitico Ladislas Lozano, il "Don Chisciotte" che guidò i dilettanti di Calais (loro erano in quarta serie), dopo aver eliminato squadre come Lilla, Cannes, Strasburgo e Bordeaux, fino alla finalissima. Contro chi? Contro il Nantes, città natale di Masala e della semifinale contro il Chambly. I gialloverdi, quella sera, ribaltarono l'iniziale vantaggio del calesiano Dutitre con Sibierski e Caveglia, su rigore sospetto. Restano attualissime e di buon auspicio, le parole pronunciate da Lozano (che in semifinale fu colto pure da un malore, tanta era l'emozione), forte di quella straordinaria avventura con calciatori che, nella vita, si occupavano di vendite di liquori, pesca, gestione di camping oppure erano impiegati, operai o muratori:
La mia non è presunzione, è fierezza. Io sono fiero di essere allenatore nel paese che ha vinto la Coppa del Mondo. Ma sono sicuro che neanche la metà dei miei illustri colleghi di prima e seconda divisione, abbiano mai vissuto nella loro vita, quello che io e i miei ragazzi abbiamo vissuto in questi giorni.
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Ladislas Lozano, allenatore dello storico Calais, finalista della Coppa di Francia 1999-2000 (Getty Images)

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Al termine di quella sfida, che viene comunemente considerata la storia di sport più bella di sempre, il portiere e capitano del Nantes Mickaël Landreau (altro caso, il presidente del Les Herbiers si chiama Michel Landreau) decise di alzare la Coppa al cielo di Parigi insieme al capitano del Calais, lo scaffalista Réginald Becque. Chissà cosa deciderà di fare, nel caso, Thiago Silva o chi per lui.
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Il portiere e capitano del Nantes (a sinistra) Mickaël Landreau alza la Coppa di Francia 2000 insieme al capitano del Calais Réginald Becque (Getty Images)

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