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Allegri-Pioli, sfida tra normalizzatori illuminati

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Aggiornato 20/05/2015 alle 15:22 GMT+2

Reduci da due esoneri e sbarcati nelle rispettive piazze tra lo scetticismo generale, Allegri e Pioli hanno messo a tacere le critiche risolvendo i problemi di Juventus e Lazio. Questa sera si contenderanno l'ambita Coppa Italia. Finora Pioli non hai mai battuto Allegri: il tecnico di Parma insegue il suo primo trofeo, Allegri lo storico Triplete

Pioli - Allegri - Serie A - LaPresse

Credit Foto LaPresse

Se la sfida che andrà in scena questa sera all'Olimpico avrà i crismi di una contesa stellare gran parte dei meriti va ascritta ai due tecnici di Juventus e Lazio. Sia Massimiliano Allegri che Stefano Pioli hanno infatti plasmato le due finaliste di Coppa Italia a loro immagine e somiglianza, dopo un minuzioso lavoro di cesello, sistemando progressivamente le imperfezioni fino a costruire due autentiche macchine da guerra. Il tutto a dispetto di un'accoglienza non propriamente trionfale - soprattutto nel caso di Max Allegri - e di albori piuttosto turbolenti (vedi l'avvio a tinte horror di Stefano Pioli sulla panchina biancoceleste). Risultato? Juventus in corsa per il Triplete, Lazio a caccia della qualificazione in Champions League dalla porta principale e di una sentitissima Coppa Italia. Come a dire, Allegri e Pioli risolvono problemi, proprio come era solito fare il mitico signor Wolf di Pulp Fiction.
LA JUVENTUS DI MAX ALLEGRI ORA CAMMINA DA SOLA - La Juventus di Allegri, seduta durante i suoi prima vagiti sulle spalle della creatura (quasi) perfetta allestita da Conte, con il tempo ha imparato a camminare con le proprie gambe. Ormai lo possiamo affermare senza risultare per questo blasfemi: i bianconeri hanno raggiunto la tanto agognata dimensione europea e, oltre a sfoderare la consueta fame di successi e l'animus pugnandi insito nel dna della Vecchia Signora, hanno acquisito conoscenze e automatismi che prima non campeggiavano nel loro bagaglio.
La Juve targata Conte Max è più consapevole dei propri mezzi ed è cresciuta esponenzialmente sul piano del gioco oltre che della personalità. Il salto di qualità definitivo nel doppio confronto di semifinale di Champions League con il Real Madrid: i gol di Cristiano Ronaldo tra Stadium e Bernabeu, che con ogni probabilità avrebbero tramortito la Juventus dello scorso anno, hanno caricato ulteriormente i bianconeri spingendo loro a superare le colonne d'Ercole: proprio nel momento più delicato la Juventus si è scoperta "grande". Con buona pace di chi proprio non poteva accettare il fatto che il testimone del condottiero Antonio Conte fosse raccolto da Acciughina. E il diretto interessato si è persino scoperto "personaggio" mediatico, a fronte di un passato non proprio comunicativo: ormai i suoi cinguetti in rete fanno inesorabilmente tendenza...
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Lazio-Juventus - Coppa Italia 2014-2015 - LaPresse

Credit Foto LaPresse

PIOLI, LA SCALATA VERSO IL SUCCESSO - Riavvolgiamo il nastro a giovedì 25 settembre 2014. La Lazio, sconfitta 1-0 in casa dall'Udinese di Stramaccioni in virtù di un gol di Thereau, raccoglieva la terza sconfitta in quattro giornate di campionato. La panchina di Pioli, secondo le malelingue, cominciava a scricchiolare, la squadra biancoceleste, pur mostrando a sprazzi un buon livello di gioco, si esibiva da orchestra poco intonata. Il poker rifilato al Palermo al Renzo Barbera - già, proprio la squadra del presidente che cacciò Pioli ancor prima che la stagione 2011-2012 aprisse i battenti - cambiò tutto e da quel momento in poi, al netto di qualche fisiologico passaggio a vuoto, è cominciato un campionato scintillante per l'armata biancoceleste.
Ora i capitolini contendono il secondo posto ai cugini giallorossi e, sopratttutto, viaggiano con tredici punti di vantaggio rispetto allo scorso anno. I numeri non spiegano tutto, tuttavia, e la squadra di Pioli incanta soprattutto per la qualità del gioco, la velocità nell'esecuzione delle proprie trame e per interpreti di assoluta classe (Felipe Anderson su tutti, ma non solo). Indubbiamente una della squadre più divertenti del campionato nostrano, se non la più divertente in assoluto. Senza strafare o ventilare rivoluzioni, il tecnico emiliano si è fatto ben volere da un gruppo che poco a poco ha immagazzinato il suo calcio offensivo e organizzato, di "sacchiana" memoria.
Infografico Allegri-Pioli
ALLEGRI, NEMESI DI PIOLI - Aglianese, Spal, Grosseto, Udinese (collaboratore tecnico del mentore Giovanni Galeone), Lecco, Sassuolo, Cagliari, Milan e Juve (Allegri), Salernitana, Modena, Parma, Grosseto, Piacenza, Sassuolo, Chievo, Palermo (per soli due mesi), Bologna e Lazio (Pioli). Non si può certo dire che i due tecnici non abbiano sperimentato la gavetta: è un dato che stupisce anche in considerazione di tempi in cui ex calciatori privi della benché minima esperienza sono catapultati su panchine di lusso con esiti spesso trascurabili. Max Allegri, di due anni più giovane di Pioli, può già fregiarsi di due scudetti e una Supercoppa Italiana mentre il palmares di Pioli attende con trepidazione il primo trofeo (questa sera la grande chance). I precedenti arridono in toto al tecnico livornese a capo della Juventus: tre pareggi e sei vittorie per Allegri nei nove precedenti tra i due allenatori. Quest'anno nel doppio confronto di campionato non c'è stata storia: 5-0 complessivo a favore della Juventus tra andata e ritorno e una disarmante superiorità tecnico-tattica. Madama è senza dubbio la bestia nera del tecnico di Parma: tre pareggi e sei sconfitte (bilancio curiosamente identico ai precedenti con Allegri), unica squadra di questa Serie A che Pioli non ha mai battuto. Ora l'appuntamento con la storia: prima finale della sua carriera da tecnico e occasione di rompere l'incantesimo a tinte bianconere.
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