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Coppa Italia - Fiorentina-Inter 1-2, 5 verità: Simone Inzaghi re di coppe, ma a Istanbul servirà ben altro

Stefano Silvestri

Pubblicato 25/05/2023 alle 10:31 GMT+2

COPPA ITALIA - Il tecnico nerazzurro ha conquistato la settima finale di fila della propria carriera in panchina, nonostante un secondo tempo sofferto e la netta sensazione che contro il Manchester City servirà una prestazione diversa. Applausi ai viola: voltare pagina e concentrarsi sul West Ham è un obbligo.

Inter, Zhang loda Inzaghi: "E' forte: mai pensato di cambiare allenatore"

Fiorentina-Inter, finale della Coppa Italia 2022/2023 disputata allo stadio Olimpico di Roma, è terminato sul punteggio di 2-1 a favore dei nerazzurri, frutto della doppietta di Lautaro Martinez dopo il vantaggio iniziale di Nico Gonzalez. Gara arbitrata da Massimiliano Irrati di Pistoia. Con questo risultato, l'Inter si mette in bacheca il nono trofeo della propria storia, Steven Zhang festeggia il quinto trofeo da presidente, mentre Simone la sesta Coppa Italia (3 da giocatore, altrettante da tecnico) della carriera. Qui di seguito le 5 verità che ci ha lasciato la partita.

1) Inzaghi e le finali: un rapporto (fin qui) quasi perfetto

Supercoppa Italiana 2021: vinta. Coppa Italia 2022: vinta. Supercoppa Italiana 2022: vinta. Coppa Italia 2023: vinta. Simone Inzaghi fa quattro su quattro da quando è l'allenatore dell'Inter e si porta a casa l'ennesimo trofeo, conquistato al termine dell'ennesima gara secca. Perché il tecnico piacentino, evidentemente, queste partite le sa preparare. Lo aveva già dimostrato alla Lazio, a cui aveva regalato una Coppa Italia e un paio di Supercoppe, e lo sta confermando a Milano. Come sottolinea Opta, "dopo aver perso la sua prima finale contro la Juventus in Coppa Italia nel 2017, Inzaghi ha vinto tutte le successive sette". Un dato mostruoso. In attesa di capire cosa accadrà il 10 giugno, nella notte più affascinante possibile, contro l'avversario più complicato possibile.

2) Ma a Istanbul servirà un'altra Inter

A proposito di quella notte, ovvero la finale di Champions League di Istanbul: la grande favorita è il Manchester City, e fin qui si scopre la classica acqua calda. Ma l'Inter potrà giocarsela alla pari, eccome. Perché ha un gioco consolidato, perché – scivolone di Napoli escluso – è in formissima e le sta vincendo praticamente tutte, perché con un Lautaro così nulla pare precluso. Però servirà tutta un'altra squadra rispetto a quella tremebonda vista nel secondo tempo dell'Olimpico, messa sotto pressione dalla Fiorentina, costretta a rimanere in trincea con l'elmetto fino al quinto minuto di recupero. A Roma sono bastati l'argentino, Handanovic, Darmian e l'imprecisione degli attaccanti di Italiano; all'Ataturk, volenti o nolenti, il gioco si farà ancor più duro.

3) Lautaro, la carica dei 101: è un 2023 da favola

L'MVP. Il man of the match. E non è certo la prima volta. Lautaro Martinez si dimostra nuovamente l'uomo della provvidenza. Primo gol su perfetto servizio di Brozovic, secondo gol da strepitoso rapinatore dell'area di rigore. In totale fanno 100 e 101 con la maglia dell'Inter, che lo prese nel 2018 dal Racing. E fanno 19 in un 2023 di altissimo livello, proprio a margine di un Mondiale esaltante per l'Argentina ma deludentissimo per lui, costantemente impacciato e sostituito in corsa da Julian Alvarez. Lautaro si è goduto il trionfo senza pensare all'aspetto personale, ha voltato pagina, si è preso l'Inter sulle spalle. Oggi è re, icona, simbolo: tutto.
  • Gol nell'anno solare 2023 nei top 5 campionati europei: Lautaro (19 reti) scavalca Osimhen, solo Haaland e altri tre meglio del 10 nerazzurro
1. HAALAND (M.City)25 gol (30 match)1 gol ogni 92'
2. BENZEMA (Real Madrid)21 gol (28 match)1 gol ogni 116'
3. MBAPPE' (PSG)20 gol (20 match)1 gol ogni 81'
4. LACAZETTE (Lione)20 gol (21 match)1 gol ogni 81'
5. LAUTARO MARTINEZ (Inter)19 gol (33 match)1 gol ogni 117'
6. OSIMHEN (Napoli)18 gol (23 match)1 gol ogni 100'
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Lautaro Martinez esulta durante Fiorentina-Inter - Coppa Italia 2022-23

Credit Foto Getty Images

4) Fiorentina, la sconfitta non cambia i giudizi

Sì, la Coppa Italia ha preso la via dell'Inter. La squadra più forte, la più qualitativa. Ma la Fiorentina è rimasta in partita fino alla fine: è passata in vantaggio per prima, ha sognato, se l'è giocata, nella ripresa ha preso d'assalto gli avversari sfiorando più e più volte il pareggio, confermando in pieno la brillantezza messa in mostra negli ultimi mesi. La banda Italiano, sfumata la prima possibilità di riportare a Firenze un trofeo, ha ora l'obbligo di resettare ogni pensiero negativo e tuffarsi a capofitto sulla seconda: la finalissima di Conference League di mercoledì 7 giugno, Praga il palcoscenico, il West Ham l'avversaria. Contendente naturalmente ostica, ma non quanto l'Inter. In palio c'è un trofeo europeo e la gloria che, 12 mesi fa, si è saputa prendere la Roma. Giocando così si può fare, altroché.

5) La parata su Jovic è il lascito di Handanovic

Contestato, mal sopportato, amato e odiato. Ma, alla fine, decisivo anche lui. C''è pure lo zampino di Samir Handanovic nel trionfo romano dell'Inter, perché quella parata su Jovic a una decina di minuti vale oro. Poco freddo l'ex Real Madrid col proprio sinistro incrociato o superlativo il portiere nerazzurro? Poco importa: nell'episodio più complicato della propria partita, Samir ha risposto presente. Dimostrando ancora una volta la propria professionalità, la propria dedizione alla causa, il "noi" messo davanti all'"io". A inizio stagione, Handanovic ha perso il posto a favore di Onana senza far uscire una polemica dalle proprie labbra. Da vero capitano. La respinta su Jovic, se dovesse andarsene per fine contratto, sarebbe il proprio lascito dopo più di un decennio.
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C'è anche lo zampino di Samir Handanovic sul successo sofferto dell'Inter contro la Fiorentina nella finale di Coppa Italia, Getty Images

Credit Foto Getty Images

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Marotta: "Inzaghi in questi 2 anni ha mostrato di meritarsi l'Inter. Sui rinnovi..."

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