Le 5 verità che ci ha lasciato Juventus-Inter 0-0: Pirlo "fa l'Allegri"; Conte troppo prevedibile
Aggiornato 10/02/2021 alle 11:51 GMT+1
COPPA ITALIA - Camaleontico. Anzi, sempre più maturo. Prosegue ad altissima velocità la crescita professionale di Andrea Pirlo, che come accaduto contro la Roma in campionato, ingabbia anche l'Inter in Coppa in puro "stile Allegri". Conte, al contrario, risulta troppo prevedibile: tornano, in qualche modo, i fantasmi visti contro lo Shakhtar Donetsk in Champions. Demiral insuperabile.
La Juventus centra la sua seconda finale consecutiva grazie allo 0-0 dello Stadium contro l'Inter. I nerazzurri provano a spaventare la formazione di Pirlo, ma non creano tantissime palle gol mentre Cristiano Ronaldo sbatte contro Handanovic. Forti del 2-1 dell'andata, sono i bianconeri a strappare il biglietto per Roma. Vediamo, ora, le 5 verità emerse, a nostro avviso, dal match.
1) Pirlo è anche pragmatico: torna lo "stile Allegri"?
Camaleontico. Anzi, sempre più maturo. Prosegue ad altissima velocità la crescita professionale di Andrea Pirlo allenatore. Esattamante come accaduto contro la Roma, impone alla sua squadra di "fare i propri interessi" senza particolari pegni da pagare al bel calcio. In campionato, giallorossi colpiti nei punti di debolezza e al momento giusto. Contro l'Inter, specie nella ripresa, non si fa problemi a difendere la fina di Coppa Italia difendendo con cinque uomini. Uno "stile Allegri" che, in qualche modo, ritorna d'attualità.
2) Demiral insuperabile
Senza dubbio il migliore in campo nella sfida dello Stadium. Al centro della difesa bianconera, il turco ex Sassuolo chiude ogni boccaporto, facendo coraggiosamente e stoicamente scudo a innumerevoli tentativi avversari. Annulla Lautaro, contribuisce a tener d'occhio - con estrema attenzione - Lukaku. Insomma, una garanzia in più, nella retroguardia bianconera, a disposizione di Andrea Pirlo.
3) Inter troppo prevedibile
La Juventus doveva difendersi e lo ha fatto, con estremo l'Inter. Ma questa era l'elemento più prevedibile alla vigilia del match. I nerazzurri, tuttavia, si sono rivelati - loro malgrado - ulteriormente prevedibili. Mai un affondo degno di questo nome: in un periodo di grande forma, l'assenza (per squalifica) di Alexis Sanchez si è fatta parecchio sentire. Probabilmente Conte avrebbe dovuto provare qualcosa di diverso al fine di creare situazioni migliori, rispetto a quelle che si sono vista, a favore del tandem Lautaro-Lukaku.
4) Bernardeschi inadeguato sulla "spia" Hakimi
Piazzato da Pirlo - con scarso successo - alle calcagna di Achraf Hakimi, l'ex Fiore fornisce scarsa copertura fornisce scarsa copertura al compagno di corsia Alex Sandro. Davvero impari il confronto con l'ex Borussia Dortmund e Real Madrid.
5) Agnelli-Conte: vecchie (e poco edificanti) ruggini
Sicuramente non è stato un ritorno felice, allo Stadium, da parte di Antonio Conte. Il tecnico salentino, ex bandiera bianconera, ha accusato la Juventus di non avere rispetto e di non essere sportiva, facendo riferimento a quanto urlato ai suoi danni da Bonucci nel primo tempo e poi anche dal presidente Agnelli, suo ex datore di lavoro. È il sale, o forse il pepe, del calcio, specie dei grandi confronti, vero. Ma forse, per il bene di tutti, sarebbe meglio passare oltre...
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