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Da Platini a Muntari: 10 gol annullati (o non visti) che sono passati alla storia

Simone Pace

Aggiornato 27/03/2020 alle 08:44 GMT+1

La storia del calcio è fatta anche di gol che, ufficialmente, non sono mai esistiti. Perché cancellati da macroscopici errori umani oppure semplicemente perché sono state reti fantasma, viste da tutti tranne da chi avrebbe dovuto vederle (ovvero arbitri e guardalinee). Abbiamo selezionato 10 episodi, alcuni più recenti e altri più datati, che sono rimasti nell'immaginario collettivo.

I gol annullati che hanno fatto la storia

Credit Foto Eurosport

Platini, Rummenigge e Osvaldo: 3 capolavori cancellati

Il gol annullato più famoso di sempre è probabilmente quello di Michel Platini in Juventus-Argentinos Juniors, finale di Coppa Intercontinentale giocata l'8 dicembre 1985 a Tokyo. Siamo nella ripresa, sull'1-1. Il fuoriclasse francese, appena dentro l'area, stoppa di petto, beffa Pavoni con un sombrero di destro e con un sinistro al volo manda il pallone là dove Vidallé non può proprio arrivarci. Un gesto tecnico pazzesco, vanificato però da una cervellotica decisione dell'arbitro che punisce un fuorigioco passivo del tutto ininfluente di Aldo Serena. Platini, incredulo, si sdraia sull'erba in una delle immagini più iconiche della sua carriera. La Juventus vincerà comunque quella Coppa ai rigori dopo il 2-2 dei supplementari.
Qualche mese prima, per la precisione il 24 ottobre 1984, era stato San Siro a fare da cornice a un delitto sportivo. Non si può che definire così, infatti, l'annullamento della fantastica mezza rovesciata volante di Karl-Heinze Rummenigge in Inter-Glasgow Rangers 3-0, andata dei 16esimi di finale di Coppa Uefa. Servito da un cross di Altobelli, il tedesco decolla nel vero senso della parola: colpisce il pallone con il piede destro a un'altezza vertiginosa, anticipa di netto il difensore più vicino e insacca. Niente da fare: gemma inutile, a Rummenigge viene fischiato un improbabile gioco pericoloso. Curiosità: a cancellare i capolavori di Platini e Rummenigge è lo stesso arbitro, il tedesco Volker Roth.
Per arrivare a tempi più recenti, gli appassionati non potranno dimenticare la spettacolare rovesciata di Pablo Daniel Osvaldo in un Roma-Lecce 2-1 del 20 novembre 2011. Servito da Gago, l'ex attaccante azzurro si esibisce in un colpo da maestro, difficile anche da pensare. Un gol da esporre in un museo, da rivedere e rivedere, ma vanificato da una scellerata decisione del guardalinee che alza la bandierina vedendo un offside che in realtà non esiste.
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Il fuorigioco inesistente fischiato a Osvaldo - Roma-Lecce 2011-12

Credit Foto Eurosport

Muntari e Lampard: quei gol fantasma...

Oltre ai gol annullati, depennati per un errore umano, esiste anche una folta galleria di gol validi ma semplicemente non visti. In rappresentanza dei gol fantasma abbiamo scelti due casi di scuola, due episodi che hanno fatto epoca e che in tempi di VAR e Goal Line Technology ci danno la sensazione di venire catapultati in una sorta di medioevo calcistico. In ordine cronologico troviamo il pallonetto di Frank Lampard in Germania-Inghilterra del 27 giugno 2010 (ottavi di finale dei Mondiali in Sudafrica) e l'arcinoto tap-in di testa di Sulley Muntari in Milan-Juventus di Serie A del 25 febbraio 2012. Gol nitidi, regolari, che avrebbero avuto un peso specifico enorme e che invece, molto semplicemente, non sono mai esistiti.
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Il gol fantasma di Sulley Muntari in Milan-Juventus del 25 febbraio 2012

Credit Foto Getty Images

Corea del Sud-Spagna: cose mai viste

Di norma errori e sviste di arbitri e guardalinee sono sparsi nell'arco di una stagione, ma a volte si concentrano in un arco di tempo ristrettissimo, addirittura in una sola gara. È il caso ad esempio di Corea del Sud-Spagna, che da questo punto di vista si può considerare la madre di tutte le partite. Siamo ai quarti di finale dei Mondiali 2002 e le Furie Rosse sfidano i padroni di casa che hanno appena fatto fuori l'Italia (e in che modo lo sappiamo tutti). Partita spigolosa, niente affatto bella. Eppure gli spagnoli, senza strafare, vanno a segno due volte: con Baraja in apertura di ripresa e con Morientes ai supplementari. Tutto inutile: per motivi che rimangono oscuri, entrambe le reti vengono spazzate via prima da un misterioso fischio del direttore di gara, l'egiziano Gamhal Ghandour (che vede chissà quale irregolarità in area), poi dallo sbandieramento del guardalinee (che giudica uscito un pallone che non lo è affatto). La partita finirà 0-0 al 120' e la Corea del Sud guadagnerà la qualificazione alle semifinali ai rigori.
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La delusione dei giocatori della Spagna dopo l'eliminazione dai Mondiali 2002

Credit Foto Imago

L'Odissea del Milan di Sacchi

Oppure ci sono errori macroscopici che si concentrano in una sola competizione. La memoria vola allora alla Coppa dei Campioni 1988-89, la prima vinta dal Milan di Arrigo Sacchi che in quella circostanza recita la parte della vittima sacrificale. Ai rossoneri vennero infatti negati tre gol regolarissimi.
  • Stella Rossa-Milan (ritorno ottavi di finale) - Il pallone, svirgolato da un rinvio sbilenco di Vasilijevic, varca abbondantemente la linea di porta prima di essere ricacciato fuori dallo stesso difensore della squadra serba. L'arbitro, il tedesco Dieter Pauly, lascia incredibilmente correre. La partita finirà 1-1 dopo i supplementari, il Milan passerà il turno ai rigori.
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Il gol non visto in Stella Rossa-Milan - Coppa dei Campioni 1988-89

Credit Foto Eurosport

Werder Brema-Milan (andata quarti di finale) - Scena simile nel corso del primo tempo. Sugli sviluppi di un calcio d'angolo Rijkaard incorna da due passi, il difensore della squadra tedesca Hermann respinge goffamente di testa e il pallone, dopo essere carambolato sul palo, supera la linea in modo chiaro. Anche in questo caso niente da fare: l'arbitro José Rosa dos Santos non si accorge di nulla. Il match si chiude sullo 0-0.
Real Madrid-Milan (andata semifinali) - Prima della rete capolavoro di Van Basten per il definitivo 1-1, l'arbitro svedese Erik Fredriksson (tradito dal guardalinee) annulla un gol di Gullit per un fuorigioco inesistente di Donadoni, tenuto in gioco in maniera evidente da tre giocatori del Real.
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