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Dalla Coppa del Mondo di Berlino a Rezzato: la nuova vita di mister Gilardino

Stefano Fonsato

Aggiornato 18/04/2019 alle 19:38 GMT+2

La scorsa estate, la scelta di appendere gli scarpini al chiodo, il master di Coverciano con Andrea Pirlo e la decisione di partire dal basso, a differenza di tanti ex compagni campioni del mondo e di Serie A, "bruciatisi" nelle grandi piazze. Nella piccola Rezzato, in Serie D, Alberto Gilardino studia come diventare un grande tecnico.

Alberto Gilardino allenatore del Rezzato (Serie D 2018-2019)

Credit Foto facebook

Certo, non è stato facilissimo passare dall'altra parte della barricata (come per tutti i calciatori, va detto), ma evidentemente l'ex campione del mondo Alberto Gilardino le idee le aveva ben chiare da un pezzo. Dopo l'agrodolce finale di stagione in Serie B con lo Spezia, nessuna forzatura, nessuna particolare passerella nelle carriere inferiori a prendersi facili dosi di applausi ed affetto. A 36 anni, il campione di Cossato ha deciso che fosse l'età giusta - e mediamente, lo è, senza dubbio - per appendere gli scarpini al chiodo e tornare immediatamente "in trincea" da allenatore. Seguendo il percorso inverso rispetto ad alcuni suoi compagni di nazionale del 2006, immediatamente catapultati sulle panchine più delicate del calcio italiano: il "Gila", dopo il master a Coverciano frequentato insieme all'amico Andrea Pirlo, ha deciso di partire dal basso, dal Rezzato in Serie D e per giunta da assistente, al suo amico e conterraneo biellese Luca Prina, di cui ha preso il posto da qualche settimana...

Un inizio sprint nel nuovo ruolo. Il violino suona sempre due volte

Un brillante inizio di carriera sulla panchina dei bresciani di patron Serafino Di Loreto: nelle sette partite in cui è stato in carica (dopo la sua nomina lo scorso 28 febbraio) 5 vittorie e 2 sconfitte, l'ultima delle quali proprio oggi, giovedì 18 aprile, in un comunque pirotecnico 3-4 con la Pro Sesto, in cui il Rezzato ha messo in mostra tutte le sue ottime caratteristiche nel reparto avanzato. L'altra, invece, 1-0 contro il Como capolista. Un attacco, quest'anno ispirato dalle giocate di un certo Felipe Sodinha, ex Brescia e Trapani, "tra i più forti giocatori al mondo, non fosse per il peso corporeo", come disse Serse Cosmi, suo allenatore in Serie B. Sodinha che, ovviamente, In quarta serie ha fatto presto ad andare in doppia cifra sotto porta.
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Serie D 2018-2019: Felipe Sodinha esulta con la maglia del Rezzato

Credit Foto facebook

Sognando Lippi: quell'avventura da mister nella provincia più profonda

La stagione del Rezzato era cominciata col pensiero di riscattare la delusione dell'anno scorso, in cui fu beffato - in qualità di neopromossa dall'Eccellenza - di un solo punto dalla Pro Patria nella corsa al primo posto e alla promozione in Serie C. Quindi, in estate, la vittoria nel primo turno di Coppa Italia Senior, 2-0 contro il Renate, valsa la storica trasferta all'Arechi di Salerno, in cui la formazione bresciana riuscì a oltrepassare l'ora di gioco sull'1-1 (gol di un'altra vecchia volpe, come il classe 1979 ex Modena Salvatore Bruno), prima che poi la Salernitana prendesse il sopravvento per poi imporsi 6-1. Allora in panchina sedeva l'ex Cuneo e Acireale Massimo Gardano, poi esonerato ad ottobre per lasciare spazio alla coppia Luca Prina (allenatore) e Alberto Gilardino (direttore tecnico e assistente). Lo scorso 28 febbraio, si diceva, dopo qualche risultato balbettante, l'inversione dei ruoli tra i due, per lasciare il giusto spazio all'emergente ex campione del mondo. Che vuole imparare, mettersi in discussione, a cui va attribuito il successo contro il Mantova (che insieme al Como ha "ammazzato" il girone B) e a cui la dirigenza ha chiesto (in oscillazione tra il terzo e quarto posto) di fare bella figura ai playoff, che in D, si sa, hanno sempre un'utilità relativa. Il tutto pensando agli insegnamenti di colui il quale l'ha condotto in cima al mondo, Marcello Lippi, che ha ritrovato in Cina al Guangzhou Evergrande e per il quale il "gruppo" è sempre stato un vecchio pallino.

A Rezzato per imparare a vincere da allenatore

Il traguardo, a lungo andare, è quello di vincere il campionato l'anno prossimo, coltivando - al di là dei talenti "agé" (in rosa c'è anche l'ex Mantova Gaetano Caridi) - anche gli ottimi rapporti che intercorrono coi settori giovanili di Brescia, Atalanta, Parma, Udinese... Sognare, anche per una cittadina come Rezzato, poco più di 13mila abitanti, a metà strada tra Brescia e Lago di Garda, è possibile.
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Una formazione del Rezzato (Serie D) per la stafione 2018-2019

Credit Foto facebook

Il coraggio di rimettersi in discussione partendo dal basso

Premiato a inizio mese come Sportivo Cossatese dell'anno nel teatro Comunale della sua città natale, Gilardino - cullato negli Allievi della Biellese dallo stesso Prina e scoperto dall'ex tecnico della Pro Vercelli Maurizio Braghin, altro suo conterraneo, che lo fece lanciare da mister Luigi Simoni in Serie A nel 2000, in un Piacenza-Milan, - si è rivolto così a una platea giovane e, giustamente, in adorazione dell'idolo di casa. Le parole sembrano anche un incoraggiamento alla sua stessa carriera di allenatore, appena cominciata nella più profonda provincia:
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Cristian Zaccardo, Alberto Gilardino e Alessandro Del Piero festeggiano con la Coppa del Mondo vinta nel Mondiale 2006 a Berlino, Getty Images

Credit Foto Getty Images

Abbiate il coraggio di sbagliare, di investire il proprio tempo per migliorarvi un passo alla volta, di fare ogni cosa con passione. Cercate sempre dentro di voi la risposta giusta. La mia carriera di allenatore? Sono state tante le squadre che mi hanno chiamato la scorsa estate per fare ancora un anno da calciatore, ma dentro di me ho sentito che quella scintilla non c'era più. Ne era invece scattata un'altra: il pensiero di tuffarmi in un'avventura diversa, di iniziare subito un nuovo percorso.
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