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Dieci anni fa moriva Enzo Bearzot, il ct dell'Italia Mundial. Il suo legame speciale con Paolo Rossi

Simone Pace

Pubblicato 21/12/2020 alle 16:38 GMT+1

CALCIO - Il 21 dicembre 2010 ci lasciava il ct dell'Italia campione del mondo a Spagna '82. Il suo ricordo è indissolubilmente legato a quella Nazionale e a Paolo Rossi, scomparso pochi giorni fa. E proprio alla memoria di Pablito è stato assegnato il premio Bearzot, giunto alla decima edizione: storia di un legame indissolubile tra due giganti che ci mancano tremendamente.

Enzo Bearzot insieme a Paolo Rossi, Mondiale Spagna '82, Imago

Credit Foto Imago

Proprio ieri, domenica 20 dicembre, la decima edizione del Premio Bearzot è stata assegnata alla memoria di Paolo Rossi. Un gesto dal valore simbolico enorme, che rafforza oggi più che mai quel legame indissolubile tra il Vecio e Pablito. Bearzot ci ha lasciato esattamente dieci anni fa. Per la scomparsa di Rossi, invece, non abbiamo ancora esaurito le lacrime e lo sgomento. "Se Paolo ci fosse stato ancora, avrebbe pianto per questo premio, ne sono sicura", le parole della moglie di Rossi, Federica Cappelletti. Ne siamo sicuri anche noi, perché il rapporto (unico e speciale) tra il Vecio e Rossi era qualcosa che andava oltre. Non si misurava a parole, ma con silenzi, sguardi e gesti.

Bearzot e Pablito, un rapporto vero

La parola giusta per definire l'estate 1982 è attesa. Sì perché Enzo Bearzot, da friulano ostinato (nel senso più che buono del termine), ha deciso di attendere pazientemente Rossi e di dargli la maglia da centravanti della sua Nazionale. Pablito, che con il Vecio ha fatto un figurone ai Mondiali di quattro anni prima in Argentina, non indossa la maglia azzurra da due anni (complice la squalifica legata al calcioscommesse), ha saltato gli Europei dell'80 e non sta certo vivendo il suo momento migliore. Sta provando a rialzarsi, ma a fatica. Bearzot non ci fa caso, va avanti per la sua strada dritto come un friulano ostinato. Sa cosa deve fare e dove deve andare. La storia di quel Mundial la conosciamo fin troppo bene. Il girone con Polonia, Perù e Camerun è da mettersi le mani nei capelli, la stampa massacra gli azzurri al punto che Bearzot capisce che è arrivato il momento di reagire. E lo fa nel suo stile. Gli azzurri entrano in silenzio stampa e il risultato è che il gruppo si cementifica, diventa impermeabile a critiche e allusioni talvolta anche pesanti. Il Vecio protegge i suoi ragazzi e i suoi ragazzi iniziano a volare. Stendono nell'ordine Argentina, Brasile, Polonia e Germania. E trionfano. Bearzot torna a casa con la Coppa del Mondo con quella che, ancora oggi, è senza ombra di dubbio la Nazionale più amata di sempre.
Non era un uomo facile. Quando ti parlava non aveva l'aria del buon padre. Era un po' rigido. A volte, poche, ti dava una carezza. Ma più spesso usava il bastone. Però era forte e gagliardo se c'era da difenderci all’esterno: noi gli abbiamo voluto bene anche per questo [Paolo Rossi su Enzo Bearzot nell'autobiografia 'Quanto dura un attimo']
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Paolo Rossi, Claudio Gentile ed Enzo Bearzot, Mondiale Spagna 1982, Imago

Credit Foto Imago

Zoff: "Bearzot uomo perbene, che poi ha anche vinto"

Se più di qualcuno ha fatto notare - in modo forse un po' azzardato ma con una certa dose di ragione - che non avrebbe potuto esistere un Rossi senza un Bearzot e un Bearzot senza un Rossi, fermarsi a pensare che due uomini del genere non esistano più fa davvero male. Il Vecio, scomparso il 21 dicembre 2010, è stato il commissario tecnico che più di tutti ha lasciato un segno su una Nazionale al di là del trionfo in Spagna. Un segno umano, tangibile ancora oggi - ad esempio - nelle parole di Dino Zoff che in Spagna era il capitano di quella squadra incredibile: "I trionfi li vedono tutti ma tu hai perso un uomo, non un omino. E questo segna anche per il pensiero di vita che uno col suo esempio e con le sue parole ti dà. Era uno che sapeva e diceva delle cose veramente importanti".
Era un uomo perbene, di coraggio, onestà, sincerità, che poi ha anche vinto. Le prerogative per un ricordo indelebile ci sono tutte [Dino Zoff su Enzo Bearzot @Radio Anch'io Sport]
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Paolo Rossi, la tripletta al Brasile che lo rese eroe

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