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Euro 2020, Jorginho merita il Pallone d'Oro?

Carlo Filippo Vardelli

Aggiornato 08/07/2021 alle 21:36 GMT+2

EURO 2020 - In caso di vittoria dell'Europeo in finale contro l'Inghilterra, l'italo-brasiliano potrebbe mettere le mani sul più importante riconoscimento individuale nella storia del calcio.

Jorginho, Euro 2020, Italia

Credit Foto Getty Images

"Il Pallone d'oro (Ballon d'Or, in francese), noto in precedenza anche come Calciatore europeo dell'anno, è un premio calcistico istituito nel 1956 dalla rivista sportiva francese France Football e assegnato annualmente al giocatore che più si è distinto nell'anno solare, militando in una squadra di un qualsiasi campionato del mondo".
In questa di frase trovata su Wikipedia, c'è il riassunto del pensiero dei 4 padri fondatori del più importante premio calcistico individuale del mondo. Il Pallone d'Oro, negli anni, non è stato solo un riconoscimento fisico, ma un'assoluta autorità nel mondo del football. Amato, odiato, rispettato e ambito, ha rappresentato oltre 60 anni di storia del calcio. Da Stanley Matthews, ed i suoi cross pastosissimi, al titolo vacante dopo l'annullamento dell'edizione 2020 (che probabilmente sarebbe finita nelle mani di Robert Lewandowski).
Se l'Italia vincesse Euro 2020, Jorginho meriterebbe il Pallone d'Oro?
Superata a destra l'emergenza covid (ma non del tutto eliminata), è auspicabile che France Football torni a premiare. Tra i tanti giocatori nella lista dei pretendenti, uno spazietto (che è più uno spazione) lo reclama anche Jorge Luiz Frello Filho. L'italo-brasiliano, che noi tutti conosciamo meglio come Jorginho, è molto vicino a completare la doppietta Champions League-Europeo. Uno strike che, dal 1984 in poi, è riuscito ad una cerchia molto ristretta di eletti: Cristiano Ronaldo, Mata, Torres, Anelka, Karembeu, van Breukelen, Koeman, van Aerle, Vanenburg e Kieft. Nonostante questi 10 nomi capaci di fare il bis, misurando l'importanza effettiva del giocatore in relazione alla squadra, sono in pochi quelli che possono considerarsi al livello di Jorginho. Solo Cristiano Ronaldo e pochissimi ragazzi nel supporting cast olandese reggono il paragone, e la direzione di questo assunto dovrebbe farvi capire dove sta planando questo pezzo. Jorge Luiz Frello Filho, detto Jorginho, merita il Pallone d'Oro? Proviamo a capirlo insieme.
Jorginho of Italy celebrates the win at penalty shoot out with Spain during the UEFA Euro 2020 Championship Semi-final match between Italy and Spain at Wembley Stadium

La storia

In questo capitoletto ci limiteremo a prendere in considerazione le edizioni del Pallone d'Oro che hanno fatto scopa con quelle dell'Europeo. Dal 1984 al 2016, per ben 5 volte il Pallone d'Oro è finito nelle mani di colui che ha dominato la manifestazione continentale. Da Sammer (1996) a Van Basten (1988), da Platini (19884) a Cristiano Ronaldo (2016) passando per Figo (2000), France Football ha sempre dato grande importanza alle competizioni per Nazionali. Jorginho, in questo caso, come CR7 nel 2016, oltre alla potenziale vittoria dall'Europeo vanta anche la Champions League, e dal punto di vista storico parte nettamente favorito. [Certo, nella storia del Pallone d'Oro ci sono stati anche casi dove la stagione con il club ha superato l'importanza dell'Europeo, però sono state delle situazioni al limite. Il 1992 e il 2004 hanno coinciso con le vittorie di Danimarca e Grecia - due delle cose più impronosticabili di sempre e incapaci di minare van Basten e Shevchenko - mentre il 2008 e il 2012 hanno rappresentato la manifestazione della purezza di CR7 e quell'orrenda formula "Pallone d'Oro FIFA" che andava contro a tutte le regole istituite dai padri fondatori del premio.
TOPSHOT - Italy's midfielder Jorginho (C) celebrates with teammates after scoring in a penalty shootout and winning the UEFA EURO 2020 semi-final football match between Italy and Spain at Wembley Stadium in London on July 6, 2021. (

Conquistare tutti

C'è stato un momento, poche stagioni fa, in cui Jorginho era considerando come niente. Dopo aver abbandonato Napoli per vestire la maglia del Chelsea, è stato subissato dai fischi dalla Premier League. Il suo essere controcultura al calcio kick and rush, giocando in un modo più cerebrale, ragionato e associativo, rappresentava un fastidio non solo per i tifosi del Chelsea, ma per tutti gli esperti di Premier in generale. Rio Ferdinand diceva che un centrocampista come l'italiano non serviva a nulla:"non fa assist, non corre, non difende". Circa due anni dopo quelle parole, Jorginho ha saputo conquistare tutti. Con l'arrivo di Thomas Tuchel sulla panchina dei Blues, il nativo di Imbituba ha ritrovato tutto quello che Lampard gli aveva tolto, e in colpo solo ha saputo anche aggiungere qualche chicca alla sua pulizia stilistica (con e senza palla). È stato il perno della squadra campione d'Europa e ora è il perno di una delle squadre più belle di tutto l'Europeo. Tempo fa, Gian Piero Ventura disse: "In questo momento non c’è spazio per Jorginho in Nazionale". Oggi, pensare una Nazionale senza Jorginho, sembra impossibile.

L'importanza del giocatore

E cavalcando quest'ultima frase, ci sono anche dei numeri piuttosto eloquenti che vanno a certificare come pensare ad una squadra senza Jorginho sia assolutamente impossibile. Quando ha palla nei piedi, è il più maniacale e preciso conoscitore dei tempi del gioco, muovendosi tra tocchi orizzontali, tocchi verticali, passaggi filtranti e passaggi progressivi. In tutto l'Europeo, è il quinto giocatore per palloni toccati (476, primo in casa Italia). E quando la palla ce l'hanno gli altri, padroneggia grazie all'arte difensiva. Tra l'altissima percentuale di tackle vinti (8/13), l'abilità con cui intercetta e blocca i passaggi e le pressioni che è in grado di portare agli avversari (112, terzo overall), Jorginho è il centrocampista più universale di tutto l'Europeo. In casa italiana solo Donnarumma gli sta davanti in quanto a minuti giocati (598 contro 594), mentre con il Chelsea ha superato i 3200. Sempre e comunque al centro di tutto.
Jorginho contro Pedri, Euro 2020

Il merito

"Volendo vincere a tutti i costi, si rinnega tutti i valori della vita. Io parlo di merito, di bellezza, di emozione, spettacolo e armonia. L’ottimismo non è vivere nel passato, ma nel futuro". Quando Arrigo Sacchi rilasciò queste parole ai colleghi di Eurosport Francia, inconsapevolmente, creò i presupposti per consegnare il Pallone d'Oro a Jorginho. Ogni volta che vediamo il mediano dell'Italia toccare la palla, muoversi, evitare gli avversari, catturare un passaggio davanti alla nostra area di rigore, pensiamo che, alla fine della giornata, è proprio quello di cui avevamo bisogno per guardare una partita di calcio. L'armonia che accompagna ogni suo movimento (pensate al rigore contro la Spagna), la bellezza nel suo gioco, l'emozione che sa regalarci quando rischia di essere mangiato dagli avversari ma poi sfugge alla loro pressione, ricalca esattamente l'essenza dei padri fondatori del calcio (e, di conseguenza, del Pallone d'Oro). Nella sua scalata al successo probabilmente mancano il trofeo dell'Europeo e qualche gol - che Messi, il suo rivale più pericoloso, dall'altra parte del mondo, sta segnando a ripetizione -, ma se la domanda iniziale era se Jorginho meritasse il Pallone d'Oro, la risposta non può che essere sì.
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