Euro 2020 Le 5 veritá di Italia-Austria: Chiesa imprescindibile, ricambi all'altezza
Aggiornato 27/06/2021 alle 10:09 GMT+2
EURO 2020 - L'analisi della gara di Wembley, vinta dagli azzurri ai tempi supplementari, ci lascia aperti degli enigmi da risolvere in vista dei quarti di finale. Chiesa, ad esempio, pare avere qualcosa in piú rispetto a chi ha iniziato il match da titolare con l'Austria. I ricambi possono essere un fattore, mentre Spinazzola é il migliore dell'Italia in questo Europeo.
Italia-Austria, match valido per gli ottavi di finale di questo Europeo, si é concluso 2-1 per gli Azzurri di Mancini. Dopo il pareggio nei tempi regolamentari (0-0) sono serviti i sigilli di due subentrati, Chiesa e Pessina, a lanciare la Nazionale Italiana verso i quarti di finale. L'Austria si é confermata tosta, solida, ordinata e ha messo in difficoltá l'Italia, che peró non si é mai disunita. Grandi prestazioni di Spinazzola, Acerbi e Jorginho. Le 5 verità del'ottavo di finale che ha coinvolto gli Azzurri.
1) Federico Chiesa ha qualcosa in più: difficile tenerlo fuori
Ha sbloccato la partita (e di fatto l'ha indirizzata) con una giocata delle sue, era stato eletto MVP nel match contro il Galles. Non ce ne vogliano Lorenzo Insigne e Domenico Berardi, ma Federico Chiesa pare avere qualcosa in più. E non solo considerando lo stato di forma dell'attuale Europeo. Un giocatore che non si nasconde nei momenti importanti, che sa prendersi delle responsabilitá, che ha giá fatto la differenza con una maglia pesante come quella della Juventus (doppietta a San Siro con il Milan, gol all'andata e al ritorno contro il Porto, gol in finale di Coppa Italia). Insomma, la teoria "entra dopo per spaccare la partita e perché può far meglio a gara in corso" ci convince fino a un certo punto. Un giocatore del genere deve sempre giocare. Ma crediamo che Roberto Mancini lo sappia meglio di chiunque altro.
2) Ricambi sempre pronti, è un grande vantaggio
Poter inserire gente fresca e pronta, come Pessina, Locatelli, Chiesa o Belotti, che entra in campo e non ha nulla da invidiare a chi sta giocando titolare, è un enorme vantaggio. Il livello della rosa azzurra è infatti ben assortito e chi è stato fuori ha giá dimostrato di essere all'altezza di chi va in campo. A maggior ragione ci aspettiamo delle rotazioni anche ai quarti di finale. Tradotto: molto improbabile rivedere anche venerdí prossimo lo stesso 11 di sabato sera. Mancini ha delle risorse importanti, ne è consapevole e ha giá dimostrato di saper modificare la struttura dell'Italia.
3) Austria tosta, ma Belgio e Portogallo giocano in modo diverso
L'Austria ha fatto la sua partita. Squadra tosta, organizzata, con diversi giocatori esperti e abituati a giocare certe partite. La formazione di Foda, però, contro gli Azzurri ha curato nei dettagli la fase difensiva, rendendosi pericolosa solo in pochissime circostanze. Una squadra dunque più portata a distruggere e non far giocare che a costruire. Caratteristiche diametralmente opposte a quella che sará la prossima sfidante dell'Italia (qualunque sia tra Belgio e Portogallo). Squadre che sicuramente lasciano giocare di più e che al tempo stesso creano tanto. E nel suo percorso questa Nazionale ha fatto intendere di sapersi confrontare al meglio proprio con chi pratica questo calcio.
4) Spinazzola in forma super, fino ad ora è l'uomo in più
Una nota di merito a parte la merita Leonardo Spinazzola, che in questa prima parte di Europeo si è rivelato probabilmente il miglior esterno dell'intero torneo. Presente, sicuro, maturo, concentrato, continuo. Un martello a sinistra, un polmone inesauribile che si sta rivelando un fattore per la Nazionale di Mancini. Condizioni psico-fisiche eccezionali, con la speranza che regga a questi ritmi fino alla fine.
5) Doppio play e attacco, enigmi da risolvere
Quindi quali sono le principali riflessioni che circoleranno nella mente di Mancini nella prossima settimana? Ovviamente non possiamo rispondere, ma è abbastanza palese che i problemi da risolvere siano due. Il primo riguarda il doppio play Verratti-Jorginho, visto che l'Italia dá la sensazione di essere più incisiva con un unico play (Jorginho) e due mezz'ali di inserimento, Barella, Pessina o Locatelli che siano. Il secondo è inerente all'attacco. Immobile, Insigne e Berardi hanno faticato molto con l'Austria e non sono sembrati al top soprattutto dal punto di vista mentale, vista l'importanza di una gara ad eliminazione diretta. Meritano fiducia tutti e tre? Varierá il tridente? Lo scopriremo tra sei giorni.
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