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Rehhagel, l’Otto volante

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Pubblicato 06/07/2004 alle 10:59 GMT+2

[06/07/04] – Otto Rehhagel è salito sul trono d’Europa con la Grecia. Ripercorriamo la carriera del tecnico tedesco. Dai primi passi di calciatore, alla Coppa Europa alzata a Lisbona.

[06/07/04] – Otto Rehhagel è salito sul trono d’Europa con la Grecia. Ripercorriamo la carriera del tecnico tedesco. Dai primi passi di calciatore, alla Coppa Europa alzata a Lisbona.
Otto Rehhagel sul trono d’Europa con la Grecia. Un ceffone al calcio delle stelle e dei miliardi. Catenaccio contro calcio spettacolo, forza del gruppo contro valore dei singoli, in Portogallo il tecnico tedesco ha surclassato rivali ben più quotati, e dotati. Il successo greco può aver sorpreso molti, ma non chi conosce da vicino Otto, il vincente.
La carriera in panchina di Rehhagel inizia nel 1974, dopo aver calcato – da calciatore – i campi della Bundesliga con le maglie di Hertha Berlino e Kaiserslautern. E’ subito un successo: la sua squadra, i Kickers Offenbach, non è tra le più forti della lega e l’obiettivo massimo è la salvezza. Otto lavora come un pazzo, inculca il suo credo nei giocatori e a fine stagione si trova a pochi passi dall’Europa, in ottava posizione. Nel dicembre dell’anno seguente decide che è tempo di levare le ancore: approda al Werder Brema. La squadra è debole, le ambizioni poche e l’insuccesso è dietro l’angolo. Lascia il nord della Germania con il dente avvelenato, odia fallire e vuole una seconda chance. La otterrà, non prima di aver allenato Borussia Dortmund, Arminia Bielefeld e Fortuna Dusseldorf, con cui vince una Coppa di Germania.
Nel 1981 torna a Brema: la squadra è in seconda divisione, poco è cambiato rispetto alla prima avventura in biancoverde, ma Rehhagel ha capito dove e come cambiare. Conquista la promozione, l’anno successivo si piazza quinto in Bundesliga e trasforma una squadra che di vincente aveva ben poco, in una delle più importanti di Germania. Nel 1986/87, dopo tre secondi posti, può finalmente alzare il piatto che spetta ai campioni di Germania: König Otto, Re Otto, lo chiamano i tifosi, e a ragione. Nel 1990/91 vince la Coppa di Germania, nel 1991/92 la Coppa Coppe, nel 1992/93 è di nuovo campione di Bundesliga e l’anno seguente trionfa in Coppa di Germania.
Nel 1995/96 passa al Bayern Monaco: un errore. Si presenta in Baviera da Allenatore dell’Anno, ma i 14 anni a Brema pesano . Non è amato dai giocatori e – soprattutto – dalla stampa bavarese e si trova costretto a lasciare con il Bayern primo in Bundesliga e in finale di Coppa Uefa. Troppo anche per uno come lui, sempre in cerca di grandi sfide. Vorrebbe fermarsi, ma l’offerta del Kaiserslautern, per chi ha vestito da calciatore la maglia del club che fu di Fritz Walter, è irrinunciabile. La squadra è in B ma Konig Otto non si spaventa, anzi, compie l’impresa. Conquista subito la promozione e l’anno seguente, primo e unico tecnico della storia del campionato tedesco, vince il titolo da neopromosso proprio davanti all’odiato Bayern. Nel 2000 lascia la Germania per tentare un’avventura tutta nuova, quella di commissario tecnico della Grecia. L’esordio è amaro – 1-5 contro la Finlandia – ma le soddisfazioni arriveranno., eccome se arriveranno.
Grinta, carattere, determinazione, abnegazione, coesione: le squadre di Rehhagel si sono distinte soprattutto per questo. Otto ci mette poco ad inculcare le sue volontà nella testa dei nazionali greci . Gli ellenici iniziano a macinare gioco – o non gioco secondo alcuni –. La Grecia si qualifica all’Europeo da prima della classe, costringendo allo spareggio nientemeno che la Spagna. All’Europeo stupisce: la stessa Spagna, Francia, Repubblica Ceca e il Portogallo padrone di casa si devono arrendre. La Grecia non ha stelle, non fa parte del calcio dei milardi, ma con uno come Rehhagel in panchina nulla è scontato. Euro 2004 rilancia le quotazioni di un tecnico fin troppo sottovalutato. Konig Otto è sul trono d’Europa, Konig Otto è tornato a regnare.
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