Le 5 verità che ci ha lasciato Milan-Arsenal
Pubblicato 09/03/2018 alle 07:17 GMT+1
La squadra di Gattuso conosce l'Europa vera, dove aumenta esponenzialmente il livello di difficoltà e l'esperienza a grandi livelli fa la differenza. Se Suso non gira, poi, è notte fonda. Gunners trascinati da un Özil delizioso e da un grande Mkhitaryan: sicuri sia solo la contropartita di Sanchez?
Gigio Donnarumma delusione, Milan-Arsenal, Getty Images
Credit Foto Getty Images
Milan, in Europa è tutto diverso
13 risultati utili di fila tra tutte le competizioni non sono un fatto da buttare per una serata storta. Anzi. Però è indubbio che al grande esame europeo, quello che doveva certificare l'effettivo livello di crescita del Milan, i rossoneri hanno clamorosamente steccato. Un flop sonoro, indiscutibile. Nato dagli errori individuali dei vari Calabria e Kessié, imperdonabili in un ottavo di una grande competizione europea, da un centrocampo divorato in un sol boccone dai palleggiatori di Wenger e da un attacco incapace di far male. Se i risultati del campionato e la doppia vittoria contro il modesto Ludogorets avevano illuso, il ko con l'Arsenal racconta una semplice verità: l'Europa, per ritmi e qualità superiori alla modesta Serie A, è un mare in tempesta difficilissimo da navigare.
L'esperienza a grandi livelli fa la differenza
Degli 11 titolari schierati da Gattuso, quelli che il tecnico ha faticosamente trovato dopo settimane di rodaggio, appena 4 avevano giocato grandi sfide europee prima di ieri: Bonucci, Rodriguez, Biglia e Çalhanoglu. Donnarumma ha disputato al massimo l'Europeo Under 21, Suso al Liverpool non giocava mai. Il ko con un Arsenal a proprio agio per tutta la gara si spiega anche così: con l'abitudine a calcare i grandi palcoscenici europei, a respirare l'aria della Champions League o comunque di sfide così, che per palmares e prestigio con l'Europa League hanno poco da spartire. Come dimostrato da Real Madrid e Juventus, è un aspetto che fa la differenza. E da questo punto di vista, tra la rosa di Gattuso e quella di Wenger c'è un abisso.
Se Suso non gira sono guai
Non è esattamente il classico "palla a Suso e s'abbracciamo", ma è indubbia l'importanza che Suso riveste nel gioco del Milan. Perché è lui l'uomo più decisivo, perché è lui - assieme a Çalhanoglu - l'elemento con le più spiccate qualità tecniche presente nella rosa di Gattuso. E ieri sera si è capito una volta di più quanto una sua prestazione scadente vada a influenzare il rendimento della squadra. Sarebbe profondamente ingiusto attribuire unicamente a lui le colpe di un flop collettivo, ma l'equazione è scontata: quando lo spagnolo non gira, i problemi per i rossoneri raddoppiano. Urge trovare soluzioni alternative.
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Delusione Milan contro l'Arsenal
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Özil può fare la differenza
Non "fa": "può fare". Se è in serata. Se ha voglia. Con quello sguardo un po' così e con quell'andatura ciondolante di uno che pare sempre voler essere implorato per giocare come sa, Mesut Özil rientra ancora nella categoria "incognita", nel senso che non si sa mai se possa capitare nella giornata da 4 in pagella o in quella da 8. Se sfornerà assist al bacio o se si limiterà a passeggiare per il campo, irritando per la sua lentezza e per un atteggiamento svagato. Purtroppo per il Milan, a San Siro il mago tedesco era in serata. Eccome.
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Ozil contro il Milan
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Mkhitaryan non è solo la contropartita di Sanchez
Sicuri che nello scambio tra Alexis Sanchez ed Henrikh Mkhitaryan sia stato il Manchester United a guadagnarci? Il cileno è un calciatore di livello altissimo, ma l'armeno, nonostante un anno e mezzo dimenticabile alla corte di Mourinho, non gli è da meno. Ha qualità, intelligenza, capacità di pungere anche partendo dall'esterno. A rubare l'occhio a San Siro è la classe di Özil, ma pure lui incanta per tutto il primo tempo. Un acquisto invernale sottovalutato, oscurato dal contesto dello scambio con Sanchez, ma preziosissimo.
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