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United-Roma 6-2, 5 verità: altro incubo giallorosso a Old Trafford, ma quanta sfortuna

Francesco Sessa

Aggiornato 30/04/2021 alle 10:31 GMT+2

EUROPA LEAGUE - La Roma vive un'altra serata da dimenticare a Old Trafford dopo il 7-1 del 2007 in Champions League. I giallorossi devono fare i conti con una sfortuna impietosa, ma nel tracollo della ripresa ci sono anche tanti errori e una fragilità evidente. Il centrocampo di Fonseca, senza Veretout, è stato surclassato.

L'infortunio di Jordan Veretout - Manchester United-Roma Europa League 2020-21

Credit Foto Getty Images

Manchester United-Roma, semifinale d'andata di Europa League, è terminata con il punteggio di 6-2. Gara arbitrata da Carlos del Cerro Grande, in virtù di questo risultato gli uomini di Solskjaer vedono la finale di Danzica, mentre la formazione di Fonseca ha praticamente fallito l'ultimo obiettivo stagionale. A segno Bruno Fernandes (doppietta), Cavani (doppietta), Pogba e Greenwood per i Red Devils, mentre i giallorossi hanno trovato il gol con Pellegrini e Dzeko. Di seguito, vediamo le cinque verità che ci ha lasciato il match di Old Trafford.

1) Old Trafford ancora teatro degli incubi

E pensare che nella parola “Manchester” c’è un po’ di Roma, con quel “chester” che deriva dal “castrum” (villaggio, accampamento) dei latini e che caratterizza diverse città inglesi. Ma il campo sa essere più spietato della storia e la Roma esce ancora una volta da Old Trafford con una batosta dolorosa. Il 7-1 del 2007 è nella memoria di tutti, prima della sfida di Europa League i giallorossi avevano perso tre volte su tre in casa dei Red Devils. Niente da fare: il 29 aprile 2021 è un’altra data da dimenticare per i tifosi romanisti, che dopo aver caricato la squadra prima della partenza per l’Inghilterra sono costretti a leccarsi le ferite. L’unico obiettivo rimasto è di fatto andato, Old Trafford è stato ancora una volta teatro degli incubi più atroci per la Roma.
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Il gol di Buno Fernandes - Manchester United-Roma Europa League 2020-21

Credit Foto Getty Images

2) La sfortuna si accanisce sulla Roma

A dare la mazzata ai sogni di gloria della Roma sono stati sì l’incubo Old Trafford e la reazione del Manchester United, ma anche la sfortuna ha fatto la sua parte. Non possiamo sapere cosa sarebbe successo senza i tre infortuni del primo tempo, ma con Veretout, Pau Lopez e Spinazzola in campo per tutta la partita il discorso qualificazione potrebbe essere ancora aperto. Anche perché Villar, con Diawara, è stato surclassato dal centrocampo dello United; Mirante è stato imperfetto almeno su due gol dei Red Devils; Spinazzola ha giocato 37’ di ottimo livello, dando anche il via all’azione del 2-1 di Dzeko. Per i giallorossi, evidentemente, non era serata. Ma nell’analisi del risultato finale non si può non prendere in considerazione la sfortuna che si è accanita senza maschere.

3) Ma giallorossi troppo fragili

La sfortuna è stata una componente chiave nella debacle giallorossa, ma non può essere l’unica chiave di lettura. Cinque gol in un tempo non sono giustificabili solamente con la perdita di uomini importanti: la Roma si è sciolta come neve al sole e ha messo in mostra tutte le sue fragilità. Tanti palloni persi, errori nel tenere la posizione, avversari lasciati indisturbati a pochi passi dalla porta di Mirante: nella ripresa gli uomini di Fonseca hanno perso tutti i riferimenti e sono andati in palla. Nelle difficoltà si può tirare fuori il meglio di sé o si può naufragare: il finale di primo tempo faceva pensare che la Roma fosse pronta per intraprendere la prima strada, ma nella ripresa è stato buio pesto. Segnale preoccupante, che dimostra come ai giallorossi manchi ancora qualcosa, soprattutto nelle grandi sfide: l’Europa, a differenza dei quarti contro l'Ajax, non è stata un toccasana. Va detto anche che ci sono anche stati gli episodi sfavorevoli: il rigore che ha portato al 4-2 dello United rimane molto dubbio.
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Edinson Cavani of Manchester United in action during the UEFA Europa League Semi-final First Leg match between Manchester United and AS Roma

Credit Foto Getty Images

4) Senza Veretout, centrocampo a picco

L’uscita di scena prematura da parte di Veretout ha messo in mostra tutta la fragilità del centrocampo giallorosso in assenza del francese. Diawara e Villar sono stati surclassati dagli avversari su tutti i livelli: intensità, agonismo, anche pulizia dei passaggi. Il centrocampo della Roma è letteralmente crollato con il passare dei minuti e ha pagato la differenza di peso rispetto a quello dello United: Diawara nella ripresa ha vissuto qualche momento di totale blackout, con alcuni sanguinosi palloni persi sulla trequarti; Villar ha dimostrato di avere ancora tanta strada da fare, soprattutto quando il ritmo della partita aumenta sensibilmente di giri.

5) Bruno Fernandes, che meraviglia

In Italia abbiamo assistito all'origine di un talento che continua a incantare con la maglia dello United. Il portoghese ha triturato la Roma con due gol e altrettanti assist, dimostrando ancora una volta di essere lui il fulcro dei Red Devils lanciati verso la finale di Europa League. Il già citato centrocampo giallorosso ha facilitato le cose all'ex Sampdoria, che nella ripresa è salito di colpi e ha indirizzato la sfida. Lo United non è solo il nativo di Maia, ma con lui gli inglesi sanno che possono inventare da un momento all'altro. Quello che continua a stupire è la facilità di pensiero e calcio di Fernandes, che ora cerca un titolo importante per fare un'ulteriore step in una carriera che, gradino dopo gradino, l'ha portato in altissimo.
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Fonseca: "Sarà dura recuperare. Il rigore? Non c'era"

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