Le 5 verità di Porto-Roma: giallorossi meglio in tutto in parità numerica. Ancora una volta l'arbitro non convince
EUROPA LEAGUE - Le cinque verità del match del Do Dragao: fino all'espulsione di Cristante la Roma si è dimostrata superiore al Porto sotto Cogni punto di vista. Un ottimo Baldanzi non. ha fatto rimpiangere Dybala, uscito per infortunio. Il tedesco Stieler gestisce male la gara e fa imbestialire persino Ranieri. E Rodrigo Mora diventerà un grandissimo.
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Porto-Roma, gara di andata dei playoff di Europa League, è terminata sul punteggio di 1-1 grazie ai gol di Celik e Moura: un pareggio che tiene tutto aperto in vista del ritorno, quando all'Olimpico i giallorossi avranno una grande occasione per passare il turno. Ma quali sensazioni ha lasciato questo match? Scopriamolo analizzando la partita in cinque punti, ovvero attraverso le cinque verità.
1) ROMA, CREDICI: SEI PIù FORTE
Il pareggio del Do Dragao lascia un po' di amaro in bocca visto l'andamento della partita. Prima dell'espulsione ingenua di Cristante infatti la Roma era apparsa decisamente superiore a un avversario comunque spigoloso, ma che era stato inibito alla grande grazie anche all'ottima preparazione della partita da parte di Ranieri. Importantissimo aver difeso il risultato nel finale: il pareggio permette ai giallorosso di affrontare il ritorno con grande fiducia, specialmente potendo contare sul fattore Olimpico che nelle serate europee che contano nel recente passato ha spesso fatto la differenza.
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Zeki Celik of AS Roma celebrates after scored the first goal for his team during the UEFA Europa League 2024/25 League Knockout Play-off First Leg match between FC Porto and AS Roma at on February 13, 2025
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2) LA SQUADRA C'è ANCHE IN TRASFERTA
Non è arrivata la vittoria, ma la Roma sembra aver trovato finalmente la via giusta anche in trasferta in una stagione che fino a qualche settimana fa aveva riservato moltissimi dolori lontano dalla Capitale. Dopo i successi contro Udinese e Venezia arriva un pari al Do Dragao dopo una prestazione dalla quale emergono mentalità, attaccamento al risultato, capacità di reagire alle avversità e persino un gioco convincente fino a quando la contesa si è espressa in situazione di parità numerica. Se nella prova da dentro o fuori con il Milan era arrivata una bocciatura senza appello, stavolta l'esame i giallorosso lo hanno superato a pieni voti: la strada è tracciata e ora va seguita con convinzione, perché è così che si raccolgono soddisfazioni anche lontano dal proprio fortino.
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Claudio Ranieri (Roma)
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3) c'è vita oltre dybala
Alzi la mano chi al cambio Dybala-Baldanzi non ha pensato a un'immediata regressione complessiva della Roma. E invece l'ex Empoli è uno dei migliori della serata giallorosa al netto della sfortunatissima deviazione sul pari di Moura, nata comunque da un eccesso di generosità. Ma al di là della prestazione del singolo sorprende in positivo la capacità della squadra di non scomporsi dopo aver perso il proprio faro tecnico e spirituale, l'uomo certamente più importante nonché quello in cui i compagni ripongono più fiducia. Eppure i giallorosso hanno continuato a macinare gioco, trovando un gol meritato e non abbassando mai il livello dal punto di vista della qualità della propria proposta. Imparare a fare a meno dei migliori è uno dei punti di forza delle grandi squadre: la Roma non lo è ancora, ma ora sa che senza la Joya a calcio si può giocare lo stesso.
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Dybala durante Porto-Roma
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4) STIELER, così non va
Stavolta non ci sono episodi degli di nota da commentare, ma una gestione complessiva della partita estremamente discutibile da parte del direttore di gara Stieler. Catapultato in una partita complessivamente arcigna e rognosa come ampiamente pronosticabile, l'arbitro tedesco ha optato per un incomprensibile regime di terrore strutturato su un'enormità di cartellini: ben sei nel solo primo tempo, 10 complessivi di cui ben sette tra le fila giallorosse. Piuttosto curiosi anche i vari siparietti intrattenuti con i giocatori, quasi a giustificare un pugno duro imposto sin dalle primissime battute che la partita non richiedeva e che ha contribuito solamente a innervosire le squadre in campo. La direzione di gara risulta a giochi fatti molto punitiva specialmente per la Roma, che in vista del ritorno perde Cristante (espulso per doppia ammonizione) e Saelemaekers per diffida, punito ingiustamente dopo essere stato provocato da Moura. Ranieri nel post partita era furioso e ha preteso che i suoi giocatori non salutassero il fischietto tedesco: per far arrabbiare un santo come lui...
5) MORA SARà UN FUORICLASSE
Se uno stadio esigente come il Do Dragao fischia a più non posso all'annuncio del cambio di un ragazzino di 17 anni, vuol dire che quel ragazzino è tremendamente bravo. Francisco Mora non è ancora maggiorenne, ma si è già preso il Porto e soprattutto le attenzioni della platea internazionale a suon di giocate di alta classe e lampi di genio, ma soprattutto grazie alla maturità espressa anche in una sfida sulla carta così complicata da interpretare e gestire soprattutto dal punto di vista mentale essendo pur sempre un dentro o fuori. Non è un caso che le big di tutta Europa siano già pronte a litigarselo: i futuri campioni li riconosci subito, e se Mora continuerà su questa strada sarà uno dei volti del calcio internazionale da qui ai prossimi 20 anni.
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