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La favola del Sutton United che fa tremare le gambe all'Arsenal

Stefano Fonsato

Pubblicato 03/02/2017 alle 19:25 GMT+1

Sedicesimi nella quinta serie inglese, i dilettanti londinesi, giunti agli ottavi di FA Cup, sono una realtà dai mille aneddoti: dal manager dalla sigaretta elettronica sempre accesa, al secondo portiere 45enne che pesa 120 chili. Passando per un trionfo internazionale, datato 1979, che i tifosi del Chieti ancora ricordano. E i Gunners? Non si dimentichino di quel giant killing del 1985...

Sutton United players celebrate at the end of the match

Credit Foto Reuters

Ogni qual volta si taglia il traguardo di un'impresa storica, tutto diventa automaticamente epico. Le contaminazioni di ambito abbondano, i destini si incrociano, la parola "favola" si spreca e si scoprono protagonisti a dir poco anticonvenzionale, posto che fino a dieci minuti prima tutti ignorassero l'esistenza. Per questo, la storia del Sutton United, la formazione di dilettanti di quinta serie giunta agli ottavi di finale di FA Cup dove incontrerà sua maestà l'Arsenal, è molto più del portiere di riserva 45enne in evidente sovrappeso. Ma, tranquilli, arriveremo anche a lui.
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Il difensore goleador del Sutton United Jamie Collins, portato in trionfo dopo la vittoria in FA Cup contro il Leeds United (LaPresse)

Credit Foto LaPresse

Sutton, il borough da cartolina

Partiamo dalla collocazione geografica: Sutton fa parte di quel brulicare calcistico del sud londinese, che trova libero sfogo nella "Non-League", termine che definisce tutti quei campionati pari o inferiori alla quinta serie, proprio da dove le U's provengono. Il loro campionato, la Vanarama League National (la vecchia Conference), equivarrebbe alla nostra Eccellenza, posto che la fisicità del calcio inglese mescola troppo le carte per lanciarsi in qualsivoglia paragone. Un torneo in cui i londinesi non stanno nemmeno interpretando nel migliore dei modi, barcamenandosi in sedicesima posizione.
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Sutton's Roarie Deacon scores a goal that was disallowed

Credit Foto Reuters

Il quartiere di provenienza, o per meglio dire "borough", è tra i più residenziali di Londra, verdi e sicuri della capitale, tanto che il 97% degli abitanti dice di sentirsi perfettamente al sicuro, quando passeggia per strada. In questa zona va più forte il cricket ma quando rotola una palla esagonale, per gli inglesi, non esiste "altro sport" che tenga.
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L'ingresso nel minuscolo impianto del Gander Green Lane, casa del Sutton United (LaPresse)

Credit Foto LaPresse

Le "Giraffe" del Gander Green Lane

Dunque, quando giocano le "Giraffe" (così chiamati i giocatori per la loro sgargiante divisa gialla), ci si dà tutti appuntamento al Gander Green Lane.
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Janny The Giraffe, la giraffa mascotte del Sutton United (LaPresse)

Credit Foto LaPresse

Dove si sta essenzialmente in piedi e i seggiolini della tribuna sono blu, perché donati dal Chelsea, che qui a Sutton gestisce una soccer school.
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Veduta del Gander Green Lane, casa del Sutton United (LaPresse)

Credit Foto LaPresse

Cinquemila posti (con molta fantasia) ai bordi del cosiddetto "pitch", hanno ospitato il Leeds United (e ancor prima il Wimbledon) nei sedicesimi di Coppa d'Inghilterra. Tifosi stipati sia da una parte che dall'altra: dietro le porte, lungo la linea laterale. Oltre a spogliatoi spartani, sudici quasi in modo affascinante, tanto per ricordare che qui, prima di tutto, si mangia la polvere, poi si pensa a giocare a calcio.
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Sutton United-Leeds United, FA Cup 2016-2017: i tifosi del Leeds United assiepati tra gli spalti del minuscolo Gander Green Lane (LaPresse)

Credit Foto LaPresse

Gunners a disagio negli spogliatoi? Se ne faranno una ragione

E non è che quando, lunedì 20 (in posticipo) arriverà l'Arsenal, si cambierà location. Assolutamente No, questa stramaledetta abitudine fa parte del calcio continentale. Alexis Sanchez e compagni giocheranno proprio al "Gander Green Lane", dal campo sintetico - fatto insolito per il football britannico - "dono" del manager Paul Doswell, che ha pagato di tasca sua per rifare il manto erboso.

Il pittoresco manager Paul Doswell e il portiere da 120 chili

Doswell, tifosissimo del Southampton è un pittoresco allenatore che, in panchina, non si separa mai dalla sigaretta elettronica.
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L'allenatore del Sutton United Paul Doswell, portato in trionfo dopo la vittoria in FA Cup contro il Leeds United (LaPresse)

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Uno dalle scelte bizzarre, come quella di voler continuare a puntare su un secondo portiere di 120 chili e 45 anni di età, Wayne Shaw, detto "Roly Poly Goalie" (il "Portiere Cicciotto") e "The Big Man", anch'egli tifoso del Southampton, "dalla grande agilità, a dispetto del suo aspetto fisico", ha assicurato il manager di soli 5 anni più anziano.
I due, amici per la pelle, hanno già in tasca i biglietti per Wembley per assistere alla finale di League Cup tra Saints e Machester United. Per la cronaca, "Roly Poly Goalie" è diventato talmente celebre da aver ispirato una linea di magliette col suo volto sorridente e rassicurante....

Il rigore di Collins al "Maledetto United" simbolo dell'impresa

In FA Cup, però, tra le migliori 16, il Southampton non ci sarà, già eliminato. Bensì, Doswell e il suo Sutton, che prima del Leeds, aveva eliminato Wimbledon, Celtenham Town e Dartford. I tifosi delle giraffe hanno seguito il sorteggio tutti insieme in un pub e hanno esultato all'abbinamento con i Gunners.
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L'esultanza dei tifosi del Sutton United alla notizia del sorteggio con l'Arsenal negli ottavi di finale di FA Cup

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Un po' come, nel fil "Il Maledetto United" Brian Clough e Peter Taylor - manager a quei tempi del Derby County - esplosero di gioia quando videro alla tv il nome del Leeds abbinato a quello delle Rams. Ma "The Damned" il Sutton l'ha già incontrato e sconfitto, grazie al'1-0 ottenuto dalla trasformazione del dischetto del difensore Jamie Collins: uno di quei casi in cui la realtà supera ogni tipo di fantasia...
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Sutton United's Jamie Collins scores their first goal from the penalty spot

Credit Foto Reuters

L'insolito derby. E l'incubo York City per l'Arsenal

Ad ogni buon conto, strano ma vero, le gambe dei Gunners hanno già cominciato a tremare. Perché? E proprio all'interno di uno scenario simile che l'Arsenal fu protagonista - in negativo - di uno dei più grandi "giant killing" della storia della FA Cup. Era il 26 gennaio 1985 quando il piccolo York City, ottavo in terza serie, sconfisse 1-0 i londinesi su un campo completamente ghiacciato, dopo un'abbondante nevicata e la volontà di centinaia di abitanti di York di spalare il campo per permettere la regolare disputa dell'incontro.
Ma, d'altronde, quando ci si abbandona a un sorteggio totalmente integrale come nella prassi della FA Cup - unico esempio di "open" calcistico, in cui cioè può iscriversi anche la squadra del pub - tutto è possibile e una favola da raccontare ci sarà sempre. Prendere esempio, una volta per tutte, per la tanto agognata riforma della nostra Coppa Itala.

La favola del destino: nel nome di John Rains

Destino perché l'impresa del Sutton è arrivata a un lustro esatto dalla scomparsa di John Rains, spentosi il 2 febbraio 2012 a 57 anni. Centrocampista prolifico e manager storico delle U's, Rains era in campo in un'altra grande impresa del Sutton. Di livello internazionale, passata in questi giorni inspiegabilmente nel dimenticatoio a favore di quel nozionismo calcistico da tifoso medio. Nel 1979, infatti, il Sutton si aggiudicò infatti il Torneo Anglo-Italiano, organizzato a quei tempi tra squadre semiprofessionistiche italiane e inglese. Nella finale di quella edizione, disputata al "Guido Angelini" di Chieti, il Sutton United vinse a sorpresa 2-1 contro i neroverdi teatini, grazie alle reti di Bobby Southan e, per l'appunto, John Reims. "Lassù contro l'Arsenal, avremo un tifoso in più", dicono da queste parti, sperando nell'ennesimo giant killing.
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