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Francesca ‘La tifosa di Messi’, la madre che non ha mai smesso di credere nel sogno del figlio

Stefano Dolci

Aggiornato 02/11/2016 alle 15:07 GMT+1

Francesca Mazzei, madre di Francesco Messori, il ragazzo che ha fondato la Nazionale Italiana Calcio Amputati e ha realizzato il suo sogno di giocare a calcio pur potendo contare su una sola gamba, la sinistra, in un bel libro racconta in prima persona come è riuscita a non inchinarsi alle difficoltà e a dimostrare che i sogni possono essere più forti della disabilità.

2016, Francesco Messori, Francesca Mazzei, Stefano Messori

Credit Foto Other Agency

Ho imparato che la vita non ti fa sconti però ti dà sempre le armi per combattere la battaglia e provare a vincere
Questa è la lezione che ha imparato Francesca Mazzei, 43enne Tecnico di Laboratorio presso il Servizio Anatomia Patologica del Policlinico di Modena, madre di Francesco Messori: un ragazzo molto speciale che a neanche 18 anni (li compirà il prossimo 22 novembre, ndr) ha realizzato il sogno di giocare a calcio, e incontrare il proprio idolo Leo Messi, pur potendo contare su una sola gamba, la sinistra. La storia di Francesco, ideatore e fondatore della Nazionale Italiana Amputati di calcio, pur se diventata di pubblico dominio, andava sviscerata e raccontata come si deve e a farlo, molto bene, ci ha pensato in prima persona mamma Francesca in un libro di 112 pagine, scritto a quattro mani con lo scrittore e regista Francesco Zarzana, dal titolo “La Tifosa di Messi” (Edizioni A.Car).
Copertina 'La Tifosa di Messi'
Un libro nel quale si piange e si ride, ci si emoziona e si apprezza l’importanza di avere fede, coraggio e soprattutto non farsi travolgere dal pessimismo, dalle difficoltà prima ancora che esse si manifestino. Perché in fondo, pur con una gamba in meno, ma col sostegno e l’amore di una famiglia che crede nel tuo sogno, nulla è impossibile da realizzare…
Non c’è stato un momento in cui mi sono pentita di aver messo al mondo Francesco nonostante la sua menomazione – racconta Francesca, che da giovane ha fatto la calciatrice nella Correggese – quando il dottore che seguiva la mia gravidanza mi disse che Francesco, sarebbe venuto al mondo senza la gamba, il rene destro e altre menomazioni (un emivertebra che lo costringerà a sottoporsi all’ennesimo delicato intervento chirurgico all’età di 10 anni, e con un’atresia esofagea, ossia un distacco dell’esofago dallo stomaco) mi ricordo che dissi ‘non farà il calciatore ma mal che vada suonerà il piano come suo padre’. Avevo 25 anni e l’incoscienza e gli ideali mi hanno aiutato ad essere positiva e a non guardare mai cosa mancava ma a valorizzare ed apprezzare quanto di buono c’era. Facendo mia una frase di Simona Atzori (la celebre artista, pittrice e ballerina nata senza braccia dalla nascita, ndr) ripeto spesso che la gamba di mio figlio è rimasta in cielo ma nessuno ne ha mai fatto una tragedia. Sulla pelle ho imparato che questo è il miglior modo di affrontare la disabilità. Nella vita più ti spendi per il prossimo e più trai benefici o guadagni da questo impegno. Perché solamente per l’emozione che ho provato a vedere mio figlio in campo nella prima partita ufficiale della Nazionale Amputati ne è valsa la pena….
Uscito ormai da qualche settimana in libreria il libro, che vanta la doppia prefazione di Bruno Pizzul e Emiliano Mondonico, è già giunto alla seconda ristampa. Il ricavato dei proventi del volume saranno interamente devoluti a favore della Nazionale Italiana Calcio Amputati che il prossimo anno si disimpegnerà nei Campionati Europei. La speranza però è quella di entrare al più presto nella famiglia degli sport paralimpici. Perché il prossimo capitolo della storia del ‘Messi’di Correggio' non può che essere a cinque cerchi…
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