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I 50 attacchi più forti degli ultimi 30 anni (4/5)

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DaEurosport

Aggiornato 16/06/2020 alle 10:08 GMT+2

Dal 1990 al 2020 a livello nazionale ed internazionale si sono messi in luce tantissime coppie e tridenti d'attacco: da Romario-Bebeto a Messi-Suarez-Neymar, da Gullit-Van Basten alla BBC (Bale-Benzema-Ronaldo) da Del Piero-Trezeguet fino a Vialli-Mancini abbiamo selezionato per voi le 50 coppie/tridenti offensivi migliori. Vi spieghiamo perché hanno segnato un'epoca.

Gli attacchi più forti: 4a puntata

Credit Foto Eurosport

Dopo avervi coinvolto nelle scorse settimane chiedendovi di eleggere il miglior calciatore della Serie A degli ultimi 30 anni (Roberto Baggio) e il miglior allenatore del mondo dal 1990 ad oggi (Carlo Ancelotti), questa volta è la redazione di Eurosport a mettersi in gioco. Abbiamo provato a selezionare i 50 attacchi che a livello, sia nazionale che internazionale. sono entrati nell’immaginario collettivo con i loro gol negli ultimi 30 anni. Da oggi e nelle prossime 4 puntate (una ogni giovedì) passeremo in rassegna 10 coppie (o tridenti) di attaccanti che con le loro prodezze hanno a loro modo segnato un’epoca, vincendo titoli o semplicemente facendo sognare orde di tifosi. Buon divertimento!
PUNTATE PRECEDENTI

Mané-Firmino-Salah

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Roberto Firmino, Mohamed Salah e Sadio Mane: il tridente delle meraviglie di un Liverpool veloce e verticale

Credit Foto Getty Images

  • Squadra: Liverpool
  • Stagioni insieme: 3 (2017/18-oggi)
  • Trofei vinti: 3 (1 Champions League, 1 Supercoppa Europea, 1 Mondiale per Club)
Da 124 a 300 milioni in un triennio. Gli affari li sanno fare bene a Liverpool, la città dei Beatles. Dall’arrivo di Momo Salah nel Merseyside, il trio composto dall’egiziano ex giallorosso, dal brasiliano con un passato teutonico all’Hoffenheim e dal senegalese vice-campione della Coppa d’Africa ha rivoluzionato gli equilibri in Inghilterra e in Europa, diventando il nemico numero 1 anche delle difese più blasonate. Lo sanno bene la Roma e Alisson che nella semifinale di Champions di due anni fa incassarono tra andata e ritorno 9 gol, di cui sei firmati dal tridente delle meraviglie di Jurgen Klopp. Quella sera all’Olimpico segnarono la loro 29ª rete nella competizione europea. Il record di 28 era detenuto dalla “BBC galactica” nella stagione 2013-14. Benzema, Bale e CR7, complice un Karius nella sua serata peggiore, si presero la rivincita a Kiev poche settimane dopo.
Una lezione che servì ai tre moschettieri Reds per affinare alcuni meccanismi e migliorare la sinergia con i compagni di squadra. Per dare meno punti di riferimento agli avversari Firmino e Manè incominciarono a invertire sempre più spesso le loro fasce di competenza durante i 90 minuti, Salah interiorizzò il concetto di gegenpressing che ha fatto le fortune di Klopp al Borussia Dortmund. Alexander-Arnold e Robertson aggiunsero velocità e imprevedibilità nelle sovrapposizioni. Il Liverpool diventò una macchina da guerra sulle note del You’ll Never Walk Alone. E i risultati arrivarono: prima la Coppa dalle grandi orecchie contro Pochettino e poi, salvo catastrofi sportive, il primo titolo nazionale a distanza di 30 anni ai danni di Pep Guardiola. Salah, Firmino, Manè e Klopp hanno finalmente riportato Liverpool sul tetto del mondo come quel quartetto di “scarafaggi”. (Matteo Zorzoli)
SalahFirminoMané
Gol e presenze Premier 2017/1832 (36)15 (37)10 (29)
Gol e presenze Premier 2018/1922 (38)12 (34)22 (36)
Gol e presenze Premier 2018/1916 (26)8 (29)14 (26)
Totale 151 gol in tre annate

Messi-Eto'o-Henry

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Lionel Messi, Samuel Eto'o e Thierry Henry al Barcellona

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  • Squadra: Barcellona
  • Stagioni insieme: 2 (2007-2009)
  • Trofei vinti: 3 (una Liga, una Champions League, una Coppa di Spagna)
Un Triplete è per sempre. La storia recente del Barcellona è fatta di grandi imprese, ma chi si ricorda esattamente il principio della macchina blaugrana? Qualcuno potrebbe dire il lavoro svolto da Frank Rijkaard... E non ha per nulla torto. Quel Barcellona, guidato da Rijkaard, e che vinse la Champions nel 2006, ha continuato a vincere anche nelle stagioni successive. Fu proprio il tecnico olandese a mettere in piedi il tridente Messi-Eto'o-Henry, prima del perfezionamento attuato da Guardiola che realizzò il Triplete nella stagione 2008-2009. Xavi e Iniesta erano i padroni assoluti del centrocampo (con Yaya Touré a fare da scudo), mentre in avanti il vero segreto dei tre è che nessuno dava punti di riferimento. Sfido, ancora oggi, a trovare chi facesse davvero la prima punta, chi l'esterno d'attacco, chi addirittura il trequartista. La vera particolarità del tridente è che nessuno aveva una posizione fissa da ricoprire, e che tutti e tre erano abili a muoversi in base all'azione e al posizionamento della difesa avversaria. Certo, dovevano incastrarsi vari fattori, ma questo risultato fu frutto di un allenamento cominciato già anni prima quando, con Eto'o e Messi, c'era un fenomeno come Ronaldinho. Poi arrivò Henry ad alimentare quel 'gioco' fatto di ombre e di movimenti atti a scatenare le reazioni delle difese avversarie, che si rivelavano essere poi solo delle trappole per l'inserimento di 'altri' sul lato debole.
Il manifesto del tridente Messi-Eto'o-Henry con la vittoria 6-2 al Real Madrid
In un solo anno arrivarono Champions League, Coppa del Re e campionato, rompendo la striscia positiva che aveva messo in piedi il Real Madrid. La partita manifesto di quel tridente fu proprio la vittoria al Bernabéu contro il Real: e dire che Eto'o non segnò neanche un gol... Doppietta di Herny, doppietta di Messi e il Barça vinse 6-2, proprio con tutta questa serie di movimenti dei tre davanti che non davano respiro alla difesa avversaria. Fu proprio una giornataccia per Sergio Ramos (all'epoca terzino), Cannavaro, Metzelder e Heinze.
E a fine anno arrivò il Triplete, il primo club spagnolo - pardon catalano - a farlo nella storia del calcio. Prima di quel Barcellona ci riuscirono solo Celtic (1967), Ajax (1972), PSV (1988) e Manchester United (1999). Dopo del Barça fu la volta di Inter, Bayern Monaco e ancora Barcellona (2015), ma con l'MSN (lo racconteremo in un'altra puntata). Insomma, guardando i numeri non una roba da poco. Proprio in quell'edizione di Champions, per esempio, il tridente Messi-Eto'o-Henry realizzò 32 gol. Sì avete capito bene, solo in Champions League. Quel tridente avrebbe potuto vincere ancora e ancora, ma Eto'o fu ceduto all'Inter (non era in sintonia con Guardiola) in cambio di Ibrahimovic. Ed Eto'o fu bravo a fare un Triplete altrove, proprio con i nerazzurri. (Luca Stamerra)
StagioneLionel MESSISamuel ETO'OThierry HENRY
Gol (presenze) Liga 2007-200810 (28)16 (18)12 (30)
Gol (presenze) Liga 2008-200923 (31)30 (36)19 (29)
Totale33+46+31 = 110 gol in due annate

Romario-Bebeto

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Bebeto, Romario e Mazinho a Usa 94

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Squadra: Brasile / Vasco da Gama
  • Stagione insieme: 1987-1996
  • Trofei vinti: 4 (1 Mondiale / 1 Confederations Cup/ 1 Copa America/ 1 Argento Olimpico)
Romario-Bebeto fa rima con USA 94 e con quella trionfale cavalcata del Brasile Campione del Mondo. In due segnarono 8 degli 11 gol del Brasile Carlos Alberto Parreira e incantarono l'inusuale platea stelle e strisce. Questa volta non riferiamo di due attaccanti dalla caratteristiche agli antipodi ma complementari: Romario e Bebeto erano due brevilinei capaci di trattare il pallone con maestria e una tecnica tipicamente brasiliana, letali in area di rigore e pronti a sfruttare la minima esitazione della difesa avversaria o il singolo centimetro concesso dal diretto marcatore.
Di estrazione sociale diversa e rivali in patria con le maglie di club, composero una coppia formidabile in quel Mondiale americano segnando nei momenti più importanti: a conti fatto solo la stoica difesa azzurra capitanata da Franco Baresi nella finalissima li silenziò, ma Romario trasformò il suo rigore con freddezza da consumato killer; quanto a Bebeto, l'errore di Roberto Baggio gli "impedì" di sfruttare il suo match point dal dischetto. Ma a quel punto la festa nel nome di Ayrton Senna era già iniziata. Si ritrovarono per un breve intermezzo tra 2001 e 2002 nel Vasco da Gama (a casa di Romario) e ormai i rapporti tra loro erano idilliaci; quando si vince un Mondiale così la fratellanza non può che essere cementata. Memorabile la loro esultanza mimando il gesto della culla. (Paolo Pegoraro)
ROMARIOBEBETO
Gol e presenze a Usa '945 (7)3 (7)
Gol e presenze in Nazionale55 (70)35 (79)
Gol e presenze Vasco da Gama 2001-0235 (43)2 (8)

Robben-Lewandowski-Ribery

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Thomas Müller, Robert Lewandowski, Franck Ribéry, Niko Kovac e Arjen Robben

Credit Foto Imago

Squadra: Bayern Monaco
  • Stagioni insieme: dal 2014 al 2019
  • Trofei vinti: 5x Bundesliga, 2x Coppa di Germania, 3x Supercoppa di Germania
All’inizio della stagione 2014-2015, Pep Guardiola, allora allenatore del Bayern Monaco, aveva bisogno di revitalizzare l’attacco bavarese. Fu così che i Rossi approfittarono di un trasferimento eccellente a costo zero: Robert Lewandowski. Il polacco si era affermato da anni come uno dei migliori numeri 9 sul pianeta, e con i gialloneri aveva sfiorato il sogno Champions League, sfumato a causa della zampata decisiva di Robben nel derby teutonico consumatosi a Wembley nel 2013. Ma grazie a quel trasferimento, le carte in tavola erano cambiate: Lewa, assieme a Robben e Ribéry, andò a formare un tridente pirotecnico, che confermò l’egemonia casalinga del Bayern Monaco per un intero lustro. Dal 2014 al 2019 il polacco firmò 191 gol in 242 presenze, coadiuvato dalla velocità e dagli assist di un Ribéry nel fiore degli anni. Il duo “Robbery” era ben rodato da tempo, e questo grazie alla leadership dell’ala olandese nello spogliatoio dei bavaresi; il movimento a rientrare, da destra verso sinistra, è diventato un suo marchio di fabbrica, tanto prevedibile quanto impossibile da disinnescare. Ribéry e Robben erano due ali facilmente interscambiabili, e questo garantiva quel pizzico di imprevedibilità alla manovra offensiva che risultava letale per qualsiasi difesa. Con l’addio dei due veterani nel 2019, il Bayern ha vissuto una crisi creativa là davanti, che oggi è stata solo parzialmente risolta.
GOL (PRESENZE) STAGIONE 2014-2015GOL (PRESENZE) STAGIONE 2015-2016GOL (PRESENZE) STAGIONE 2016-2017GOL (PRESENZE) STAGIONE 2017-2018GOL (PRESENZE) STAGIONE 2018-2019
ARJEN ROBBEN19 (30)7 (22)16 (37)7 (34)6 (19)
ROBERT LEWANDOWSKI25 (49)42 (51)43 (47)41 (48)40 (47)
FRANCK RIBERY9 (23)2 (22)5 (32)6 (34)7 (38)
Totale: 257 gol in 3 annate

Pires-Henry-Bergkamp

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Bergkamp, Pires e Henry

Credit Foto Getty Images

Squadra: Arsenal
  • Stagioni insieme: 6 (2000-2006)
  • Trofei vinti: 7 (2 Premier League, 3 Coppe d'Inghilterra, 2 Community Shield)
L'Arsenal degli Invincibili. Una squadra che ha dominato la Premier League in lungo e in largo ma che, purtroppo per i tifosi Gunners, non ha saputo esportare questa leadership anche in Europa. Il tridente formato da Robert Pires, Titi Henry e Dennis Bergkamp ha fatto le fortune della prima era Wenger, a maggior ragione se si pensa che il club londinese aveva acquistato i tre fuoriclasse per una cifra complessiva inferiore ai 35 milioni di euro. La stagione 2003-04 fu l'apoteosi: 38 partite senza mai perdere, 26 vittorie e 12 pareggi contro avversari di tutto rispetto. Era il primo anno di Roman Abramovich alla guida del Chelsea: il magnate russo spese 150 milioni di euro per rinforzare i Blues. C'era lo United di Sir Alex Ferguson, orfano di Beckham ma pronto ad accogliere un certo Cristiano Ronaldo. E poi il Liverpool di Gerrard, Carragher e Owen e il Newcastle di Alan Shearer.
La coppia Bergkamp-Henry non fece prigionieri in giro per l'Inghilterra. Le King e The Dutch Master: classe, eleganza, assist e gol. Dopo il flop alla Juventus, quando il francese cambiava marcia non ce n'era per nessuno. L'olandese, incompreso sulla sponda nerazzurra del Naviglio ed entrato nella Hall of Fame del calcio inglese, incantava Highbury con la sua fantasia. Ai due si aggiungeva il genio e la sregolatezza di Pires, la Papera, come aveva chiamarlo l'allenatore alsaziano. Tre così all'Emirates non si sono più visti. (Matteo Zorzoli)
Premier LeaguePIRESHENRYBERGKAMP
2000-014 gol (33 presenze)17 gol (35 presenze)3 gol (25 presenze)
2001-029 gol (28 presenze)24 gol (33 presenze)9 gol (33 presenze)
2002-0315 gol (26 presenze)24 gol (37 presenze)4 gol (29 presenze)
2003-0414 gol (36 presenze)30 gol (37 presenze)4 gol (28 presenze)
2004-0514 gol (33 presenze)25 gol (32 presenze)8 gol (29 presenze)
2005-067 gol (33 presenze)27 gol (32 presenze)2 gol (24 presenze)
Totale 240 gol in 6 annate

Maradona-Careca-Giordano

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Diego Armando Maradona

Credit Foto LaPresse

Squadra: Napoli
  • Stagione insieme: 1987-88
  • Trofei vinti: -
La MaGiCa: ovvero Diego Armando Maradona, Bruno Giordano e Antonio de Oliveira Filho, detto Careca. È il tridente più iconico nella storia del Napoli: i tifosi azzurri che hanno avuto la fortuna di viverlo non possono fare altro che ricordarlo con nostalgia e un pizzico di amarezza. Tecnicamente sublime (Maradona inarrivabile d'accordo, ma anche Careca e Giordano col pallone tra i piedi erano una meraviglia) l'attacco che ha entusiasmato il San Paolo è. durato l'arco di una sola stagione per giunta stregata per il club partenopeo. Campione d'Italia in carica, nel 1987-88 il Napoli sembra avviato fino a una manciata di giornate dal termine alla conquista del suo secondo tricolore consecutivo. Del resto in estate il presidente Corrado Ferlaino aveva pensato bene di mettere a segno un colpo sensazionale prelevando Careca dal San Paolo e aggiungendolo a un parco attaccanti che, insieme ad Andrea Carnevale, la stagione prima ha fatto faville.
Sul campo la MaGiCa non tradisce le attese e mette a segno la bellezza di 36 gol nell'arco di tutto il campionato. Il sogno scudetto, tuttavia, svanisce sul più bello: a 3 giornate dal termine il Milan di Sacchi compie il sorpasso decisivo. Il tracollo di quel Napoli di Ottavio Bianchi, così bello a vedersi ma rimasto beffardamente a mani vuote, ha conseguenze nefaste anche sul tridente. Giordano, a causa di presunti dissidi con l'allenatore, viene escluso dal progetto e ceduto all'Ascoli. Quel Tridente sarà comunque ricordato per la classe cristallina dei suoi interpreti e per una serie di partite da incorniciare: il 6-0 al Pescara, il 4-1 al Verona, il 4-0 alla Fiorentina e il 3-1 sull'Ascoli al Del Duca restano tra le esibizioni più belle del Napoli in quegli anni davvero magici e per certi versi irripetibili. (Simone Pace)
Serie A 1987-88Gol + presenze
MARADONA15 (28)
GIORDANO8 (27)
CARECA13 (26)
Totale: 36 gol in un'annata

Vialli-Mancini

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Roberto Mancini e Gianluca Vialli ai tempi della Sampdoria

Credit Foto Getty Images

Squadra: Sampdoria
  • Stagione insieme: 1985-1992
  • Trofei vinti: 7 (1 Scudetto / 1 Coppa delle Coppe / 4 Coppa Italia / 1 Supercoppa Italiana)
Quante volte avrete sentito l'espressione "gemelli del gol"? Be' i primi sono stati proprio loro, Gianluca Vialli da Cremona e Roberto Mancini da Jesi, i principali artefici dell'ultima grande favola del calcio nostrano, la Sampdoria Campione d'Italia del 1990-1991. Se Mancini era il "dieci" della squadra di mister Vujadin Boskov e del patron Paolo Mantovani, Vialli era l'implacabile "nove": i due si trovavano a memoria perché in fondo parlavano la stessa lingua, quella del calcio raffinato e dei piedi buoni.
Dopo aver regalato al Doria il tricolore, la Coppa delle Coppe e aver sfiorato il trionfo in Coppa dei Campioni (ah, quella maledetta punizione di Rambo Koeman!) Vialli approdò alla Juventus dove avrebbe vinto tutto, mentre Mancini rimase a Genova ancora per qualche stagione prima di approdare (e vincere un altro storico scudetto) alla Lazio del mentore Sven-Goran Eriksson. Curiosamente a una sfolgorante carriera con i club non corrispose una traiettoria altrettanto fortunata in Nazionale: quella di Mancini è quasi interamente legata al polemico gol negli Europei 1988 con insulti annessi alla tribuna stampa, quella di Vialli è caratterizzata dal deludente cammino personale a Italia 90 e al clamoroso strappo con Arrigo Sacchi (tanto che al Mondiale avrebbe tifato per il Brasile). (Paolo Pegoraro)
Gol e presenze con la Sampdoria in Serie A
VIALLI85 (223)
MANCINI58 (222)
Totale 143 gol in 8 annate

Cole-Yorke

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Cole e Yorke

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Squadra: Manchester United
  • Stagioni insieme: 4 (1998/99-2001/02)
  • Trofei vinti: 6 (3 Premier League, 1 FA Cup, 1 Champions League, 1 Coppa Intercontinentale)
I mitici ‘Calypso Boys’, la storia del Manchester United: Andy Cole e Dwight Yorke. Insieme per 4 stagioni, ma da protagonisti clamorosi soprattutto nelle prime due. Anzi, la prima in particolare, quando nel più iconico dei Manchester United di Sir Alex Ferguson – Beckham, Scholes, Keane, Giggs il centrocampo – Andy Cole e Dwight Yorke furono il duo offensivo della squadra capace del ‘Treble’ nel 1999: Premier League, FA Cup, Champions League. Cole prima punta, Yorke seconda punta, in un calcio di fine anni ’90 ancora fortemente ancorato al 4-4-2, erano i perfetti terminali offensivi di una squadra che sulle fasce sfoderava due degli esterni più forti mai prodotti nel calcio britannico: Ryan Giggs e Davis Beckham.
Dalle corsie piovevano cross spettacolari e giocate funamboliche (soprattutto a sinistra con Giggs). Questi due attaccanti, perfetti nel completarsi, tra il ’98 e il 2000 ne approfittarono per mettere insieme le due stagioni più prolifiche della loro carriera (Cole fece meglio solo nella sua esplosione nel 1994 a Newcastle) ed entrare così nella storia dei Red Devils. Il mito dei ‘Calypso Boys’ era quello di una squadra iconica: la più accesa rivale della Juventus dominante di fine millennio targata Marcello Lippi; e che non a caso trovò il trionfo in Europa superando per la prima volta e non senza difficoltà proprio quel che restava della Juve di Lippi nella semifinale di Champions League del ’99. Cole e Yorke furono protagonisti di quel match di ritorno, così come nei 3 titoli consecutivi vinti in Premier League tra il 1999 e il 2001. Un duo offensivo che lasciò poi spazio alle nuove generazioni e a un calcio che stava cambiando, uscendo dai cardini piuttosto rigidi della prima e della seconda punta del 4-4-2 per dare spazio a quei ‘trequartisti’ che ridefinirono gli schemi. Il limite di età – entrambi intorno ai 30 anni nel loro culmine – fece il resto, con il passaggio di testimone nell’attacco del Manchester United che Ferguson consegnò prima a van Nistelrooy e poi a Wayne Rooney. (Simone Eterno)
1998/99 PRESENZE + GOL1999/002000/012001/02TOTALE
COLE32p 17gol28p 19gol19p 9gol11p 4gol90p 49 gol
YORKE32p 18gol32p 20gol22p 8gol10p 1 gol96p 47 gol

Del Piero-Vialli-Ravanelli

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Juventus campione d'Europa 1996

Credit Foto Getty Images

Squadra: Juventus
  • Stagioni insieme: 3 (1993/94-1995/96)
  • Trofei vinti: 4 (1 Scudetto, 1 Coppa Italia, 1 Champions League, 1 Supercoppa Italiana)
Si entra nella storia della Juventus con l’ultimo attacco, a oggi, in grado di laurearsi campione d’Europa: il mitico tridente Del Piero, Vialli, Ravanelli. Un attacco atipico in un’epoca in cui il 4-4-2 restava la religione. Marcello Lippi però ha sempre raccontato come fosse la disponibilità di tutti al sacrificio la chiave del successo; e la ritrovò in un generosissimo Ravanelli e in un giovane che avrebbe poi riscritto la storia del club: Alessandro Del Piero. Gianluca Vialli rappresentò invece l’uomo d’esperienza, l’attaccante che sublimò a Torino quella coppa che riuscì solo a sfiorare con la favola Sampdoria. I numeri e le statistiche non vi devono ingannare: nella Serie A degli anni ’90, il centro del mondo del calcio, le difese non erano quelle di oggi e si segnava poco anche per via della grande qualità degli interpreti difensivi e della preparazione delle squadre, che non a caso dominavano il calcio europeo. Andare oltre i 20 i gol in campionato era veramente privilegio di pochi; e questo tridente alla fine si completò di più per il lavoro insieme che per l’esaltazione di un singolo in grado di segnare con costanza. Sono gli ultimi 2 anni quelli del vero tridente, coincisi con il primo Scudetto di Lippi e la successiva Champions League vinta nel 1996.
Raggiunto l’obiettivo il trio si sfaldò, con Vialli e Ravanelli epurati di lusso diretti in Inghilterra per una Juventus che lasciò spazio a una nuova generazione di giovani campioni: per Del Piero arrivarono così comapagni come Zinedine Zidane, Christian Vieri, Nicola Amoruso e Alen Bokšić. Il tridente Del Piero-Vialli-Ravanelli resta però nella memoria del popolo juventino come l’attacco che riportò a Torino dopo 9 anni di attesa uno Scudetto (il 23°) e la Champions League. Da allora, nonostante altre 5 finali di Champions, nessuno più riuscì a laurearsi Campione d’Europa. E così, la scivolata da posizione impossibile proprio di Fabrizio Ravanelli, resta un’immagine storica stampata nella memoria dei tifosi della Juventus. (Simone Eterno)
1993/94 PRESENZE + GOL1994/951995/96TOTALE
VIALLI10p 4gol30p 17gol30p 11gol70p 32gol
RAVANELLI30p 9gol33p 15gol26p 12gol89p 36gol
DEL PIERO11p 5gol29p 8gol29p 6gol69p 19gol

Ronaldinho-Messi-Eto'o

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Ronaldinho-Messi-Eto'o

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Squadra: Barcellona
  • Stagione insieme: 2004-2008
  • Trofei vinti: 5 (1 Champions League, 2 campionati spagnoli, 2 Supercoppe di Spagna)
Se si pensa a un tridente del Barcellona, è facile avere negli occhi la MSN: Messi, Suarez e Neymar hanno sbriciolato record battendo anche la concorrenza della BBC (Benzema, Bale e Cristiano Ronaldo al Real Madrid). C'è, però, un altro trio che prima della MSN ha fatto sognare il popolo catalano, quello composto da un ancor giovanissimo Lionel Messi, da un rapace Samuel Eto'o e dal talento cristallino di Ronaldinho. Il Gaucho in maglia blaugrana ha realizzato 94 reti in 207 apparizioni conquistando a suon di colpi di classe pura l'esigente pubblico del Camp Nou e il Pallone d'Oro del 2005.
Come potete vedere anche dai numeri, erano Eto'o e il brasiliano i punti fermi mentre la Pulce fa il suo esordio in prima squadra contro l'Espanyol, il 16 ottobre 2004, a 17 anni: Frank Rijkaard lo butta nella mischia nel derby e Messi diventa il terzo giocatore più giovane a vestire la maglia del Barcellona e il più giovane a esordire nella Liga (record battuto solo dall'ex compagno di squadra Bojan Krkić nel settembre del 2007). Eto'o nelle prime due stagioni è una macchina da gol e la Liga si tinge di blaugrana: nel 2006 arriva anche una Champions League attesa dal 1992, conquistata nella finale di Parigi contro l'Arsenal. E' un momento di svolta nella storia del Barcellona che dall'annata successiva diventa sempre più messicentrico, mettendo le fondamenta per quella che sarà la rivoluzione dell'era Guardiola. Nel 2008-2009, senza però Dinho (che nel frattempo andrà al Milan), sarà Triplete. (Alessandro Dinoia)
RONALDINHOMESSIETO'O
Gol + presenze Liga 2004-059 (35)1 (7)25 (37)
Gol + presenze Liga 2005-0617 (29)6 (17)26 (34)
Gol + presenze Liga 2006-0721 (32)14 (26)11 (19)
Gol + presenze Liga 2007-088 (17)10 (28)16 (18)
Totale: 164 gol in 4 annate
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Quella volta che Luca Toni e Franck Ribery fecero un gavettone a Kahn

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