I 50 attacchi più forti degli ultimi 30 anni (2/5)
DaEurosport
Pubblicato 04/06/2020 alle 21:19 GMT+2
Dal 1990 al 2020 a livello nazionale ed internazionale si sono messi in luce tantissime coppie e tridenti d'attacco: da Romario-Bebeto a Messi-Suarez-Neymar, da Gullit-Van Basten alla BBC (Bale-Benzema-Ronaldo) da Del Piero-Trezeguet fino a Vialli-Mancini abbiamo selezionato per voi le 50 coppie/tridenti offensivi migliori e nelle prossime 5 settimane vi spiegheremo perché hanno segnato un'epoca.
Dopo avervi coinvolto nelle scorse settimane chiedendovi di eleggere il miglior calciatore della Serie A degli ultimi 30 anni (Roberto Baggio) e il miglior allenatore del mondo dal 1990 ad oggi (Carlo Ancelotti), questa volta è la redazione di Eurosport a mettersi in gioco. Abbiamo provato a selezionare i 50 attacchi che a livello, sia nazionale che internazionale. sono entrati nell’immaginario collettivo con i loro gol negli ultimi 30 anni. Da oggi e nelle prossime 4 puntate (una ogni giovedì) passeremo in rassegna 10 coppie (o tridenti) di attaccanti che con le loro prodezze hanno a loro modo segnato un’epoca, vincendo titoli o semplicemente facendo sognare orde di tifosi. Buon divertimento!
PUNTATE PRECEDENTI
George Weah-Marco Simone
- Squadra: Milan
- Stagioni insieme: 1995-1996, 1996-1997
- Trofei vinti: 1 campionato di Serie A
George Weah e Marco Simone erano attaccanti perfettamente complementari, partiamo da questo dato incontrovertibile. Insieme, formarono l’ultima grande coppia d’attacco del Milan di Fabio Capello cui contribuirono in misura massiccia a regalare l’ultimo tricolore. Correva la stagione 1995/1996 e insieme addizionarono 19 gol, ben assistiti da un Roberto Baggio in versione jolly d’attacco: 11 George Weah e 8 Marco Simone.
Se l’attaccante liberiano era un portentoso mix di potenza e tecnica, il compagno di reparto varesino (di Castellanza, poi cresciuto calcisticamente nel Como) abbinava a un cospicuo tasso tecnica l’agilità tipica dei brevilinei. È mancato forse l’acuto nella massima competizione europea, ma i due fecero divertire a più riprese il popolo rossonero di San Siro a suon di combinazioni palla a terra e gol d’autore. Il Milan degli Invincibili stava pian piano scemando ma gli ultimi fuochi scaldarono in ogni caso i tifosi. Singolari le loro traiettorie post calcistiche:George Weah è l’attuale Presidente della Liberia, Marco Simone allena l’SC C. Mohammédia, compagine della seconda serie marocchina. (Paolo Pegoraro)
Gol/presenze 1995-96 (Serie A) | Gol/Presenze 1996-97 (Serie A) | |
WEAH | 11 (26) | 13 (28) |
SIMONE | 8 (27) | 4 (23) |
19+17= 36 gol in 2 annate |
Edin Dzeko-Grafite
- Squadra: Wolfsburg
- Stagioni insieme: 2007-2008, 2008-2009, 2009-2010, 2010-2011
- Trofei vinti: 1 Bundesliga
Quella del Wolfsburg di Dzeko e Grafite è senza ombra di dubbio una storia da Davide contro Golia, che racconta di un’ascesa meteorica, violenta, improvvisa. I due oggetti misteriosi sbarcarono in Bassa Sassonia nel 2007: Edinaldo Batista Libânio, detto Grafite, era un vagabondo: pescato dalle strade impoverite di San Paolo, aveva giocato a calcio per tutto il globo, dalla Corea del Sud alla Francia. Edin Dzeko fu selezionato dal nebbioso campionato ceco, dopo aver attraversato la guerra in Bosnia da giovanissimo. Dopo aver compiuto un’impresa nella prima stagione insieme, conducendo il Wolfsburg al quinto posto e ad una insperata qualificazione in Coppa Uefa, la stagione 2008-2009 vide il dinamico duo esplodere definitivamente: 54 gol complessivi in una singola stagione di Bundesliga, un record che rimane tutt’oggi imbattuto.
Fu proprio nel finale di stagione che il brasiliano e il bosniaco innescarono una corsa travolgente: 22 dei 28 gol in campionato segnati da Dzeko arrivarono nel girone di ritorno, e nelle ultime 5 decisive partite la coppia mise a segno 16 dei 18 gol realizzati dalla squadra, per assicurarsi lo Scudetto all’ultima giornata. Il calcio di Felix Magath era intenso, muscolare, puntava a sconfiggere l’avversario per sfinimento. E quella coppia lì davanti possedeva un motore diverso rispetto a quello degli altri. Con l’addio di Magath, la magia si spense presto. In pochi anni il Wolfsburg tornò a temere il baratro della retrocessione, con Grafite che decise di sprecare il suo talento negli Emirati Arabi, e Dzeko che sposò il progetto di un ricco, redivivo Manchester City. Ma il ricordo di quell’irrefrenabile Wolfsburg 2008/2009 resiste indelebile sulle pagine della Bundesliga, e viene tutt’oggi raccontato come l’ultima volta in cui una squadra provinciale osò scardinare il duopolio Bayern-Borussia Dortmund. (Lorenzo Rigamonti)
DZEKO | GRAFITE | |
Gol/presenze totali 2007-08 | 9 (33) | 12 (28) |
Gol/presenze totali 2008-09 | 36 (42) | 35 (31) |
Gol/presenze totali 2009-10 | 29 (48) | 18 (40) |
Gol/presenze totali 2010-11 | 11 (19) | 10 (31) |
Totale | 160 gol in 4 annate |
Gianfranco Zola-Faustino Asprilla
- Squadra: Parma
- Stagioni insieme: 1993-1994, 1994-1995, 1995-1996
- Trofei vinti: 1 Supercoppa Europea, 1 Coppa Uefa
La scalata surreale del Parma di Nevio Scala, che in un lustro emerse dalla B fino a conquistare l’Europa, mise in mostra i talenti offensivi più pittoreschi e umani della storia del nostro calcio. Il calcio progettato da Scala era fatto di ripartenze rapide, verticalizzazioni e sfruttava la totale ampiezza del campo a suo favore. Un sistema di gioco rivoluzionario, che raggiunse la piena maturazione con l’arrivo del “tamburino sardo” Gianfranco Zola nel 1993. Il fantasista ex Napoli si unì a una squadra che nei primi anni di vita aveva trovato nel duttile Tomas Brolin la sua colonna portante. Brolin non segnava tanto, ma la sua operosità in zona offensiva aveva trascinato i ducali – targati Parmalat – al primo trofeo: la Coppa Italia nella stagione 1991-1992. Un anno dopo, si era unito al gruppo il talento anarchico di Faustino Asprilla; il colombiano è entrato nella leggenda crociata grazie al suo estro magico e al suo sinistro fatato, contornati da una vita privata slegata da qualsiasi regola o limite: dalla droga, alle armi, passando per frequentazioni alquanto borderline.
Era stato proprio Asprilla l’uomo decisivo per il primo trionfo europeo in Coppa delle Coppe, vinta ai danni dell’Anversa. Ma con Zola, il Parma raggiunse un nuovo livello: la fantasia del sardo e il talento spigliato di Asprilla formarono un duo fenomenale, che sprigionò il suo potenziale nel successivo biennio, portando a casa la Supercoppa Europea e la Coppa Uefa della stagione 1994-1995 in due doppie finali tutte italiane contro Milan e Juventus. In particolare, il testardo duello con i bianconeri portò gioie e dolori per i crociati, che da quel punto videro il rapido consumarsi del ciclo di Nevio Scala. Ma quel “Parma dei miracoli”, micidiale nelle coppe e dolorosamente discontinuo in campionato, pose le fondamenta per un Parma altrettanto storico, quello di Buffon, Thuram, Cannavaro e Crespo. (Lorenzo Rigamonti)
ZOLA | ASPRILLA | |
Gol/presenze totali 1993/94 | 22 (51) | 16 (44) |
Gol/presenze totali 1994/95 | 27 (51) | 10 (40) |
Gol/presenze totali 1995/96 | 12 (36) | 2 (7) |
38+37+14=89 |
Marcelo Salas-Ivan Zamorano
- Squadra: Cile
- Stagioni insieme: 1994-2001
Zamorano e Salas sono una coppia entrata nel cuore del Cile. Bam-Bam gioca in nazionale dal 1987 al 2001 mentre il Matador lo fa dal 1994 al 2007. Le loro esperienze non coincidono in toto, ma condividono senza dubbio uno dei momenti più esaltanti per la Roja: i Mondiali di Francia '98. Inserita nel girone dell'Italia, la selezione di Nelson Acosta fa all'esordio 2-2 con gli Azzurri e con tre pareggi passa il turno, prima di infrangersi sullo scoglio Brasile agli ottavi. Zamorano, come ben sanno i tifosi dell'Inter, era un attaccante combattivo che aveva nel colpo di testa la sua migliore qualità, grazie a una notevole elevazione e a un ottimo tempismo, con cui compensava la non eccelsa statura (179 cm): da bambino aveva affinato questa dote colpendo un lampadario nel corridoio di casa.
Sempre pronto a sacrificarsi - in nerazzurro ricorderete la maglia 1+8 per lasciare il 9 a Ronaldo - attirava su di sé i difensori avversari per aprire gli spazi al Matador. Ammirato in Italia da Lazio e Juventus, Salas è considerato il miglior attaccante nella storia del Cile, con il quale ha segnato 45 gol: 37 (4 ai Mondiali, 18 nelle qualificazioni Mondiali e 15 in amichevole) più altri 8 con la nazionale olimpica. Dietro di lui Edu Vargas, Alexis Sanchez e proprio Zamorano con 34. L'ex nerazzurro è stato, però, il capocannoniere ai Giochi di Sydney 2000, segnando 6 reti e trascinando i compagni al bronzo, cosa che non riuscì a Salas nella spedizione del '96 nonostante 8 gol in 7 presenze.
SALAS | ZAMORANO | |
Qualificazioni Mondiali 1998-2002 | 15 (21) | 14 (20) |
Mondiali 1998 | 4 (4) | 0 (4) |
Coppa America 1999 | 0 (3) | 3 (6) |
Totale 36 gol |
Ole Gunnar Solskjaer-Ruud van Nistelrooy
- Squadra: Manchester United
- Stagioni insieme: 5 (2001-2006)
- Trofei vinti: 4 (1 Premier League, 1 FA Cup, 1 Coppe di Lega, 1 Community Shield)
Non è stata una delle più grandi coppie d’attacco del Manchester United, che sotto la loro guida hanno più che altro vissuto una fase transitoria. Però per due stagioni Ruud van Nistelrooy e Ole Gunnar Solskjaer hanno fatto faville. In particolare nel loro primo anno insieme, stagione 2001/02, sono stati la coppia più prolifica d’Europa solo dietro a un duo che ha fatto la storia della Juventus: Del Piero-Trezeguet. Classica prima punta – l’olandese – e seconda punta – il norvegese – van Nistelrooy e Solskjaer hanno da subito trovato l’intesa, esaltandosi nelle prime due stagioni insieme: la seconda culminata con il titolo di Premier League e un quarto di finale di Champions dal sorteggio sfortunato (i Galacticos di Del Bosque e del fenomeno Luis Nazario de Lima Ronaldo).
E dunque più che altro l’esplosività delle prime due stagioni a consegnarli alla storia e a questa speciale classifica, più che il prosieguo sei 4 successivi anni, dove di fatto insieme sul campo hanno giocato piuttosto poco. L’infortunio del norvegese il terzo anno e quello successivo di van Nistelrooy nel quarto li hanno infatti messi un po’ fuori dai giochi; oltre a questo, ovviamente, l’arrivo a Manchester di un certo Cristiano Ronaldo, capace in poco tempo di sconvolgere le gerarchie offensive e di mutare nel suo ruolo da ala a centravanti in grado di capitalizzare le occasioni. Insomma, van Nistelrooy e Solskjaer hanno brillato relativamente poco insieme, ma nonostante questo nella loro permanenza in squadra sono stati i protagonisti della Premier League vinta dai Red Devils nella stagione 2002/03 e nell’FA Cup dell’anno successivo. (Simone Eterno)
SOLSKJAER | VAN NISTELROOY | |
Gol/presenze P.League 2001/02 | 17 (30) | 23 (32) |
Gol/presenze P.League 2002/03 | 9 (37) | 25 (34) |
Gol/presenze P.League 2003/04 | 0 (13) | 20 (32) |
Gol/presenze P.League 2004/05 | - | 6 (17) |
Gol/presenze P.League 2005/06 | 0 (3) | 21 (35) |
Totale 121 gol in 5 annate |
Franck Ribery-Luca Toni-Miroslav Klose
- Squadra: Bayern Monaco
- Stagioni insieme: 2007-2008, 2008-2009, 2009-2010
- Trofei vinti: 1 Bundesliga, 1 Coppa di Germania, 1 Coppa di Lega tedesca
L’estate 2007 rappresentò un punto di trasformazione radicale per il Bayern Monaco: in un solo colpo arrivarono alla corte dei bavaresi 3 future bandiere: Toni, Ribery e Klose. La fama di Toni lo precedeva: si (ri)presentò in Germania con tanto di scritta “Berlino” stampata sul braccio, contando su una campagna formidabile con la maglia della Fiorentina nella stagione precedente. Ribery e Klose invece, si leccavano ancora le ferite dei Mondiali. Il piano della nuova squadra allenata da Hitzfeld era semplice: mantenere la rete inviolata e delegare il compito del gol a Luca Toni. Il 2007 fu un anno di grazia: scudetto, coppa di Germania, supercoppa tedesca e il riconoscimento di capocannoniere per il gigante azzurro, che aveva aspettato i 30 anni per uscire dall’Italia e consacrarsi come una delle punte più fameliche d’Europa. Lo stesso anno, Ribery fu eletto miglior giocatore della Bundesliga e Hitzfeld vinse il premio di miglior allenatore.
La fantasia dell’ala francese garantiva gli spazi necessari per concretizzare la freddezza del duo Toni-Klose sottoporta, ma ad assicurare una perfetta intesa sul campo era il loro indissolubile rapporto d’amicizia. Scherzi, risate, bravate e persino una canzone che ha segnato un’epoca: “Numero Uno”, la canzone di Matze Knop dedicata al numero 9 italiano. Ma l’idillio tra Toni e il Bayern si consumò in una sola stagione. Nell’annata 2008-2009 infatti, il trio fu spesso spaccato dai ricorrenti infortuni, e i bavaresi naufragarono in pressoché tutte le competizioni, rimediando un deludente secondo posto in Bundesliga. L’anno successivo segnò la separazione definitiva: Toni entrò in rotta con il nuovo tecnico Van Gaal, e fu spedito in prestito alla Roma. Ma la profonda intesa tra Toni, Ribery e Klose prosegue fuori dal campo: è stato proprio Toni a convincere Klose e Ribery a trasferirsi rispettivamente alla Lazio e alla Fiorentina. (Lorenzo Rigamonti)
RIBERY | TONI | KLOSE | |
Gol/Presenze totali 2007-2008 | 19 (46) | 39 (46) | 21 (47) |
Gol/Presenze totali 2008-2009 | 14 (36) | 18 (35) | 1 (8) |
Gol/Presenze totali 2009-2010 | 21 (47) | 20 (38) | 6 (38) |
145 gol in 3 annate |
Roy Makaay-Diego Tristan
- Squadra: Deportivo La Coruña
- Stagioni insieme: 2000/2003
- Trofei vinti: 3 (1 Coppa di Spagna, 2 Supercoppe di Spagna)
Il Real Madrid vince le Champions e il Barcellona fa su e giù, ma non è più una super potenza. Siamo nei primi anni 2000 e nella Liga c'è spazio anche per le sorprese. Da lì a poco nascerà il Valencia di Rafa Benitez, ma ancor prima - a vincere il campionato spagnolo - fu il SuperDepor di Javier Irureta che nel 2000 sorprese tutti e mise in fila Barça, Valencia, Saragozza e Real Madrid che finì addirittura 5° in quel campionato. Lo schema preferito di Irureta era il 4-2-3-1 con Djalminha alle spalle di Roy Makaay. In panchina c'era anche un certo Pauleta che però in quella stagione continuava a far panchina. Andato via il portoghese, il Depor acquistò Tristan dal Maiorca e lì cambiò la storia. Sì perché Irureta, col potenziale a disposizione, cambia modulo: Djalminha resta trequartista e si posiziona alle spalle del duo Makaay-Tristan.
È sempre difficile affiancare un giocatore abituato a far reparto da solo, ma l'andaluso è bravo a completare l'olandese. Tristan è tecnico, ma anche abile a difendere palla e agire da sponda, riuscendo sempre a liberare in verticale il proprio compagno d'attacco. Nel 2001 non c'è il primato in classifica per la seconda volta consecutiva (il Deportivo arrivò 2° alle spalle del Real Madrid), ma fece un balzo importante a livello europeo, con i galiziani che arrivarono fino ai quarti di finale della Champions. L'anno successivo fu ancora 2° posto in campionato, e ancora quarti di finale di Champions più la vittoria in Coppa di Spagna con il successo al Bernabéu contro il Real Madrid di Zidane: finì 2-1, gol decisivo proprio di Tristan.
Makaay segnerà 16 gol la prima stagione in coppia con Tristan, 12 la seconda, ma l'andaluso farà di più nonostante fosse più una seconda punta. 19 gol la prima stagione, 21 la seconda e il duo è considerato uno dei migliori attacchi di Spagna. Meno densa di emozioni la terza stagione insieme, soprattutto perché Tristan si fa male e costringe Makaay a giocar da solo, con l'olandese che ritroverà una media importante: farà 29 gol in 38 presenze di campionato, tanto da avere una chiamata dal Bayern Monaco. E nel 2003 questa strana coppia si spezzò dopo aver fatto sognare i tifosi del Deportivo anche in Europa. Tristan continuò poi quel lavoro, questa volta in coppia con Pandani, portando i galiziani fino in semifinale di Champions nel 2004 (eliminando il Milan ai quarti), mentre Makaay cominciò a segnare raffiche di gol in Baviera. Ognuno aveva preso la propria strada, anche se nulla potrà cancellare quel ricordo nei tifosi del SuperDepor. Tifosi che sognavano in grande. (Luca Stamerra)
MAKAAY | TRISTAN | |
Gol/Presenze 2000-01 Liga | 16 (29) | 19 (29) |
Gol/Presenze 2001-02 Liga | 12 (30) | 21 (34) |
Gol/Presenze 2002-03 Liga | 29 (38) | 9 (23) |
35+33+38 = 106 gol in 3 annate |
Josè Callejon-Gonzalo Higuain-Lorenzo Insigne
- Squadra: Napoli
- Stagioni insieme: 3 (2013-2016)
- Trofei vinti: 2 (1 Coppa Italia, 1 Supercoppa Italiana)
Hanno vinto con Rafa Benitez, ma sono esplosi nel ‘mito’ sotto Maurizio Sarri. Il tridente del Napoli nel suo massimo splendore è infatti quello dell’ultima stagione passata insieme; quella 2015/16. La prima di Maurizio Sarri sulla panchina del Napoli, quella in grado di portare questi 3 interpreti ad un livello superiore, mai conosciuto prima nella loro carriera. Perfettamente integrati dentro il meccanismo del cosiddetto ‘sarrismo’, Insigne-Higuain-Callejon sono stati interpreti della sublimazione di una filosofia in praticità, del gioco spumeggiante a servizio dei risultati. Un Napoli che non fu in grado di vincere solo per lo strapotere di una Juventus che nei singoli e nella profondità di rosa fu superiore, ma che come poche squadre era in grado di divertire in tutta Europa. Una filosofia di sistema che portò Higuain al record di gol in Serie A – 36 in 35 presenze – che è in fondo testimoniato anche da quando successo nell’anno successivo, quando Dries Mertens, prendendo il posto del Pipita, segnò in questo identico tridente offensivo 28 gol in 35 presenze in A.
Un trittico, Insigne-Higuain-Callejon, che è dunque da considerare più come l’espressione offensiva massima di un sistema che quello dove si tende ad analizzare il rendimento del singolo. E i numeri delle prime due stagioni, quelle con Benitez, nonostante siano di buon livello, stanno in qualche modo lì a dimostrarlo. Una pura espressione insomma del ‘sarrismo’, nonostante appunto gli unici due trofei – una Coppa Italia e una Supercoppa Italiana – siano stati effettivamente vinti dal predecessore e uomo fondamentale per l’arrivo a Napoli proprio di due di questi tre interpreti, ovvero Rafa Benitez. Non solo di trofei è però fatta la storia del calcio: del mondiale del 1974 si ricorda ancora oggi l’Olanda sconfitta, e non la Germania effettivamente campione del mondo. Stesso discorso per il Napoli di questo tridente, che sotto Sarri (anche e forse soprattutto nella versione con Mertens) fece divertire lungo tutto lo Stivale e non solo. (Simone Eterno)
CALLEJON | HIGUAIN | INSIGNE | |
Gol/Presenze Serie A 2013-14 | 15 (37) | 18 (37) | 3 (36) |
Gol/Presenze Serie A 2014-15 | 11 (38) | 18 (37) | 7 (38) |
Gol/Presenze Serie A 2015-16 | 7 (38) | 36 (35) | 12 (37) |
Totale | Totale 121 gol in 3 annate |
Luis Suarez-Edinson Cavani
- Squadra: Uruguay
- Stagioni insieme: 12 (2008-oggi)
- Trofei vinti: 1 (Coppa America 2011)
È una delle coppie gol più longeve di sempre: Luis Suarez & Edinson Cavani. Il Pistolero e il Matador, la coppia Nazionale uruguaiana, insieme ormai da 12 anni. Uno complementare dell'altro. Il duo ha rilanciato la Celeste negli anni 2010, continuando il lavoro fatto da Diego Forlan. Sì perché non si può non citare il Rubio per raccontare la coppia Suarez-Cavani, in quanto Forlan è stato padre spirituale del duo e che ha dettato i tempi della loro maturazione. Il primo a venire fuori è stato Suarez, grazie alla sua grande capacità di adattarsi ad ogni partner di attacco; qualche anno dopo anche Cavani ha detto la sua con gol raffica e peso in fase offensiva. È stato quindi facilissimo metterli insieme: Suarez approfittava e approfitta dei movimenti fatti dal compagno di reparto, inserendosi in area di rigore pronto per colpire la difesa avversaria, a sua volta Cavani non sbaglia quasi mai sugli inviti offerti dal Pistolero. Cavani è un '9' atipico, tecnico, che può far reparto da solo, ma tutte le volte che è stato in coppia con Suarez ha avuto quel qualcosa in più che lo liberava da ogni responsabilità e che lasciava spazio talento. Idem per Suarez che, avendo Cavani a fare il lavoro sporco, è riuscito a ritagliarsi lo spazio per numeri e giocate, nonostante nella squadre club abbia sempre ricoperto il ruolo di punta centrale.
E dire che questa coppia ha proprio da recriminare in quanto a titoli vinti. Sì, perché c'è stato il grande successo nella Coppa America 2011, con Suarez autore di 4 gol, tutti nelle ultime gare della manifestazione, ma poi c'è stato poco altro. Nelle edizioni successive si sono contate due eliminazioni ai quarti e una al primo turno, in Confederations Cup c'è stato il 4° posto nel 2013, con l'Uruguay battuto dall'Italia, e ai Mondiali la Celeste ha raccolto solo un ottavo di finale e un quarto di finale dopo il 4° posto del 2010. Insomma, considerando la coppia a disposizione, ci si aspettava ben altro, a partire dalla Coppa America 2020 che però non si è potuta giocare. In Qatar ci sarà il riscatto? In molti speravano di vedere i due insieme anche in una squadra di club, ma una volta che Suarez è finito al Barcellona, è stato praticamente impossibile vederli insieme al di fuori della Celeste. E forse è anche giusto così. La magia non si è persa per strada... (Luca Stamerra)
SUAREZ | CAVANI | |
Gol (Presenze) Mondiali | 7 (13) | 5 (14) |
Gol (Presenze) Coppa America | 6 (10) | 2 (14) |
Gol (Presenze) Confederations Cup | 3 (5) | 3 (4) |
Gol (Presenze) Qualificazioni/amichevoli | 42 (82) | 38 (80) |
Totale: 58+48 = 106 gol in 12 anni |
Roberto Baggio-Salvatore Schillaci
- Squadra: Italia/Juventus
- Stagioni insieme: 1990/1992
Se i loro trascorsi in bianconero non sono trascendentali – vissero il fallimento di Maifredi e l’infruttuoso Trapattoni-bis – in Nazionale nell’estate del 1990 regalarono a tutti gli italiani diverse notti magiche. Né Roberto Baggio né Salvatore “Totò” Schillaci partirono titolari in quella rassegna ma lo diventarono a suon di prestazioni superlative.
L’attaccante palermitano sbocciato calcisticamente a Messina sotto l’egida di Zdenek Zeman trasformava in oro tutto quello che toccava a Italia 90, Roberto Baggio si rivelò un fuoriclasse griffando peraltro il gol più bello del Mondiale contro la Repubblica Ceca. Erano loro i due volti raggianti di un’Italia che fece sognare un po’ tutti ma si arenò sul più bello perdendo la sciagurata lotteria dei rigori contro l’Argentina di Maradona. Alla Juventus le loro traiettorie si divisero bruscamente perché uno Schillaci in visibile declino dopo Italia 90 (cui si presentò in ogni caso con invidiabile bottino di 15 reti nella Serie A 1989/1990) fu bruscamente accompagnato alla porta. (Paolo Pegoraro)
BAGGIO | SCHILLACI | |
Gol/Presenze 1990-91 Serie A | 18 (32) | 5 (29) |
Gol/Presenze 1991-92 Serie A | 21 (27) | 6 (31) |
Gol/Presenze Mondiali Italia '90 | 2 (5) | 6 (6) |
Totale: 68 in due annate |
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