Il mondo del calcio piange Cruyff, Guardiola: "Genio e leggenda"

Il mondo del calcio ricorda la figura del "Profeta del gol" Johan Cruyff: ecco le reazioni più significative dei monumenti di questo sport e delle squadre a lui legate (e non solo). Da Maradona a Platini, ognuno ha voluto lasciare la propria accorata testimonianza e porgere il proprio saluto a uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi, scomparso a 68 anni a cause delle complicazioni dovuto al tumore ai polmoni che da tempo lo attanagliava.

"E' stato il più grande giocatore europeo della storia". Così Fabio Capello ricorda Johan Cruijff, nel giorno della scomparsa del fuoriclasse olandese. Il tecnico di Pieris ha incrociato, da avversario, il 'Pelè bianco' da giocatore prima e da allenatore poi. "Mi hanno impressionato due giocatori, lui e Charlton, due giocatori che inventavano e in campo erano leader", ha spiegato Capello ai microfoni di Sky Sport. Cruijff, ha proseguito il tecnico, "aveva carisma, fantasia, velocità. Per presunzione, non vinse con la nazionale". Da allenatore, l'olandese "ha portato in Spagna un certo modo di giocare, che si adeguava allo stile spagnolo, mise più ordine. In campo, era per la gioia".

"Oggi il calcio ha perso uno dei più grandi giocatori e ambasciatori di sempre. Sono molto triste perché Johan è stato l'eroe della mia giovinezza, un idolo e un amico". Così Michel Platini ricorda Johan Cruijff nel giorno della scomparsa del fuoriclasse olandese. "Mi mancherà moltissimo", dice il francese, che aggiunge: "I miei pensieri vanno con affetto alla sua famiglia".

"Lui è stato uno dei più grandi giocatori in assoluto in un'Olanda particolarmente fortunata. Insieme a lui c'erano dei grandi, lui regalava il massimo dell'espressione tecnica". Lo ha detto Gianni Rivera, ex campione del Milan e Pallone d'Oro nel 1969, ricordando Johan Cruijff, morto oggi all'età di 68 anni. Intervistato da Rainews24 ha parlato così dell'ex campione del Barcellona: "Lui era tra quelli che si liberavano più facilmente delle marcature con tecnica e velocità, oltre ad una discreta forza fisica". "Io in campo l'ho incontrato una sola volta, ma si capiva che era una grande persona oltre che un grande giocatore. Cruijff allenatore? Uno che fa l'allenatore e vince qualcosa ha fatto sicuramente bene, perlomeno non ha fatto danni", ha aggiunto Rivera.

"Ho incontrato e provato a marcare Johan Cruijff nella finale di Coppa Campioni '69, ma lui era un altro tipo di attaccante rispetto a Pele': rompeva ogni schema,e non ci si capiva piu' molto". Giovanni Trapattoni piange con tutto il calcio mondiale Johan Cruijff. "Era un giocatore universale, sulle orme di Di Stefano non attaccava solo li' davanti ma andava a prendersi la palla lontana: era tutto e non era niente, non c'era un ruolo per lui - ricorda Trapattoni -. Era l'antitesi della tradizione: da allenatore mi sono poi spesso dovuto confrontare con quel calcio: molto piu' difficile da affrontare per chi lavora su ruoli, schemi, abitudini. Solo con Sacchi il calcio italiano ha virato verso la strada indicata da Crujiff".