Il piano dell'UEFA per migliorare il calcio (e per evitare un'altra Superlega)

Il pericolo è passato, per ora. L'UEFA si è salvata dal rischio di vedere il proprio sistema crollare, dopo che il progetto Superlega è naufragato in sole 48 ore: Aleksander Ceferin non ha risparmiato aspre critiche al tentativo di Florentino Perez e Andrea Agnelli su tutti di provare una nuova via per il calcio europeo, che non ha conosciuto la vita dopo l'insurrezione popolare e politica che l'ha investita negli ultimi due giorni. Il brivido dietro la schiena però porta l'organo internazionale del calcio a fare ulteriori riflessioni sul proprio operato e cercare nuove soluzioni per migliorare il calcio del giorno d'oggi - viste anche le miriadi di complicanze dovute al Covid e alla scarsità di introiti econimici - e allo stesso tempo scongiurare la possibilità che un'operazione del genere possa ripetersi nuovamente. Come riportato da 'La Gazzetta dello Sport', alcune misure sono già in atto, altre devono essere ancora processate.

Chi parteciperà alle coppe europee targate Uefa dovrà impegnarsi a rispettare le regole per decenni e a non farsi attrarre da amanti private (vedi Superlega). Serviranno quindi direttive comunitarie e nuove regole di iscrizione.

L'argomento di base della Superlega era fondato: i debiti e le difficoltà e economiche portate alla luce dalla pandemia sono ormai evidenti a tutti. La necessità di un calcio più sostenibile, magari con l'introduzione di un salary cap, del controllo dei costi e della riduzione dell’indebitamento deve essere un obiettivo dell'attuale gestione.

Anche la nuova formula della Champions League dovrò essere ripresa in esame: in programma per essere varata nel 2024, il nuovo format potrebbe essere anticipato di un anno per aumentare il numero dei club coinvolti e quindi diminuire quello degli scontenti.

Perché il pericolo è passato ma solo per ora.