Inter-Milan 1-2, le 5 verità: dominio Ibrahimovic, Conte bocciato
Aggiornato 18/10/2020 alle 17:15 GMT+2
Ibrahimovic si conferma un campione infinito, Pioli supera a pieni voti un esame di maturità leggendo benissimo la partita. Conte presenta un'Inter troppo fragile in fase difensiva, mentre Eriksen è sempre più un caso. Un derby senza tifosi non è un derby vero.
Ibrahimovic re di Milano
Ormai a parlare di Zlatan Ibrahimovic si rischia di essere retorici e ridondanti. Quindi ci affidiamo a un po' di numeri che rendono l'idea. Lo svedese ha eguagliato Silvio Piola come giocatore che ha segnato il maggior numero di marcature multiple in Serie A dopo i 38 anni (4, oltre al derby bisogna contare quelle contro Sassulo, Sampdoria e Bologna). Non solo: a 39 anni e 14 giorni, è diventato il giocatore più anziano a segnare nella storia del derby di Milano. E se non bastasse andatevi a rivedere Inter-Milan 1-2: Ibra ha segnato 2 gol, si è procurato il rigore del primo, ha giocato tutti i 90 minuti e ha trascinato il Milan alla vittoria in casa nerazzurra che mancava da 10 anni. Campione infinito, altro che retorica.
Inter troppo fragile dietro
Sono 8 i gol subiti dall'Inter nelle prime 4 giornate di campionato: 3 dalla Fiorentina, 2 dal Benevento, uno dalla Lazio e 2 dal Milan. Al netto delle assenze tra giocatori acciacciati e positivi al Covid-19, la sensazione è che la squadra nerazzurra sia troppo sbilanciata in avanti. Le due reti prese dal Milan sono inconcepibili per una squadra che vuole competere ai massimi livelli: il centrocampo è stato scavalcato con due-tre passaggi piuttosto scolastici, e De Vrij, D'Ambrosio e Kolarov si sono ritrovati in inferiorità numerica in un amen. "Serve maggiore equilibrio", ama ripetere Conte ogni volta che ne ha l'occasione, ma finora questo equilibrio non si è visto. E se l'attacco si inceppa, sono dolori.
Pioli, prova di maturità
Il tecnico milanista era atteso al varco. Imbattuto da marzo, il Milan era chiamato a una prova di maturità contro una candidata allo Scudetto come l'Inter. La prova è stata superata a pieni voti e gran parte del merito va attribuita a Stefano Pioli: ha preparato il derby alla perfezione confezionando una trappola mortifera per Antonio Conte. La mossa chiave? La decisione di schierare Leao dal 1' largo a sinistra, una spina nel fianco per una difesa interista troppo esposta. Questo Milan è una squadra vera.
Conte-Eriksen, così non va
Il rapporto tra Antonio Conte e Christian Eriksen è ai minimi storici. Una delle immagini simbolo di questo derby sfortunato per i colori nerazzurri è quell'appoggio sbagliato dal danese all'altezza della linea del fallo laterale negli ultimi scampoli di partita. Un gesto tecnico sconcertante per un giocatore che in Nazionale si esalta e che appena respira l'aria di Appiano Gentile si perde. Siamo a un bivio: Eriksen, acquistato per dare qualità al centrocampo dell'Inter, rischia di essere non solo un corpo estraneo ma persino un elemento controproducente. Soprattutto se il suo atteggiamento continuerà a essere quello visto nel derby.
Senza pubblico non è vero derby
La partita ha regalato gol e spettacolo dal primo all'ultimo minuto, e questo va detto. Eppure, non ce ne vogliano Inter e Milan, assistere a un derby di Milano in un San Siro semideserto è stata un'esperienza piuttosto angosciante. La stracittadina milanese vive anche, se non sopratttutto, sulla tensione sportiva, sulle urla dei tifosi assiepati sugli spalti, sugli sfottò, sulle coreografie, sul rumore e sulla bolgia. Non si è visto niente di tutto questo, purtroppo. Speriamo che questo brutto periodo passi in fretta. Per il bene di tutti, anche del calcio.
Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Scaricala
Scannerizzala
Contenuti correlati
Condividi questo articolo
Pubblicità
Pubblicità