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Sensi e Buffon salgono, Mandzukic scende: il borsino di Juventus-Inter

Stefano Silvestri

Pubblicato 25/07/2019 alle 08:13 GMT+2

L'ex centrocampista del Sassuolo è il migliore dei suoi. Bene anche Perisic, nel ruolo di attaccante, e Dalbert. Nei bianconeri è il solito Cristiano Ronaldo a suonare la carica, ma decisive sono le parate del portiere. Mandzukic, invece, si è perso.

Merih Demiral avanza palla al piede, Juventus-Inter, Getty Images

Credit Foto Getty Images

Juventus, chi sale

GIGI BUFFON
In sordina, senza pretendere nulla, è tornato alla Juventus garantendo di voler fare da "ombra positiva" al titolare Szczesny. Regalando tranquillità al polacco, dunque, senza innervosirlo e senza organizzare - almeno inizialmente - una vera e propria battaglia per il posto tra i pali. La realtà dice però che Buffon ha cominciato la sua seconda avventura alla Juve con 3 rigori parati contro l'Inter, la rivale di sempre, in un contesto meno importante del solito ma non meno prestigioso. Bel modo, a 41 anni, di ripresentarsi al mondo bianconero.
CRISTIANO RONALDO
Finale di Champions League o amichevole precampionato, per lui cambia poco o nulla. Già in forma, già decisivo, già inarrestabile sotto porta con due gol nelle prime due uscite stagionali, nonostante l'evidente aiuto della barriera nerazzurra in occasione del punto dell'1-1. Ronaldo ha voglia di ricominciare con gli impegni che contano e si vede, tanto che è lui a suonare la carica a una Juve sonnecchiante e irretita dall'ottima disposizione tattica dell'Inter. Prima scaldando le mani a Padelli, poi firmando il pareggio, quindi sfiorando la doppietta. Salire? Lui non scende mai...
MERIH DEMIRAL
E pensare che in Cina non avrebbe dovuto nemmeno esserci, a causa della vicenda di cui tanto si è parlato nei giorni scorsi. Proprio Demiral è l'autore del pesante rigore che consegna la vittoria alla Juve. E durante i 90 minuti era stato provvidenziale nello sporcare in angolo un sinistro a botta sicura di Perisic. Ottimo impatto sul match. E anche il Milan, che lo sta puntando sul mercato, prende appunti.
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Cristiano Ronaldo, Roberto Gagliardini a contrasto, Getty Images

Credit Foto Getty Images

Juventus, chi scende

MARIO MANDZUKIC
Più che scendere, non risale la china presa da qualche mese a questa parte. Entra durante l'intervallo al posto di Higuain, eclissandosi immediatamente dal gioco. La statistica, impietosa, parla di 13 palloni toccati nei 45 minuti più recupero nei quali è rimasto in campo. Senza guizzi, senza quel furore agonistico che rappresenta la sua essenza. Tra voci di mercato che lo vogliono tra i sacrificabili in attacco e una condizione fisica non ancora accettabile, inizia la nuova stagione come aveva finito la vecchia: male.
ADRIEN RABIOT
No, non si può dire che il suo impatto con la realtà bianconera sia stato il più positivo possibile. Dopo la palla persa a centrocampo che domenica ha consentito a Kane di realizzare una prodezza da 3 punti, ecco un calcio di rigore orrendamente calciato alle stelle. Un episodio che fa seguito a 90 minuti nei quali, specialmente nel primo tempo, l'ex PSG fatica a imporsi in mezzo al campo e a contrastare il palleggio preciso e corale dell'Inter. Il tempo per rifarsi c'è.
BLAISE MATUIDI
Forse - e ripetiamo, forse - non è così adatto al gioco di Sarri. Corsa e dinamismo nella zona centrale del campo non mancano, ma i piedi sono quelli che sono. Non pochi gli errori in fase di possesso, non poche le palle perse. Anche lui è entrato nella lista dei cedibili, come Mandzukic, e la sensazione netta è che nelle prossime settimane potrebbe davvero fare ritorno in Ligue 1.

Inter, chi sale

STEFANO SENSI
Gran bell'impatto con il mondo tutto particolare della grande squadra, dopo gli anni a Cesena e Sassuolo. Già ottimo a Lugano, si ripete anche contro un avversario di valore assoluto come la Juve. Per almeno un tempo, i suoi piedi sono la banca in cui i compagni affidano palloni su palloni, ricevendone in campo velocizzazione del gioco e inserimenti a sorpresa. Pericoloso sui calci piazzati, tanto che l'autorete di de Ligt che porta in vantaggio i nerazzurri nasce proprio da un suo insidioso centro dalla bandierina.
IVAN PERISIC
"Non penso sia adatto per fare il ruolo che gli chiedo. Quindi l'unico posto in cui può giocare in questo momento è quello di attaccante". Firmato Antonio Conte dopo il ko di sabato scorso contro il Manchester United. Bene: l'allenatore passa dalle parole ai fatti, spostando Perisic nella posizione di seconda punta e ricevendo, stavolta sì, risposte confortanti. Il croato va ancora a corrente alternata, com'è nella sua indole, ma mostra una vivacità e una voglia di incidere che fanno ben sperare. E se fosse lui il primo "rinforzo" in attacco in attesa di quelli chiesti a gran voce da Conte?
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Perisic, Juventus-Inter, Intenational Champions Cup 2019

Credit Foto Getty Images

DALBERT
Buona conferma. Visto con sospetto da due stagioni dal tifo, si augura che l'arrivo in panchina di Conte possa segnare il suo punto di svolta (positiva). E intanto si mette in mostra in tutti i modi: costanti le sue avanzate sulla corsia di sinistra, alternate a un apprezzabile lavoro difensivo. Proprio quel che gli chiede il tecnico. Manca ancora la precisione nel piede, ma è già un buon punto di partenza.

Inter, chi scende

SEBASTIANO ESPOSITO
Ha la brillantezza dei suoi 17 anni, ma anche l'ovvia inesperienza di chi viene catapultato quasi per caso a guidare le azioni offensive dell'Inter. Per giunta contro Manchester United prima e Juventus poi. Non regge il confronto con avversari più scafati di lui e, nonostante impegno e desiderio di mettersi in mostra non manchino, non riesce mai a rendersi pericoloso. Ulteriore riprova di come l'Inter, là davanti, necessiti al più presto di volti nuovi.
BORJA VALERO
La postura e il modo di porsi non lo aiutano a dare un'impressione opposta, ma dal momento del suo ingresso in campo per gli ultimi 10 minuti più recupero pare svogliato e senza la giusta verve. Così come è molle e poco convinto il calcio di rigore che Buffon gli respinge in maniera piuttosto agevole. La Fiorentina sta provando a premere per il suo ritorno al Franchi dopo due anni: forse è il momento giusto.
DANILO D'AMBROSIO
Intendiamoci: complessivamente non demerita. Confermandosi uomo affidabile da terzo di difesa, in attesa del probabile inserimento nell'undici titolare del neo acquisto Godin. Però quando Cristiano Ronaldo inizia a puntarlo con costanza va in difficoltà, tanto che è suo l'intervento falloso al limite che consente al portoghese di andare a segno su punizione. Ecco perché si può parlare di leggero passo indietro, a 4 giorni di distanza dal match contro il Manchester United in cui proprio alcuni suoi interventi difensivi avevano salvato l'Inter.
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