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Burger King sbarca nel calcio: maxi offerta allo Zenit per fargli cambiare denominazione

Stefano Fonsato

Pubblicato 09/09/2016 alle 17:24 GMT+2

La nota catena di fast food di Miami (che in Italia sponsorizzò il Palermo) ha avanzato una proposta di partnership di quasi 7 milioni di euro con lo scopo di trasformare "Zenit San Pietroburgo" in "Zenit Burger King". Una scelta singolare, a livello di club, già straricco grazie al colosso Gazprom. Ma é la nuova tendenza nel mondo del calcio, inaugurata da Red Bull.

Zenit San Pietroburgo 2016 (LaPresse)

Credit Foto LaPresse

Una maxi offerta da 500 milioni di rubli (pari a 6,9 milioni di euro circa) per cambiare il nome di una società di calcio russa rimarcando prepotentemente la propria presenza nella quotidianità commerciale del paese. E' quello che ha pensato di fare Burger King con lo Zenit San Pietroburgo del nuovo allenatore Mircea Lucescu. I patti, tuttavia, non si riducono alla "patch" con il logo della nota catena di fast food di Miami sulle magliette, bensì vorrebbero addirittura che il club dalle casacche celesti cambiasse denominazione, passando da "Zenit San Pietroburgo" a "Zenit Burger King".

La proposta "indecente"

Una proposta declinata dalla società, che peraltro resta nel novero delle più ricche al mondo. Almeno temporaneamente, in attesa di "prossime comunicazioni". Certo, per iniziare col mondo del calcio, la multinazionale degli hamburger seconda solo a McDonald's, ha voluto spararla subito grossa, andando alla ricerca di una brand - quello dello Zenit - di sicuro brand internazionale e solidità economica, da anni costantemente presente nelle competizioni continentali.

Dalle bibite energetiche agli hamburger il passo è breve

Ha voluto fare, tanto per capirci, quello che da anni è prerogativa di un'altra multinazionale parametrata allo sport e, nello specifico, al calcio: la Red Bull, che nel tempo ha acquisito il controllo di società calcistiche come New York (in Mls), Austria Salisburgo (oggi Red Bull Salisburgo) e Lipsia, "che in realtà - come osserva il giornalista e scrittore esperto in materia Alessandro Colombini - non è la cara e vecchia Lokomotiv ma l'SSV Markranstädt, squadretta alle porte della città dell'ex DDR. In pochi anni il club è salito fino in Bundesliga, anche se - secondo le regole tedesche - non può portare né il simbolo, né tantomeno il nome di un'azienda. Poco male: nel logo, ecco due tori stilizzati e per quanto riguarda la denominazione sociale, ecco il cavillo-colpo di genio, chiamare la squadra RasenBallsport Leipzig". Che, abbreviato, viene "RB Lipsia", appunto.

"A quando uno Spartak KFC?"

Inutile dire come il web si sia letteralmente scatenato: c'è chi sostiene che il cambio di denominazione maggiormente corretto sia "Zenit St. PertersBurger King", giocando sul nome della città. Chi simpaticamente prefigura un Cska McDonald's oppure uno Spartak Mosca KFC. Ad ogni buon conto, un rifiuto ancor più secco alla prospettiva, è stato manifestato dai tifosi dello Zenit, impegnato quest'anno in Europa League, competizione peraltro vinta nel 2008 ai tempi di bomber Pavel Pogrebnyak, oggi alla Dinamo Mosca.

Quell'approdo a Palermo

I più attenti si ricorderanno sicuramente come Burger King fece un piccolo tentativo anche in Italia: dalla dodicesima giornata della Serie A 2011-2012 fu "second sponsor" del Palermo di Fabrizio Miccoli, con il logo della catena in alto a sinistra sulla maglietta rosanero. In quel caso, però, l'operazione commerciale servì solo a sponsorizzare il punto di ristoro siciliano del fast food made in Florida.
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Palermo 2011-2012 sponsorizzato da Burger King (LaPresse)

Credit Foto LaPresse

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