Da 0 a 10: il pagellone 2019 del calcio estero
Pubblicato 28/12/2019 alle 08:03 GMT+1
Dal Liverpool pigliatutto di Jürgen Klopp al sesto pallone doro di Lionel Messi, passando per le alternative del calcio tedesco RB Lipsia e Borussia Mönchengladbach. Il Manchester City vince qualsiasi cosa tranne la Champions, mentre lo United è in lotta con se stesso per una rinascita sempre più complicata. In Francia, il PSG è ancora acerbo. In Spagna, brutta fine del Deportivo La Coruña.
Voto 10... Al super Liverpool di Jürgen Klopp
E' stato, senza ombra di dubbio, l'anno del Liverpool. Anzitutto di mister Jürgen Klopp, che nel 2019 ha definitivamente cambiato pelle e reputazione, passando da "perdente di successo" a campione d'Europa e del mondo, dopo i trionfi in Champions e Coppa Intercontinentale contro Tottenham e Flamengo.
Ma non finisce qui: trascinato dai gol e dall'inventiva di Mohamed Salah, a supporto dei vari Firmino, Mané e Origi, e da una difesa invalicabile comandata da Virgil van Dijk, il Liverpool - al termine della stagione in corso - dovrebbe finalmente centrare quel successo in campionato che manca dalla bellezza di 30 anni esatti: era la stagione 1989-90 l'ultima volta che accadde e il massimo torneo d'Oltremanica non si chiamava ancora Premier League. Se nel 2014 quel liscio di Steven Gerrard contro il Chelsea rovinò la corsa al titolo dei Reds, mentre l'anno scorso è stato fatale un solo punto nel duello col Manchester City, l'odierno distacco sul secondo posto e la sostanziale carenza di avversari nella corsa giornata dopo giornata (l'unico vero, il Manchester City sembra essersi defilato a beneficio della Champions), rendono il traguardo già vicinissimo.
Voto 9... A Lionel Messi
E alla conquista del suo sesto Pallone d'Oro. C'è chi l'avrebbe consegnato volentieri a Virgil van Dijk per tante ragioni, la verità è che la Pulce argentina, quando è in campo con la maglia del Barcellona, non smette mai di stupire. Un autentico artista del pallone, che disegna traiettorie inconcepibili, col suo mancino, per gli "umani" di questo sport. Un marziano vestito da calciatore.
Voto 8... Al Machester City di Pep Guardiola
Chissà come sarebbero andate le cose se il VAR non avesse annullato, suscitando una marea di polemiche, il gol di Raheem Sterling al 93' dei quarti di ritorno di Champions League contro il Tottenham. In caso di 5-3 sarebbero stati i Citizens a qualificarsi per la semifinale contro l'Ajax. E invece, gli uomini di Guardiola si sono dovuti "accontentare" della vittoria di tutti gli altri trofei: FA Cup (roboante 6-0 al Watford), League Cup (vittoria ai rigori sul Chelsea di Sarri) e, soprattutto, Premier League, dopo un duello punto a punto col Liverpool. Ora, però, ogni attenzione è rivolta alla conquista delle grandi orecchie e cancellare la beffa della passata stagione.
Voto 7... A RB Lipsia e Borussia Mönchengladbach, le "alternative"
Il calcio tedesco ha finalmente trovato alternative credibili a Bayern Monaco e Borussia Dortmund. Probabilmente è presto per poterlo dire, ma vedere un incalzante duello in vetta tra RB Lipsia e Borussia Mönchengladbach (che sogna di ripercorrere i fasti degli Anni Settanta), male sicuramente non fa a un movimento che, nelle zone alte di graduatoria, sembrava essersi atrofizzato.
Voto 6... A quel "modello Ajax" già passato in cavalleria
Un'espressione sulla bocca di tutti dopo l'eliminazione della Juventus dalla passata Champions League: "modello Ajax", ovvero la gestione di un club improntata sulla crescita dei giovani del vivaio, l'ottenimento di grandi risultati a livello europeo e il battere cassa l'estate successiva con la vendita dei gioielli più preziosi. Quest'anno, le cessioni dei vari Matthijs de Ligt e Frenkie de Jong non è stata evidentemente compensata in maniera adeguata visto che i Lancieri sono arrivati terzi nel loro girone di Champions e dovranno quindi accontentarsi dell'Europa League. Il modello continua a funzionare (la squadra è prima in campionato, in cui se la gioca con l'AZ Alkmaar), ma anche grazie a pressioni molto più blande rispetto a quanto accade nel calcio italiano in cui invece, nelle medesime circostanze, ci si sarebbe persi tra una polemica e l'altra.
Voto 5... A un PSG ancora acerbo per le grandi vittorie
Con due soli trofei all'attivo, campionato e Supercoppa francese, il Paris Saint-Germain ha concluso, la scorsa estate, la sua peggior stagione dall'annata 2012-2013. Questo il responso dell'annata 2018-2019 per la formazione timonata da mister Thomas Tuchel, eliminata anzitempo dalla Coppa di Lega (dal Guingamp ai quarti di finale) e sconfitta in finale di Coppa di Francia dal Rennes. Male in Champions, in cui conta di rifarsi quest'anno grazie ai gol di Mauro Icardi: un bottino che resta magro in relazione agli infiniti capitali investiti dallo sceicco Nasser Al-Khelaïfi.
Voto 4... All'Arsenal di Unai Emery
Sembrava un'avventura nata sotto una buona stella, coi tifosi dei Gunners estasiati dalle prime vittorie arrivate subito dopo l'infinita epopea di Arsène Wenger e culminate con l'approdo in finale di Europa League, e invece l'avventura di Unai Emery sulla panchina dell'Arsenal si è interrotta bruscamente durante l'autunno appena terminato. Ora tocca a Mikel Arteta capirci qualcosa: come accaduto col Manchester United nel post Alex Ferguson, ritrovare equilibri da repubblica calcistica dopo 21 anni di "monarchia", è qualcosa di particolarmente complesso.
Voto 3... A un Manchester United da rifondare
Si diceva del Manchester United. Anche il figlioccio di sir Alex Ferguson, Ole Gunnar Solskjær, non riesce a cambiare marcia ai Red Devils, che appaiono perennemente a fine ciclo. Il tecnico norvegese, dopo un immediato post Mourinho da urlo con un'importante serie di vittorie consecutive, sembra aver esaurito il proprio fluido e, attualmente, la sua squadra è fuori dalle posizioni europee in campionato. La verità è che, per rinascere dalle proprie ceneri, lo United non possa fare qualcosa di molto diverso rispetto a quanto già accade: puntare sui giovani talentuosi del vivaio e, col tempo, immettere gradualmente qualche campione dal mercato. La ricetta arriva direttamente da sir Alex, di cui c'è ampiamente da fidarsi.
Voto 2... All'Espanyol: l'altra metà di Barcellona che non impara mai
Dopo un'ottima qualificazione all'Europa League, l'Espanyol avrebbe potuto porre le basi per un futuro stabile tra la borghesia di Spagna. Invece, ancora una volta, l'altra metà di Barcellona si è fatta trovare impreparata e inadeguata nella costruzione di una squadra credibile ad affrontare con onore tutti gli impegni, nazionali e internazionali della stagione successiva. La squadra si è qualificata ai Sedicesimi di Europa League, vero, ma sono ultimissimi nella Liga spagnola e, nell'ultimo turno, Diego Lopez e compagni hanno perso pure contro il Leganés. Risultato che ha portato all'esonero di mister Pablo Machin.
Voto 1... Ai guai del calcio inglese nascosti sotto il tappeto
Oltre i confini nazionali, l'immagine di cui piace fare sfoggio al calcio inglese è rappresentata dalla Premier League e dai suoi "ricchi premi e cotillon". La realtà è che, appena si scende, dalla Championship in giù, si trovano stadi non così pieni (in alcuni casi semivuoti) e tante società economicamente in crisi. E' il caso, ad esempio, dello Stoke City. In League One, invece, lo storico Bolton è stato sull'orlo del fallimento ed è ripartito da 12 punti di fallimento dopo il salvifico cambio di proprietà. Sempre nella terza serie d'Albione, il Bury è stato addirittura cancellato dal campionato per i medesimi motivi. Sull'orlo del precipizio c'è anche il Southend United e, in League Two, il Macclesfield. E chissà cosa accadrà dopo le prime conseguenze della Brexit: ce la prendiamo tanto con la nostra Serie C e poi...
Voto 0... Al Deportivo La Coruña
Che fine ha fatto il mitico "Depor". Quindici anni fa, l'incredibile remuntada ai danni del Milan (1-4 a San Siro, 4-0 al "Riazor") in Champions League. Oggi, i galiziani - dopo investimenti sbagliati e sempre meno generosi - sono ultimi a 15 punti nella seconda serie spagnola, a picco verso la retrocessione in "Segunda B". Da Bebeto a Songo'o, Djalminha, Pauleta, Fran, Mauro Silva, Donato, Naybet, Flores, Makaay, Tristan e chi più ne ha, più ne metta: la nostalgia è canaglia. Un altro club di lustro e storia che ci sta salutando?
Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Scaricala
Scannerizzala
Contenuti correlati
Condividi questo articolo
Pubblicità
Pubblicità