Sport popolari
Tutti gli sport
Mostra tutto

Follie da Football Manager: da Livorno a Derry dopo i successi al pc

Stefano Fonsato

Pubblicato 02/11/2015 alle 20:43 GMT+1

Incredibile storia del blogger 19enne Alessandro Colombini, innamorato del celebre videogioco e dei Candystripes, portati al successo nella realtà simulata: "Dopo la partita col Limerick ho stretto la mano al mio bomber Patrick McEleney, che mi ha fatto l'autografo prendendomi però per pazzo"

Football Manager - Derry City

Credit Foto Eurosport

Se è vero che il calcio è il gioco più popolare nel mondo reale, Football Manager lo è nel mondo virtuale. Non si spiegherebbero in altre maniere le storie di ordinaria follia legate in qualche modo alla simulazione manageriale che fu oggetto di contesa tra Eidos Interactive e Sega. L'ultima parla italiano, anzi livornese. E' quella del blogger 19enne Alessandro Colombini, blogger sportivo di Minuto Settantotto nella vita vera, allenatore (anzi manager) del mitico Derry City in quella parallela. Finché, poi, non è diventata anch'essa parte della realtà...
Da Livorno a Derry per quel City separatista
Dopo svariate stagioni e trionfi con la maglia del City dell'Ulster occidentale e giocatori scoperti col lanternino - che gli hanno procurato non si sa quante gioie né delusioni, certamente innumerevoli notte insonni condite dai soliti spasmi da allenatore di fronte ad uno schermo inanimato -, Alessandro ha convinto due dei suoi migliori amici e, zaino in spalla, è andato a tastare con mano la realtà del suo Derry, per il quale faceva già il tifo "per la storia che lo contraddistingue" - spiega Alessandro ad Eurosport, alludendo alla separazione dalla "Corona", che portò i biancorossi nel 1985 ad iscriversi definitivamente alla federcalcio irlandese in cui vinse titoli su titoli, pur appartenendo, geograficamente, alla Union Flag - "Specifico: scrivo e sono appassionato di quei luoghi - prosegue - ma a casa del Derry dovevo assolutamente andarci. Volevo vedere com'era, davvero, tastare l'erba del Brandywell Stadium, sulla cui panchina mi sono seduto una miriade di volte a Football Manager". E, ancora una volta, la realtà che si interseca con la fantasia: Alessandro sta ultimando un libro, "Strikers", che parla di bomber e politica in Irlanda del Nord, da George Best a oggi e, ovviamente, a Football Manager ne ha preso uno sotto la sua ala protettiva, Patrick McEleney. Incontrato, nel suo viaggio al termine di Derry City-Limerick: "Gli ho stretto la mano, abbiamo parlato della partita, anche se inizialmente mi aveva preso per pazzo pensando anche che lo stessi prendendo in giro. Mi ha fatto un autografo". Che campeggia sopra la stampa della videata di Football Manager con tutte le sue caratteristiche tecniche. La vicenda ha attirato anche gli interessi del Mirror e dei giornali di mezza Europa.
Dal tifoso al calciatore di Premier
Il video dell'impresa di Alessando non c'è ancora ma Football Manager ne è al corrente. Come lui, tanti altri "innamorati" del videogioco si sono resi protagonisti di bizzarrie di ogni tipo e, sul profilo twitter ufficiale è nato un apposito hashtag (#WeAreTheManagers) che serve a raccontarle, solitamente con un video. Il fenomeno di FM è trasversale, colpisce ad ogni età e ad ogni grado della piramide calcistica, dal tifoso al giocatore di Serie A o di Premier League. Come Carlo Cudicini, incallito manager virtuale dai tempi del Castel di Sangro a quelli del Chealsea in cui, durante le trsferte, sfidava John Terry.
Segreti e illusioni
Football Manager ha evidentemente un segreto, anzi più di uno. Deve averli per forza se ingenera certe reazioni: la realtà simulata, anzitutto, è davvero molto simile a quella "vera". A incidere c'è poi un enorme database di squadre e giocatori, il fatto che non si vince sempre. Anzi, si vince poco: solo se si indovinano le giuste combinazioni si riesce ad aprire un ciclo. E questo crea una dipendenza enorme: non c'è peggior cosa, infatti, per un videogame, di assecondare con semplicità le ambizioni di vittoria di chi gioca. Per questo se a FM ci si riscopre manager di qualità, si ha la sensazione di esserlo anche nella realtà. Nonostante, nel calcio italiano, si tratti di una figura professionale inesistente: si può sperare di essere i nuovi Mourinho, Wenger o Van Gaal nel caso del calcio inglese ma non i vari Ausilio, Marotta o Sabatini che, di mestiere, non fanno gli allenatori.
Il calcio "reale" (o quello che vorremmo)
In ogni caso con FM ci si illude e si idealizza il calcio, quello in cui vorremmo trovarci a vivere. Lo idealizzano, a volte, anche i giornalisti, che nel 2012 attribuirono all'allora 21enne svedese di origini azere Vugar Huseynzade, l'assunzione a "manager" (inteso all'inglese) del Baku Fc per essere stato un campione senza precedenti a FM. La realtà - vera - è che diventò direttore sportivo (e non allenatore) per altri due motivi: aver casualmente conosciuto il presidente della squadra in un viaggio in treno per l'Europa e, soprattutto, per un master alla Boston University che gli valsero un proficuo lavoro di consulenza. Fantasia e realtà, però, continueranno a intrecciarsi, come quei due cugini olandesi della cittadina di Someren, che dopo aver accettato e valorizzato - da esonerati nel gioco - l'offerta inglese del piccolo Woking, iniziarono con i vari pellegrinaggi oltremanica attirando la curiosità di una cinquantina di loro compaesani, che si aggregarono nei viaggi successivi. E che oggi tifano proprio Woking...
picture

MLS: i 10 gol più belli della stagione regolare

Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Resta sempre aggiornato con le ultime notizie, risultati ed eventi live
Scaricala
Condividi questo articolo
Pubblicità
Pubblicità