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Nigeria senza soldi per le trasferte: a rischio la gara in Zambia per i Mondiali di Russia

Stefano Fonsato

Aggiornato 04/10/2016 alle 18:06 GMT+2

La locale federcalcio nega ufficialmente ma una fonte interna, rimasta anonima, ha rivelato al time come, nelle casse dirigenziali delle Super Aquile, non sia "rimasto neanche un centesimo". La parabola discendente di un ex squadrone che ha riscritto la storia recente del continente africano.

Nigeria, delusione post mondiale 2014 (LaPresse)

Credit Foto LaPresse

Il caos più totale regna all'interno della Federcalcio Nigeriana. Un sodalizio che non riesce più a dare un futuro ai propri talenti che, certo, non saranno più quelli emersi - probabilmente in maniera ineguagliabile - negli anni '90, ma che comunque, in ambito giovanile, continuano a dare soddisfazioni con un Mondiale Under 17 portato a Lagos e un bronzo alle seppur poco indicative Olimpiadi di Rio. E arriva proprio da qui l'ultimo capitolo della confusione delle Super Aquile che, secondo indiscrezioni, non hanno più soldi da investire per affrontare le trasferte delle gare di qualificazione ai Mondiali di Russia 2018.

Il caos e quei soldi che mancherebbero per volare a Ndola

In questo caso particolare si parla della trasferta a Ndola, in Zambia, nel difficile impegno di domenica 9 ottobre che vedrà la selezione biancoverde opposta a quella dei "Proiettili di rame" i Chopolopolo. Qualche giorno fa, infatti, una fonte interna alla federazione - rimasta tuttavia anonima - ha rilasciato dichiarazioni piuttosto inquietanti all'edizione locale del Guardian: "Abbiamo assolutamente bisogno di 85 milioni di naira (equivalenti a circa 240 mila euro, ndr) ma al momento non abbiamo nemmeno un centesimo in tasca. Ci siamo rivolti alla Globacom (principale società di telecomunicazioni del paese africano, ndr) perché venga in nostro aiuto e stiamo ancora aspettando una risposta del governo".
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Nigeria, la nazionale ai mondiale di Brasile 2014 (LaPresse)

Credit Foto LaPresse

Più crisi che picchiano durissimo

Insomma, si starebbe chiedendo un po' a tutti, sia nella sfera privata che in quella pubblica. Che, in questo caso, difficilmente potrà essere di costante aiuto in un paese dilaniato dall'attività terroristica di Boko Haram in tutto il territorio centrosettentrionale e alle prese con una crisi economica e umanitaria che coinvolge ogni angolo del paese, ormai ingovernabile. Il calcio è, per forza di cose, passato in secondo piano: le nazionali giovanili vincono in un calcio ancora grezzo, in cui la fisicità è la discriminante principale. Ma quando inizia a occorrere altro, non si sa più che pesci pigliare.

Senza soldi e senza leader

Nascono da qui, i recenti insuccessi della prima squadra, che ha clamorosamente mancato la qualificazione alle ultime due edizioni della Coppa d'Africa, al mezzo disastro disastro del Mondiale 2014, in cui la qualificazione agli ottavi è arrivata più che altro per forza d'inerzia, in cui era presente il modesto Iran e una spaesata Bosnia Erzegovina. Un ambiente in cui ognuno pensa a se stesso, senza un leader, anche perché nessuno ha i titoli per esserlo. I soldi mancano anche per il gioco al ribasso delle sponsorizzazioni tecniche, palesatosi proprio a causa della carenza di risultati ottenuti. E da queste parti, sicuramente, nessuno ha pensato a mettere da parte "tesoretti" in passato.

La smentita. Ma l'apnea durerà a lungo

Ad ogni modo la federcalcio nigeriana ha ufficialmente smentito le difficoltà di recarsi in Zambia. Quasi certamente l'impegno verrà onorato, ma tornerà prepotentemente in occasione delle prossime trasferte del gruppo B, non tanto per quella nel vicino Camerun, quanto per quella in Algeria.

Tempi che furono. Quel magico '94

Fa impressione vedere una nazionale che ha scritto la storia calcistica recente del continente africano: lontani, lontanissimi i tempi di Amokachi, Okocha, Yekini, Yeboah, Rufai, Agbonavbare, Oliseh e quell'indimenticabile spedizione a Usa 1994 (anno in cui arrivò anche il titolo di campioni continentali in Tunisia), che portò i biancoverdi (questa volta in grande stile) a un passo dall'eliminarci agli ottavi di finale del Mondiale a stelle e strisce: solo uno straordinario Roberto Baggio riuscì a vincerli. Una squadra, quella, a cui pensiero vengono i brividi anche per un altro motivo: il fatto che già 3 di quei 23 non ci sono più, dopo la morte per attacco cardiaco del capitano (e, in seguito, commissario tecnico) Stephen Keshi, dell'ex difensore Uche Okafor - deceduto probabilmente a seguito di un omicidio in Kansas dove aveva chiuso la carriera, e dell'ex centrocampista Thompson Oliha, per complicazioni legate alla malaria. C'era una volta la Nigeria. La Nigeria del calcio. E non solo.
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Nigeria-Italia, Usa '94 (LaPresse)

Credit Foto LaPresse

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