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Tra proteste e petizioni, Il Millwall evita lo sfratto dal The Den. Storia di un insolito lieto fine

Stefano Fonsato

Aggiornato 29/01/2017 alle 19:09 GMT+1

A Bermondsey avrebero dovuto spazzare via tutto a favore dei soliti appartamenti di lusso. Nelle ultime ore la notizia della vittoria popolare dopo lo sfogo di tifosi e residenti. Non ci sarà, almeno per il momento, un epilogo stile Highbury o Beeyn Ground. Ma nel sud di Londra si resta sul chi va là, tra conferme e smentite sull'interessamento della Red Bull per il Charlton Athletic.

Londra, The Den, la "tana" del Millwall (LaPresse)

Credit Foto LaPresse

Hanno vinto i tifosi. Ha vinto la gente del popolo, che ha avuto la meglio sui colletti bianchi senza scrupoli. Ebbene sì, una volta tanto è andata proprio così: Il Millwall Football Club, è notizia di queste ultime ore, non verà sfrattato dal suo The Den, da quella "tana" tanto minacciosa quanto accogliente, che da sempre ne custodisce la storia del Club. Di quel club che batte i colori scozzesi, in onore dell'imprenditore di Aberdeen James Morton, il quale, nel 1870, aprì a Londra - sull'Island of Dogs, non distantissimo da Bermondsey - la filiale inglese della sua fabbrica di conserve, la C&E Morton & Co. Che importò scaricatori di porto dal nord del Regno Unito. Gli stessi "Dockers", che qualche anno dopo, nel 1885, diedero vita al Millwall Athletic (divenuto in seguito "Football Club"). I primi anni nell'Isola dei Cani e poi, nel 1919, il passaggio a New Cross, a Bermondsey, dove il "The Den", aveva appena visto la luce.

I soliti appartamenti di lusso

C'è chi, questa storia, avrebbe voluto in qualche modo cancellarla. A partire da Mark Bullock, sindaco del Borough di Lewisham, il cui consiglio abbraccia amministrativamente Bermondsey, che con i denari della Renewal Company avrebbe voluto investire un totale di 1 miliardo di sterline per riqualificare la zona: i soliti appartamenti di lusso, quelli che in Inghilterra hanno già mietuto vittime più che illustri, come "Highbury" per l'Arsenal e "Boleyn Ground" - attualmente in fase di demolizione - per i tifosi del West Ham.
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Les supporters de West Ham passant devant le pub "The Boleyn", le 10 mai 2016, en se rendant à Boleyn Ground.

Credit Foto AFP

La petizione e la vittoria del popolo sui colletti bianchi

Un tira e molla durato mesi e mesi. Inizialmente i vertici dirigenziali della compagnia coinvolta pensavano che la notizia avrebbe raccolto un'eco poco più che locale. Invece no. La cassa di risonanza ha vibrato per tutto il Regno Unito, e proprio in queste ore sta varcando i confini internazionali. Dice il giornalista e scrittore Gianni Galleri, nel suo libro La città del football (Urbone publishing): "Nell'epoca della globalizzazione del calcio si è perso gran parte del concetto di squadra di quartiere. La zona che circonda lo stadio del Millwall è rimasta una delle ultime roccaforti londinesi dove, nonostante la penuria di trofei, i ragazzi del posto continuano a tifare senza se e senza ma per la squadra del posto".
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Londra, The Den, la "tana" del Millwall (LaPresse)

Credit Foto LaPresse

E' così. Ragazzi di tutte le età. Come il 72enne Willow Winston, nato, cresciuto e invecchiato al "The Den", inteso sia come stadio che area di residenza popolare. A lui sono stati offerti 58mila pounds per l'esproprio del suo appartamento. Il suo secco "No", è lo stesso che ha fatto eco nella protesta dei suoi vicini di quartiere. E ovviamente non solo, considerato il blasone del club: si è subito aperta una petizione, la "Defend Our Den", che ha raggiunto un totale di 28mila 506 firme. Un movimento necessario: fare la fine del Wimbledon (nel 2003 espatriato e trasformato in Milton Keynes Dons). In questo caso, la nuova destinazione paventata al Millwall, sarebbe stata la North Kent Coast, dalla parte di Gillingham. Comunque fuori Londra.

I conti offshore e la sospensione del progetto

Ma con le petizioni, si sa, è quanto meno impegnativo cambiare il mondo. C'è comunque chi ci riesce. In questo caso, ad ogni buon conto, sui "conti" si è dovuto giocare: come quelli offshore della Renewal, registrati nell'Isola di Man e nelle Vergini Britanniche. Il frastuono mediatico ha indotto cosi l compagnia e Lewisham Council a sospendere il progetto a tempo indeterminato. Il Millwall così è rimasto a casa, in quel The Den controverso simbolo del fenomeno hooligan e dalla fitta rete di vicoli tutto intorno, in cui non si sa mai quello che può accadere. Oggi i Leoni, allenati dal loro mito Neil Harris, si barcamenano nella metà alta della classifica di League One, ma in Fa Cup eccelle e, proprio al "The Den", lo scorso 7 gennaio, ha rifilato un netto 3-0 al Bournemouth di Premier League ed ora si appresta ad ospitare il Watford di Mazzarri. Una cosa è certa, gli Hornets non avranno vita semplice da queste parti. Ma, in ogni caso, si rimane sul "chi va là". Non solo a Bermondsey ma in tutto il sud londinese.
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Millwall-Bournemouth, FA Cup 2016-2017 (LaPresse)

Credit Foto LaPresse

Oltre Millwall. Il Charlton alla Red Bull? Una "minaccia" secondo i tifosi

Tra gli acerrimi rivali del Millwall, infatti, c'è il Charlton Athletic, anch'esso relegato in terza serie. I tifosi degli Addicks stanno protestando, che detiene le quote anche di Sint-Truiden (Belgio), Újpest (Ungheria), Carl Zeiss Jena (Germania) e Alcorcón (Spagna). La "perdita d'identità" del club è motivo del contendere. Contro il Coventry City volarono maiali di plastica in campo.
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Londra, The Valley, la casa del Charlton Athletic

Credit Foto Eurosport

Una nuova situazione di panico è piombata sul "The Valley" alla notizia che la Red Bull - dopo Austria e Germania - potrebbe sbarcare con un progetto calcistico, in Inghilterra. A Londra, nella fattispecie, ancor più nello specifico facendo irruzione nel club di Greenwich. Tra smentite e ritorni di fiamma, si è pronti a scendere in piazza: perché il concetto di football veicolato dal brand delle bibite energetiche, Oltremanica, farebbe presa quanto il tiki-taka di Guardiola al Manchester City. E poi vi immaginereste un toro rosso, in mezzo al "Robin" (il pettirosso) e il Valiant Knight del Charlton?
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Al "The Valley": le mascotte del Charlton Athletic, ovveto il "Valiant Knight" e il "Robin"

Credit Foto Eurosport

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