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La favola di Roger Milla e dei Leoni Indomabili del Camerun

Paolo Pegoraro

Aggiornato 06/06/2020 alle 13:07 GMT+2

Le notti magiche di Italia 90 compiono 30 anni e la redazione di Eurosport le festeggia con uno speciale di una settimana sul nostro ultimo Mondiale casalingo. Approfondimenti, quiz e video dedicati a un evento sportivo impossibile da dimenticare. Oggi vi raccontiamo la favola dei Leoni Indomabili.

Camerun - Speciale Italia 90

Credit Foto Eurosport

Nel 1974 l’Africa subsahariana è per la prima volta rappresentata in un Mondiale di calcio. La spedizione dei Leopardi dello Zaire in Germania, solo in superficie comica, conserva in realtà tinte tragiche; sul risultato di 3-0 a favore del Brasile nell’ultima sfida del girone l’arbitro assegna un calcio di punizione ai verdeoro: ancor prima che Rivelino tocchi la palla Mwepu si stacca dalla barriera e calcia una cannonata verso la metà campo avversaria. È spinto più da terrore che da ignoranza: se avessero incassato un altro gol i calciatori zairesi sarebbero stati trucidati al rientro in patria per editto del famigerato dittatore Mobuto. Sarà il Camerun a riscattare l’immagine del calcio africano: i Leoni si guadagnano l’appellativo di Indomabili uscendo imbattuti dal Mundial 1982 e nelle notti magiche del 1990 scriveranno la più grande fiaba africana del Novecento.
L'elevazione stupefacente di Françoise Omam-Biyik

L’airone Omam-Biyik beffa Diego

8 giugno 1990, Milano: calato il sipario sulla stilosa cerimonia inaugurale il 44enne francese Michel Vautrot fischia il primo kick off dei Mondiali di Italia 90. L’Argentina campione in carica affronta il Camerun a San Siro e nessun bipede senziente investirebbe una lira sugli avversari di Diego Armando Maradona, guidati da tale Valeri Nepomniaschi. L’allenatore siberiano non spiccica una parola di francese e a malapena ne addiziona due di inglese, contestualmente prima e seconda lingua dello Stato africano: non proprio la più rassicurante delle premesse. Tanto per intenderci, la miglior firma del giornalismo sportivo italiano Gianni Brera presenta così la partita sulle pagine di Repubblica:
Vediamo come se la cavano i campioni in carica con i misteriosi camerunesi, forse più belli (in senso morfologico) che buoni (in senso tecnico)
La partita si dispiega davanti agli occhi dei 74'500 tifosi accorsi a San Siro – tra cui il Presidente del Camerun Paul Biya, seduto in tribuna d’onore a fianco dello yuppie Massimo Moratti - e la squadra africana soffre ma, dietro lo stupore generale, tiene egregiamente il campo. L’espulsione di Kana-Biyik al minuto 61 ha i crismi della sentenza per il Camerun, ma sei minuti più tardi accade l’inimmaginabile: Omam-Biyik sale al terzo anello sul campanile del tarantolato Makanaky, galleggia nell’aria e schiaccia a terra di testa sorprendendo l'impacciato Pumpido. Nonostante la doppia inferiorità numerica causata dall’intervento da codice penale di Massing su Caniggia, i Leoni proteggeranno il vantaggio: il primo giant killing del Mondiale è già servito.

Roger Milla, l’O’Rey dell’Africa Nera

L'arma segreta della squadra rivelazione di Italia 90 è un trentottenne di etnia Bassa-Bakoko dal Dna di indomito anticolonialista. Roger Milla, già protagonista della spedizione a Spagna 1982, sceglie la Riunione – isola sperduta nell’Oceano Indiano - come buen retiro calcistico dopo l’addio alla Nazionale in segno di protesta per la mancata promessa del Ministro dello Sport Joseph Fofé di assistere la mamma gravemente malata. Sconcertato dal disastro nella Coppa d’Africa del marzo 1990, il Presidente Paul Biya persuade il vecchio attaccante a tornare in Nazionale con buona pace dei fragili equilibri del gruppo di Nepomniaschi.
L'11 tipo dei secondi tempi del Camerun, quando Makanaky da mezzapunta scalava ad ala e Milla entrava per affiancare Omam-Biyik
Il Mondiale di Milla è scandito da un infallibile canovaccio: il veterano si accomoderà in panchina in tutte le partite e ne uscirà col preciso scopo di manomettere i radar delle difese avversarie. La doppietta contro la Romania è il suo biglietto da visita: prima vince la sportellata con Andone trafiggendo Lung con chirurgico interno sinistro, quindi si autolancia sfruttando il blocco di Omam-Biyik, dribbla un difensore con controllo a seguire di controbalzo e fulmina il portiere con siluro sotto la traversa di collo pieno. Fluttuerà in una sorta di trance agonistica e dopo ogni gol inscenerà un’esultanza destinata a fare scuola, la danza nei pressi della bandierina a suon di Makossa.
L'inconfondibile esultanza di Roger Milla

A un passo dal sogno

Archiviata la sconfitta indolore contro l’URSS (a rinsaldare l'asse Mosca-Yaoundé) i Leoni Indomabili confezionano il capolavoro negli ottavi: battendo la Colombia in un torrido pomeriggio napoletano il Camerun diventa la prima squadra africana di sempre ad accedere ai quarti di finale di un Mondiale. Al solito, è Roger Milla a conquistare il proscenio: per il vellutato sinistro sotto il “sette” dopo duetto con Oman-Biyik e dribbling secco in area, ma soprattutto per quella celebre azione in cui sradica il pallone dai piedi di Higuita rovinando la sua sciagurata gita fuori porta e insacca a porta vuota.
Avanti 2-1 contro l’Inghilterra nei quarti di finale la Nazionale di Nepomniaschi è sul punto di far detonare le gerarchie del football mondiale, ma l’inesperienza la tradisce sul più bello: il genio ribelle Gascoigne e il bucaniere d’area di rigore Lineker firmano il ribaltone scrivendo il definitivo 3-2 dopo tempi supplementari. Il passaggio in semifinale sfuma così in circostanze rocambolesche ma il coro è unanime: il Camerun ha moralmente vinto il suo Mondiale.
Per me siete i veri Campioni del Mondo (Pelé)
Robson ringrazia la fortuna. Un'Inghilterra surclassata batte i leoni africani (Apertura Daily Mail)
Il Camerun ha travolto l'Inghilterra e ha perso una partita che in fondo aveva vinto (Apertura Times)

Il lascito dei Leoni Indomabili

Quell’estate gli italiani elessero il Camerun a seconda squadra. Un dodicenne di Bonascola (frazione di Carrara) dopo aver contemplato i balzi felini del portiere camerunese N’Kono decise di cimentarsi tra i pali; anni più tardi avrebbe addirittura affibbiato al primogenito il nome di Thomas in omaggio al suo idolo d’infanzia. Quel ragazzino ammaliato dai Leoni Indomabili si chiamava Gigi Buffon.
Giocavo da centrocampista e mi piaceva fare gol, poi in ho visto in tv il portiere del Camerun Thomas N'Kono ed è stata una folgorazione, così ho scelto la maglia numero uno.
Era dunque scoccata l’ora del calcio africano? Le super potenze europee e sudamericane stavano per abdicare? I due Mondiali successivi avrebbero invitato a una maggiore cautela. A oggi la squadra che più si è avvicinata ai Leoni Indomabili – per risultati e impatto nell’immaginario collettivo – è il Senegal del Mondiale 2002, capace di battere la Francia Campione del Mondo all’esordio e arrampicarsi fino ai quarti sfiorando l’accesso in “semi”. I Leoni della Taranga, tuttavia, militavano perlopiù nelle serie maggiori europee mentre i calciatori camerunesi si disimpegnavano nel semi-dilettantesco campionato locale, nelle serie minori del Vecchio Continente o in tornei esotici. L’etichetta di «squadra rivelazione» per antonomasia l’ha rivendicata, non senza una punta d’orgoglio, lo stesso Roger Milla:
Nessuna squadra potrebbe mai più fare ciò che abbiamo fatto noi nel 1990. L'elemento sorpresa, semplicemente, manca ora e mancherà sempre. Ora tutti sanno tutto di tutte le squadre qualificate a un Mondiale.
Appendice: L'Africa Subsahariana ai Mondiali
SQUADRAPARTECIPAZIONIMIGLIOR RISULTATO
ANGOLA1FASE A GIRONI
CAMERUN7QUARTI DI FINALE
COSTA D'AVORIO3FASE A GIRONI
GHANA3QUARTI DI FINALE
NIGERIA6OTTAVI DI FINALE
SENEGAL2QUARTI DI FINALE
SUDAFRICA3FASE A GIRONI
TOGO1FASE A GIRONI
ZAIRE1FASE A GIRONI
Speciale Italia 90: le puntate precedenti

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