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L’arma impropria dell’Atletico: i calci piazzati

Mattia Fontana

Pubblicato 18/05/2015 alle 15:51 GMT+2

I motivi di inquietudine non possono essere sottovalutati in vista di una partita importante come quella di stasera. La Juventus, uscita parecchio scottata dallo scontro del Calderòn, troverà un Atletico Madrid sicuro della qualificazione, ma non ancora del primo posto nel raggruppamento.

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Credit Foto Eurosport

Una delle squadre più difficili da affrontare nell'intero panorama europeo. Perché, sebbene non goda di una qualità media elevata e di individualità alla Cristiano Ronaldo, ha un'organizzazione di gioco in grado di fare la differenza in ogni circostanza. Per DIego Simeone non è stato affatto facile ricostruire le certezze del gruppo dopo le partenze di Courtois, Filipe Luis e Diego Costa. Ma c'è riuscito eccome. Anche perché nel frattempo, e questo è un ulteriore motivo di preoccupazione per Massimiliano Allegri, ha estremizzato l'incidenza di quello che è un punto di forza storico del suo Atletico. Il massiccio sfruttamento dei calci piazzati.
COME LORO, NESSUNO -Nei cinque massimi campionati europei non esiste un'altra formazione in grado di produrre tanto partendo dalla situazioni di calcio da fermo (leggasi: calcio d'angolo, calcio di punizione diretto e indiretto). L'Atletico Madrid arriva a Torino con 20 gol stagionali prodotti in questo modo (non contiamo i rigori): 2 in Champions League (uno da corner, uno da calcio di punizione indiretto), ben 18 nella Liga (11 da corner, 7 da calcio di punizione indiretto). Se ci limitiamo al campionato e aggiungiamo che i Colchoneros hanno messo dentro 27 gol complessivi, l'incidenza è semplicemente straordinaria: il 66,7% del totale o 1,28 reti a partita. Anche durante la stagione scorsa questo era un punto di forza degli spagnoli, ma le percentuali nella Liga furono ben diverse: il 22% del totale, frutto di 17 gol prodotti da fermo. Un numero già eguagliato nel 2014-15, un motivo in più per temere l'Atletico Madrid. Perché questo significa che gli uomini di Simeone non hanno bisogno come gli altri di sforzarsi a produrre gioco. E, invece, possono sempre estrarre un coniglio dal cilindro e mettere paura alla Juventus. Del resto, i vice-campioni in carica sono la squadra che segna più di testa in questa Champions League (4 gol) e i bianconeri hanno subito la metà esatta delle loro reti europee proprio in questa situazione. Attenzione, dunque.
LE SOLUZIONI DA CORNER -Riguardando i calci d'angolo andati a buon fine in questa stagione, si notano grosso modo tre tipi di sfruttamento dei tiri dalla bandierina. Una prima soluzione prevede il cross per un giocatore piazzato tra dischetto e area piccola, in modo da liberare alla conclusione un colpitore in movimento (e quindi più difficilmente marcabile). La seconda soluzione, che spesso vede come protagonista l'ex di turno Tiago, cerca beffardamente di ingannare la retroguardia posizionando molti giocatori sul secondo palo, rendendo il primo come un lato debole, attaccato da un singolo che può così colpire di testa da distanza ravvicinata. La terza, invece, mette in azione un giocatore sul secondo palo (preferibilmente Godin) che non va a colpire, bensì fa la sponda per un compagno, che potrà decidere se tirare o servire a sua volta un altro giocatore. Soluzioni semplici ed efficaci, anche perché Simeone chiede sempre ai due terzini di restare molto vicini all'area (e non di disporsi da ultimi uomini come vogliono molti allenatori), in modo da poter andare al tiro su un'eventuale respinta.
La soluzione più pericolosa dell'Atletico su corner. Palla di Koke sul secondo palo, trasformato nel lato debole dal primo movimento di quattro giocatori. E, successivamente, ecco la torre sul primo palo, dove arriva il colpitore che deve soltanto insaccare.
LE SOLUZIONI DA CALCIO PIAZZATO -Altrettanto efficaci sono le soluzioni da calcio di punizione, che diventa pericolosissimo quando battuto dalla trequarti esterna. Qui, ancor più che nei corner, si ricerca la sponda. Che può essere dal primo palo al secondo o dal secondo verso il centro. Queste punizioni diventano una sorta di cross dalla trequarti, teoricamente un tipo di attacco facile da leggere per la difesa di turno, in realtà molto difficile da contrastare se chi attacca è l'Atletico Madrid. Perché, come detto, poche volte l'obiettivo dei Colchoneros è quello di liberare al tiro un giocatore. Ma, Simeone, cerca soprattutto di creare un'ulteriore azione, con una sponda che permette all'uomo smarcato di lanciarsi sulla "seconda palla" e colpire in movimento.
Esecuzione monstre di un calcio di punizione quasi da centrocampo. Palla sul primo palo, torre per Miranda che la rimette sul secondo palo. E, al terzo tocco, ecco il gol. La palla non tocca mai per terra...
COME MAI ACCADE SOLO LORO? -Lo sfruttamento delle fasce e dei calci piazzati, è divenuto ancora più importante con l'addio di Diego Costa e l'avvento di Mario Mandzukic. Se l'attuale centravanti del Chelsea permetteva agli uomini di Simeone di salire di trenta-quaranta metri soltanto ricevendo il pallone e portandolo avanti con la propria forza, il croato richiede meccanismi più sofisticati. E' meno un centravanti di ruolo, ma un attaccante che riesce a coinvolgere maggiormente i propri compagni, liberando spazio agli inserimenti e svariando spesso sugli esterni. Senza dimenticarsi dei calci piazzati, dove Mandzukic risulta un'arma tattica devastante: le difese avversarie non possono non marcarlo attentamente, fatto che libera al tiro vari ed eventuali colpitori. Da Godin a Tiago, passando per Miranda e Saul (soltanto per fare qualche nome). Rivedere i gol prodotti da fermo dall'Atletico Madrid porta automaticamente a domandarsi come mai nessuna altra squadra in Europa riesca a rendere questa situazione tattica altrettanto redditizia. Ma, in fondo, il segreto dei Colchoneros è tanto semplice da leggere quanto difficile da imitare (e contrastare). Perché Simeone ha a disposizione dei colpitori straordinari e un battitore unico nel suo genere come lo spesso sottovalutato Koke.
Foto AFP
"Xavi è unico, non esiste un altro giocatore come lui e mai esisterà". Parola di Koke. Che ha indubbiamente ragione, ma di partita in partita fa di tutto per contraddirsi.
IL SEGRETO DI KOKE -Caso insolito. Un regista offensivo che in stagione ha segnato soltanto un gol, ha solo il 78% di passaggi realizzati, ma nella Liga ha prodotto già 9 assist (uno in più di Cristiano Ronaldo e dunque il migliore del campionato), creando altre 24 occasioni da gol. Il suo piede è un'arma impropria, specie se da fermo. Al punto che quel paragone che spesso cerca di evitare con Xavi, rischia di non essere così folle. E non soltanto per il numero di maglia che condividono. Simeone lo sa e da lui ha tratto il massimo, mettendolo al centro di un meccanismo semplice ma preciso come un orologio svizzero. Negli schemi da fermo dell'Atletico Madrid non troverete tanti movimenti come in quelli che iniziano a fare tendenza nel nostro campionato, ma poche soluzioni applicate con efficacia (la caratteristica principale è la ricerca della sponda). Provate, si dice, soltanto per una mezz'ora nel giorno della rifinitura, con la collaborazione del fido Mono Burgos. Una semplicità spaventosa, che però ha fatto le fortune dell'Atletico Madrid. E, in questo avvio di stagione molto più complesso di quanto sembri, ha costituito una sorta di "comfort zone" nella quale i Colchoneros si vanno a mettere nei momenti di difficoltà. Con esiti impressionanti.
Di Mattia FONTANA (Twitter: @mattiafontana83)
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