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Mazza, una leggenda nonostante 83 sconfitte

Stefano Dolci

Pubblicato 18/05/2015 alle 18:34 GMT+2

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Eurosport

Credit Foto Eurosport

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Si può essere considerati un allenatore leggendario se in 15 anni hai perso 83 gare ufficiali su 85 totali e la tua squadra ha incassato la bellezza di 382 gol? Sì, se il tuo nome è Giampaolo Mazza, il ct della Nazionale di San Marino in carica dal 1998 fino al 16 ottobre scorso quando ha deciso di rassegnare le dimissioni, chiudendo una pagina storica per il calcio della Repubblica più antica del mondo.
Mazza fino a pochi giorni fa è stato il commissario tecnico più longevo d’Europa e a San Marino è immortalato nel libro dei record per aver guidato la rappresentativa del Titano all’unica vittoria (1-0 contro il Lichtenstein in amichevole) e all’unico pareggio in una sfida di qualificazione Europea (25 aprile 2001, 1-1 a Riga sul campo della Lettonia). Per queste ragioni la sua uscita di scena ha fatto molto rumore in giro per l’Europa, dando visibilità al movimento calcistico sammarinese e alla storia di questo 57enne allenatore nato a Genova ma sammarinese doc.
LA STORIA – “Sono nato a Genova 57 anni fa – racconta Mazza, al telefono - da una famiglia di sammarinesi che era emigrata in Liguria per ragioni di lavoro. A 12 anni siamo tornati a vivere in Repubblica e qui ho continuato a giocare a calcio (come centrocampista) e anche a studiare. Anche se per qualche anno, negli anni ’80, ho calcato anche i campi della C con il Riccione non ho mai fatto solamente il calciatore. Mi sono laureato all’Isef e ho iniziato quasi subito ad insegnare Educazione Fisica, nelle scuole medie a San Marino: un lavoro che ancora oggi svolgo e mi dà grande gratificazione. Appena ho smesso di giocare a calcio alla fine degli anni ’80 ho iniziato ad allenare le squadre romagnole. Ho allenato quasi in tutte le categorie dalla Prima Categoria fino alla serie D, vincendo 3 campionati di Promozione ed altrettanti campionati di Eccellenza. La possibilità di allenare la Nazionale di San Marino (con la quale ha fatto in tempo anche a giocare racimolando 5 presenze tra il 1984-1987, ndr) è arrivata circa 20 anni fa, quando ho iniziato a fare l’assistente di Massimo Bonini e nel 1998 ho ereditato la panchina, debuttando il 10 ottobre contro Israele. Questo incarico mi ha permesso di girare l’Europa, giocare in stadi storici come per esempio Wembley, incontrare tanti grandi allenatori e vedere da posizione privilegiata alcuni dei più grandi fuoriclasse della storia del calcio. Da Raul a Van Persie fino a Sneijder e Gareth Bale, che debuttò nel 2006 proprio contro San Marino e appena lo vidi capii immediatamente che si trattava di un ragazzo dotato di un talento superiore”.
IL GIOCATORE SIMBOLO E L’ADDIO – Se Gareth Bale è stato il giocatore che lo ha maggiormente impressionato, il calciatore simbolo dei15 anni da ct di San Marino di Giampaolo Mazza è stato Andy Selva: “Sono stato il primo a convocare Andy in Nazionale e insieme ci siamo tolti tante soddisfazioni. Ha segnato 8 dei 15 gol della mia gestione, mi ha regalato con una sua magia l’unica vittoria da ct, per la Nazionale ha lasciato un crociato a Dublino in una durissima partita con l’Irlanda ed è stato l’unico calciatore sammarinese a giocare in serie B ed a vincere dei campionati di C1. Per la nostra piccola Repubblica Selva è più o meno quello che oggi è Cristiano Ronaldo è per il Portogallo. Ora ha 37 anni ed è sceso a giocare in serie D ma gli auguro di giocare fino a 40 anni in Nazionale e segnare ancora tanti gol”.
Anche se Mazza non ci sarà più: “Ho preso questa decisione perché dopo tanti anni è giusto che ci sia una persona con nuove idee e nuove metodologie. Io resterò ad occuparmi del settore giovanile, proverò a far maturare qualche talento e a mettere a disposizione l’esperienza che ho maturato in questi anni. Spero che il mio successore sia un sammarinese (sarà così visto che il prescelto sarà Manzaroli, attuale selezionatore dell’Under 21) perché sono convinto che una persona di un’altro paese farebbe fatica a calarsi nella nostra realtà. I nostri giocatori non sono professionisti, nella vita fanno gli operai, i liberi professionisti, gli imprenditori: alla domenica giocano nel campionato sammarinese oppure nei campi spelacchiati dei tornei dilettantistici in Romagna. Non so quanti allenatori potrebbero tollerare questa situazione che per noi è del tutto normale. Comunque non sono decisioni di mia competenza, io d’ora in poi sarò il primo tifoso della Nazionale e mi auguro che il mio successore possa raggiungere i traguardi che io non sono riuscito a tagliare”.
di Stefano DOLCI (Twitter @stefano_dolci)
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