Gravina: "Un anno per il professionismo delle donne, l'impegno concreto della Figc"
DaOAsport
Aggiornato 30/06/2019 alle 12:05 GMT+2
Dal nostro partner OAsport.it
Dopo l’uscita di scena ai quarti di finale della Nazionale femminile ai Mondiali di Francia, rimangono scottanti tantissimi temi relativi alle azzurre. Primo fra tutti è il professionismo del calcio praticato dalle donne. A parlarne alla Gazzetta dello Sport è il presidente della Figc, Gabriele Gravina.
Dobbiamo gettare le basi perché a queste ragazze sia consentito il salto di qualità che meritano. Un impegno concreto che si è preso la Figc: dall'1 luglio 2020 lo status delle calciatrici cambierà. Certamente le ragazze arriveranno al professionismo, ma pensare di introdurlo oggi significa non avere idea dei rischi che questa scelta comporterebbe. Sarebbe un salto triplo, dai costi per molti ancora insostenibili. Noi ora abbiamo il dovere di creare i presupposti per espandere il movimento femminile, ma dobbiamo innanzitutto valutare l'impatto che un cambio di status provocherebbe sul sistema. Non possiamo esporlo al rischio di perdere partecipanti
L'ipotesi del semi-professionismo
Non sarebbe affatto una diminutio. Le ragazze avrebbero tutti gli onori e i diritti del professionismo, e le società sarebbero sgravate di molti oneri fiscali da reinvestire. Ringrazio il Governo che rispondendo a una nostra richiesta è riuscito a inserire nel Collegio sport appena approvato in Parlamento l'impegno a garantire una maggiore tutela previdenziale e un sistema pensionistico per le calciatrici, e 240mila euro di crediti d'imposta annui per le società di C e A femminile
"Al Mondiale un'impresa incredibile"
Dobbiamo recuperare un gap ventennale, ciò nonostante le nostre ragazze sono riuscite a entrare tra le prime otto al mondo. Un'impresa incredibile. Dobbiamo darci una prospettiva dove tutele e status non prescindano dalla sostenibilità. Ora sta a noi coltivare questo patrimonio con energia e convinzione
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