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Megan Rapinoe non canta l'inno durante USA-Thailandia come protesta contro Trump

Bianca Boretti

Aggiornato 13/06/2019 alle 19:28 GMT+2

La centrocampista americana durante la partita contro la Thailandia ai Mondiali calcio femminile 2019 è rimasta in silenzio come protesta contro le disuguglianze di ogni tipo e le politiche del Presidente degli Stati Uniti.

Megan Rapinoe

Credit Foto Eurosport

La Nazionale americana fa ancora parlare di sé dopo la clamorosa vittoria contro la Thailandia, sconfitta 13-0 dalle ragazze a stelle e strisce capitanate dalla fuoriclasse, Alex Morgan, artefice di 5 gol.
La compagna di squadra Megan Rapinoe sembra abbia portato in campo una protesta silenziosa contro il Presidente degli USA, Donald Trump e le sue politiche ampiamente discusse, in tema di parità di genere e diritti delle comunità LGBTQ. Si è rifiutata, dunque, di cantare l’inno a inizio partita come critica al mancato rispetto e tutela delle minoranze.
Abbiamo una tale disparità e disuguaglianza in questo Paese, in così tanti modi diversi, disuguaglianza in così tanti modi. ci sono cose che sono molto più importanti del calcio.
Si è scatenato un dibattito sui social network dove le opinioni si dividono tra chi sta dalla parte della calciatrice statunitense e chi invece critica il suo poco patriottismo e non comprende il giocare per una Nazione da cui non si sente rappresentato e intende quindi "boicottare".
Sta di fatto che questa non è la prima azione pubblica in cui la giocatrice della Nazionale americana prende posizione, criticando il Governo degli Stati Uniti.
Nel 2016 durante un match, sempre con la Thailandia, si inginocchiò durante l'inno come gesto simbolico della lotta contro le discriminazione razziali e delle misure brutali adottate dalla polizia statunitense nei confronti degli afroamericani.
Gesto che era stata "coniato" dal giocatore di football americano Colin Kaerpernick, diventato il volto di una battaglia che gli è costata purtroppo la carriera, non ricevendo da lì più nessuna proposta di ingaggio. L'azione di Kaerpernick ha acquisito sempre più rilevanza e risonanza, diventando una questione politica, da portare Nike a scegliere l'atleta come protagonista di uno spot Believe in something. Even if it means sacrificing everything. Credi in qualcosa. Anche se significa sacrificare tutto. Per Megan Rapinoe sarà lo stesso?
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