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Da De Bruyne trequartista a Fellaini: le 5 mosse tattiche di Martinez che hanno steso il Brasile

Luca Stamerra

Pubblicato 07/07/2018 alle 08:38 GMT+2

Per 50 minuti e passa il Belgio ha dominato il Brasile. La squadra di Martinez era sul 2-0 e ha rischiato in un paio di occasioni di segnare il tris. Solo nel finale di partita i verdeoro si sono svegliati, un po' troppo tardi per qualificarsi alle semifinali. Tra strategia e cambi tattici, sono 5 le mosse del ct belga che hanno stravolto il match, portando alla clamorosa eliminazione del Brasile.

Belgium's midfielder Kevin De Bruyne celebrates after scoring his team's second goal

Credit Foto Getty Images

Brasile fuori dai Mondiali! Sembrava impossibile fino a qualche giorno fa: ad essere eliminata è stata proprio la Nazionale favorita per il successo finale di Mosca, dopo gli addii di Spagna e Germania. Per molti, non è neanche una sorpresa, visto che ad eliminare il Brasile è stato il Belgio, la 2a squadra del ranking mondiale. Rispetto alle ultime partite, sono stati diversi i cambi effettuati dal ct Roberto Martinez e dal suo staff tecnico (ricordiamo la presenza di Thierry Henry in veste di consulente per la fase offensiva). Sono, in pratica, cinque le mosse che hanno deciso la partita in favore dei Diavoli Rossi

1) De Bruyne più avanzato: non più regista, ma trequartista

Quello della Kazan Arena è stato un De Bruyne molto più vicino a quello ammirato al Manchester City. In queste prime gare del Mondiale, l’ex Chelsea giocava in pratica da regista ,con il compito di iniziare l’azione al fianco di Witsel. Contro il Brasile il classe ’91, invece, ha avuto più libertà, potendo puntare l’avversario in velocità. Far partire il contropiede e, anche, finalizzare l’azione, tanto che il momentaneo 2-0 per il Belgio è arrivato proprio grazie a De Bruyne che ha puntato la porta, piazzando poi una conclusione imparabile per Alisson. Una sola certezza dopo questa gara: De Bruyne è un trequartista e non un regista. Se impiegato 'alla Manchester City', tutto il Belgio ne può giovare.

2) Fellaini ad intasare il centrocampo: occhi per Coutinho e non solo

C’è chi sale e c’è chi scende. Se De Bruyne da regista diventa trequartista, chi ha arretrato il proprio raggio d’azione è stato Fellaini. Il centrocampista del Manchester United, in precedenza, lo si vedeva quasi in area di rigore, per aumentare il potenziale offensivo del Belgio. Questa volta Martinez lo schiera a centrocampo, con l’idea di fare ‘confusione’ e dare ‘fastidio’ alla linea di trequarti brasiliana. Willian non riusciva ad accentrarsi, Coutinho non è mai riuscito a sfondare. Bravo Fellaini a chiudere, ovunque, nella propria metà campo.
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Fellaini - Brazil-Belgium - 2018 FIFA World Cup Russia Quarter Final - Getty Images

Credit Foto Getty Images

3) Chadli molto più mobile di Carrasco, sulla fascia si volava dalle parti di Fagner

Fagner non è Dani Alves, ma non è neanche Danilo. Bisognava sfruttare l’anello debole della difesa brasiliana e Roberto Martinez ha deciso di puntare su Chadli, parso molto più mobile rispetto ad un Ferreira Carrasco un po’ spento nelle ultime uscite. Oltre ad Hazard, quindi, c’era un valido contributo sulla fascia per azionare il gioco in velocità e far partire azioni di contropiede potenzialmente devastanti. Sulla fascia destra, il Brasile ha combinato pochissimo grazie a questo cambio di uomo. Bravo Chadli - inoltre - a mettersi in mostra, dopo essere stato decisivo contro il Giappone.
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Belgium's coach Roberto Martinez speaks to Belgium's midfielder Nacer Chadli (R) before entering the pitch during the Russia 2018 World Cup round of 16 football match between Belgium and Japan at the Rostov Arena in Rostov-On-Don on July 2, 2018

Credit Foto Getty Images

4) Hazard più lontano dall’area, più nel vivo del gioco

Anche Hazard ha cambiato un po’ posizione rispetto alle prime uscite. Nelle prime gare, quello del Belgio era un vero e proprio tridente con Hazard e Mertens ai lati e Lukaku centrale. Hazard ha arretrato di qualche metro la propria posizione, giocando perfettamente in linea con De Bruyne. I due, in pratica, giocavano nella stessa posizione di Fernandinho e Paulinho, pronti a pressare, rubar palla e far partire azioni pericolose in velocità. Questo è quello che ha fatto Hazard per tutta la partita, aspettando sempre l’errore dell’avversario, indurlo all'errore, pronto a colpirlo letalmente. Sono state diverse le azioni fatte partire da questa dinamica, sfruttando inoltre l’assenza di Casemiro là in mezzo, con il Belgio che dava l’impressione di poter segnare ad ogni affondo.
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Eden Hazard.

Credit Foto Getty Images

5) Meunier più difensore, in marcatura su Neymar

Neymar è stato il più pericoloso del Brasile, ma il giocatore del PSG è stato molto limitato in questa gara. Da chi? Da Meunier, che si è concentrato più sulla fase difensiva che quella offensiva. Roberto Martinez ha lasciato campo libero a De Bruyne e Hazard, ma ha voluto tenere bloccate le corsie laterali per limitare il potenziale del Brasile. Meunier ha aiutato tantissimo Alderweireld, anzi ha fatto il grosso del lavoro per marcare Neymar, tra l'altro suo compagno di squadra. Il difensore belga sapeva quando accelerare e quando fermarsi e attendere l'avversario, senza strafare, lasciando pochi spazi. Un po' come in quel famoso PSG-Barcellona 4-0, quando Neymar non trovò sbocchi davanti a Meunier. Peccato per quel cartellino giallo: non potrà fare lo stesso lavoro su Griezmann in semifinale.
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