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Mondiali 2022 - Francia-Inghilterra, quarti di grande nobiltà: Mbappé, certo. Ma occhio ai "maestrini"

Roberto Beccantini

Aggiornato 05/12/2022 alle 13:42 GMT+1

MONDIALI 2022 - Si può vincere in tanti modi. Con il singolo, con il gruppo, con entrambi. Metafora per metafora, la partita è una torta e qualche fetta bisogna lasciarla comunque. L’ordalia si annuncia fiammeggiante. Mbappé, se neutralizzato o no, rappresenta il confine. Detesto il cinquanta-cinquanta, e allora dico Francia. Ma proprio per un pelo.

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Francia-Inghilterra, dunque. Sabato 10 dicembre alle ore 20. Un libro di storia. I detentori del titolo contro i quarti dell’ultima edizione e vice campioni d’Europa. La Nazionale di Didier Deschamps ha liquidato la Polonia per 3-1. La squadra di Gareth Southgate ha sofferto e poi travolto il Senegal: 3-0. Vantano, gli inglesi, l’attacco più prolifico: 12 gol, distribuiti fra Bukayo Saka e Marcus Rashford (3), Jude Bellingham, Phil Foden, Jack Grealish, Raheem Sterling, Jordan Henderson e Harry Kane (1). In tutto, otto giocatori. I bleus ne hanno realizzati 9: 5 Kylian Mbappé, 3 Olivier Giroud, 1 Adrien Rabiot. «Solo» tre. I «maestrini» stanno meglio anche a livello difensivo: 2 gol a 4.
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Kylian Mbappé

Credit Foto Imago

Occhio al vecchio detto di Gregg Easterbrook, giornalista e scrittore made in Usa: «Se torturi i numeri abbastanza a lungo, confesseranno qualsiasi cosa». Nasce, la sfida, molto equilibrata. La Francia ha un tenore in fuga, Mbappé. L’Inghilterra è più orchestra e ha più panchina. Il «lampo» va per i 24: li compirà il 20 dicembre. Impossibile marcarlo a uomo. E, spesso, inutile raddoppiarlo. Bisognerà martellarlo ai fianchi, tagliargli i rifornimenti. Ingabbiarlo. In prima battuta dovrebbe provarci Kyle Walker, veloce, sì, ma non ai suoi picchi. Gary Lineker gli avrebbe addirittura risparmiato l’impegno di domenica pur di averlo fresco e pimpante al varco.
Se Mbappé è di un’altra categoria, gli uomini chiave potrebbero diventare Antoine Griezmann e Kane. Il piccolo diavolo occupa gli spazi di tre ruoli: mezzala, rifinitore, attaccante. Vado a memoria: con i danesi armò il destro di Kylian per il 2-1. Con la Tunisia aveva segnato. Con i polacchi ha spazzato l’area, da stopper d’antico pelo, e propiziato la transizione del raddoppio. Il capitano, in compenso, si è appena sbloccato e ha già fornito tre assist. Arretra, lavora di sponda, imbecca chi gli detta il lancio. Deschamps risponde con Giroud, centravanti tradizionale (che non vuol dire banale o giurassico).
In mezzo, brilla la stella di Jude Bellingham, classe 2003. È stato, però, Jordan Henderson a rendere stabile il 4-3-3 d’ordinanza. Dal settore nevralgico il destino ha costretto la Francia a cassare due colonne: N’Golo Kanté e Paul Pogba. Il lavoro sporco poggia, così, su Aurélien Tchouaméni, che ha 22 anni, e Rabiot, cavallone di stile naif e dal rendimento ondivago. Per reggere quattro moschettieri del calibro di Mbappé, Giroud, Griezmann e Ousmane Dembélé (in crescita), bisogna che l’assetto resti corto e là davanti diano una mano. Non oso pensare e sperare all’altezza di Griezmann, ma insomma.
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Jude Bellingham

Credit Foto Getty Images

Le difese sono, in generale, gli anelli deboli. Nell’England, persino il portiere: Jordan Pickford. Le uscite di Harry Maguire rasentano il lancio della monetina. Lo stesso dicasi di Dayot Upamecano. La fisicità di Raphael Varane e John Stones sarà scudo prezioso. La «rive gauche» della Francia, Theo Hernandez-Mbappé, è una rampa verso la luna. Qualche dubbio, a destra, su Jules Koundé. Gli inglesi palleggiano attorno al loro totem, Kane, salvo abbandonarsi a strappi improvvisi con Foden e Bellingham. I francesi cercano di isolare Mbappé come facevano i Chicago Bulls all’epoca di Michael Jordan.
Si può vincere in tanti modi. Con il singolo, con il gruppo, con entrambi. Metafora per metafora, la partita è una torta e qualche fetta bisogna lasciarla comunque. Il Senegal è stato in controllo per una trentina di minuti e ha sfiorato almeno tre gol. A proposito: dai primi quattro ottavi ne sono già scaturiti 14, alla media di 3,5. I maniaci dell’over fanno la ola. L’ordalia si annuncia fiammeggiante. Mbappé, se neutralizzato o no, rappresenta il confine. Detesto il cinquanta-cinquanta, e allora dico Francia. Ma proprio per un pelo.
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