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Morte Diego Maradona, 8 persone rinviate a giudizio fra medici e infermieri. L'accusa: "Lo hanno lasciato morire"

Francesco Friggi

Pubblicato 15/04/2022 alle 11:51 GMT+2

CALCIO - Non si è mai chiuso il sipario sulla fine di Diego Armando Maradona ed ora, a un anno e mezzo dalla sua morte, è stato chiesto il rinvio a giudizio per 8 persone tra medici e infermieri che dovevano seguire l'ex calciatore nei suoi ultimi giorni di vita. La scena costruita dall'accusa è durissima: Maradona è stato lasciato morire in modo indegno.

Quando Berlusconi provò a portare Maradona al Milan

Non si placano le polemiche sulla morte di Diego Armando Maradona, in questi giorni (a Buenos Aires) sono stati rinviati a giudizio otto persone tra medici ed infermieri che, secondo l'accusa, hanno abbandonato completamente l'ex calciatore nei suoi ultimi giorni di vita. Come riporta la Gazzetta dello Sport, lo scenario descritto dalla giustizia argentina è desolante ed indegno: Maradona è morto a soli 60 anni il 25 novembre 2020 in un quadro clinico e personale devastante, tra dipendenza all'alcool e agli psicofarmaci.

Dal medico personale Luque allo psicologo Diaz: i rinviati a giudizio

Mentre le indagini proseguono, è stata redatta anche una lista di persone vicine all'ex Napoli e che dovranno essere processate, si tratta di il neurochirurgo e medico personale di Maradona, Leopoldo Luque, della psichiatra Agustina Cosachov, lo psicologo Carlos Diaz, la coordinatrice medica Nancy Forlini, il coordinatore infermieristico Mariano Perroni, gli infermieri Ricardo Almiron e Dahiana Madrid e il medico clinico Pedro Pablo Di Spagna. Le loro posizioni sono delicatissime e potrebbero rischiare dagli 8 ai 25 anni di reclusione.
I procuratori, nella ricostruzione della morte di Maradona, hanno scritto parole molto dure che evidenziano una situazione completamente fuori controllo: 'Maradona morì in un appartamento al piano terra di un complesso residenziale di Tigres, a nord di Buenos Aires. Arresto cardio-circolatorio per edema polmonare acuto, la causa del decesso. Il 4 novembre era stato operato al cervello per la rimozione di un ematoma da trauma. Quando i controlli avrebbero dovuto essere intensificati, quando la vittima quasi gridava per il suo stato, tutti hanno messo in atto l’assistenza più grossolana mai vista al mondo. L’equipe medica di Maradona è stata mancante, temeraria e indifferente. Le omissioni di certe azioni dovute e le azioni per contro nocive alla salute hanno posto la vittima in uno stato d’incuria e hanno lasciato che Maradona andasse incontro al suo destino. Gli accusati hanno cercato di rinfacciarsi le responsabilità l’uno contro l’altro".
"Il ricovero domiciliare è stato indegno. Maradona era un paziente con pluri-patologie, non più in possesso delle sue piene facoltà mentali: Insufficienza renale cronica, insufficienza epatica, insufficienza cardiaca, deterioramento neurologico, dipendenza da alcol e psicofarmaci, probabile instabilità psichiatrica legata all’astinenza da alcol. Maradona ha cominciato a morire dodici ore prima della fine vera e propria. C’erano segni inequivocabili di un’agonia prolungata, così concludiamo che il paziente non era assistito in maniera adeguata. Se fosse stato ricoverato in una clinica, avrebbe goduto di possibilità di sopravvivenza'. Una ricostruzione che mira e punta ad una sola spietata verità: Diego Armando Maradona poteva essere salvato.
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Quando Maradona arrivò allo stadio di Napoli...

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