Premier League verso il divieto stampare il nome di società di scommesse sulle maglie

DaEurosport

Pubblicato 23/09/2021 alle 12:50 GMT+2

Premier League – La revisione delle leggi sul gioco d’azzardo in Inghilterra potrebbe provocare qualche scossone anche nel mondo del calcio. Si sta cercando infatti di arginare il fenomeno e la pubblictià legata a esso potrebbe essere presto ridimensionata: a farne le spese anche le società calcistiche, che collaborano in maniera consistente con le società di scommesse.

Declan Rice of West Ham United warms up prior to the Premier League match between West Ham United and Leicester City at The London Stadium on August 23, 2021 in London, England.

Credit Foto Getty Images

La Premier League potrebbe subire pesanti ripercussioni dalla revisione delle leggi sul gioco d’azzardo in atto in Inghilterra. L’obiettivo è infatti quello di ridimensionare il fenomeno e a esserne colpite saranno anche le società legali di scommesse.

Il calcio in tutto questo che c’entra? Secondo quanto riporta il Daily Mail, solo un club dell’attuale Premier League non collabora con uno di questi enti e nove di questi hanno addirittura una società di betting come title sponsor sulla maglia. Nell’ottica di una minor spinta della popolazione verso i giochi d’azzardo, verrà ridotta la pubblicità che si rivolge a questo mondo e quindi ai club di Premier League potrebbe essere impedito di portare sulla maglia il nome della società che li sponsorizza.

Questo avrebbe ovviamente un risvolto economico negativo per tutti, perché se una società (di qualsiasi tipo) paga per sovvenzionarti, poi vuole essere - giustamente – nominata. Ma quello sulla maglia da calcio è uno spazio pubblicitario a tutti gli effetti e con il grande seguito che il calcio raccoglie tra i giovani, l’obiettivo è quello di non istigarli al gioco d’azzardo.

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Per questo motivo, si va verso il divieto di avere banner pubblicitari, led, striscioni e similiari inerenti al tema a bordo campo e negli ambienti in cui si svolge la partita, e si sta anche pensando di eliminare tali pubblicità dai passaggi televisivi durante gli incontri.

Insomma, se da un lato si guarda alla salute pubblica (ricordiamo che la ludopatia è una malattia ricnosciuta a tutti gli effetti e che crea una dipendenza tanto quanto le droghe o il cibo), dall’altro si rischia di dover rivedere una parte del sistema economico del campionato inglese, che al momento si basa in una buona percentuale su qualcosa che non sarà di certo illegale, ma che subirà dei grandi tagli alla visibilità.