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Gazza, io morto tre volte

Eurosport
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Pubblicato 16/03/2009 alle 11:05 GMT+1

L'ex stella inglese confessa il tentato suicidio e le violenze sulla moglie nel corso di un'intervista a una tv britannica: "Il mio cuore si è fermato tre volte, ma ora sono uscito dal tunnel"

La via del recupero non è mai una strada in discesa. Specie se ti chiami Paul Gascoigne e il tuo nome fa rima con un passato recente fatto di sbronze epiche e sregolatezze assortite. L'appannata stella inglese è destinata a far sempre e comunque notizia. Soprattutto ora che pare essere instradato sulla retta via. Gazza non ha potuto fare a meno che confessarsi alla tv inglese, raccontando gli ultimi travagliati mesi. "Il mio cuore si è fermato per tre volte durante la riabilitazione", ha ammesso. Le voci diffusesi l'anno scorso sulla sua presunta morte non erano poi così lontane dalla verità.
Il racconto dei propri patemi si fa poi più dettagliato. Partendo dal travagliato rapporto con l'ex moglie Cheryl: "E' difficile stare calmo quando sei seduto al tavolo di un ristorante e qualcuno offende tua madre, cosa che lei ha fatto senza motivo. La cosa non mi era piaciuta e le ho tirato una testata che l'ha sbattuta a terra. Ero disgustato da me stesso". Ma Gazza ha reagito: "Sono andato in terapia. Ero in gruppo con 15-20 donne e a loro ho confessato tutto ciò che ho fatto. Loro mi hanno picchiato per questo, ma l'ho accettato e sono riuscito a portare a termine il mio percorso. E' l'unica cosa che ho concluso nella mia vita".
Non sempre felice è anche il rapporto con il figlio Regan . "Un po' mi sento usato – ha dichiarato – Faccio un esempio. Vado a trovarlo e lui mi chiede di andare con lui a scuola. Fa vedere a tutti i suoi compagni che io sono suo padre, firmo autografi e poi basta. Si fa riportare a casa e mi saluta. Non so, però io mi sono sentito usato". Di certo le relazioni con il resto della famiglia vanno meglio. Durante l'intervista, infatti, intervengono anche il padre, la sorella Lindsay e i due nipotini. Con loro Gazza si mette anche a giocare a calcio sotto gli occhi della telecamera. Quanto basta per strappargli una battuta: "Nessuno dei due diventerà mai bravo quanto ero io".
I due lo perdonano e ammettono che il loro calciatore preferito è sempre stato lui. E Gascoigne si commuove: "Pensare che li ho spaventati a morte, presentandomi a casa in certe condizioni. Ma ora che siamo qui le cose vanno meglio". Al punto che non manca una riflessione religiosa: "Quattro mesi fa bevevo quasi 30 lattine di birra al giorno. Oggi invece ringrazio Dio per ogni giorno in più che mi concede. E se non bevo dico grazie ancora di più". La lotta è però a buon punto: " Adesso riesco anche a resistere in presenza di alcolici perché tutto quello che devo fare è ricordarmi l'ultima volta che ho bevuto. Mi ero riempito come una spugna".
Sincerità, schiettezza. Anche quando si tratta di ricordare il momento in cui ha toccato il baratro: "Ero in bagno. Ne avevo abbastanza di tutto. Dicono che è il modo più semplice per risolvere le cose. Prendi un po' di sonniferi, ti fai un bel bagno, bevi un po' e basta. Ho telefonato a mia sorella e le ho detto che stavo per andarmi a fare un bagno e che l'avrei amata per sempre. Ho riagganciato, sono entrato nella vasca e ho capito che ero pronto per andarmene. Poi la polizia è entrata in casa e mi ha tirato fuori". La sorella aveva intuito che avrebbe tentato di suicidarsi e lo ha salvato. Ora il bizzoso Paul ha iniziato una nuova vita. Una di quelle in cui ogni giorno in più pare un dono del cielo. In bocca al lupo, Gazza.
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