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Conte: "Londra fantastica anche se mi manca la famiglia. Inglese? Cudicini è il mio maestro"

Luca Stamerra

Aggiornato 23/02/2017 alle 17:46 GMT+1

Il tecnico del Chelsea, in un'intervista al sito del club londinese, traccia un po' il bilancio della sua vita nella capitale d'Inghilterra. Cudicini aiuto prezioso per rapportarsi con club e giocatori, e poi una promessa in caso di vittoria della Premier League: "Canterò meglio di Ancelotti".

Antonio Conte - Chelsea-Arsenal - Premier League 2016/2017 - LaPresse/PA

Credit Foto Eurosport

Dopo la ‘pausa’ per la FA Cup, torna il campionato e il Chelsea avrà un’importante gara contro lo Swansea City per continuare la propria rincorsa al titolo.
Antonio Conte è già al lavoro per preparare la sfida contro i gallesi, ma si è concesso qualche minuto per rispondere alle domande dei tifosi tramite il sito web dei blues.
Il link tra Conte e il Chelsea era inevitabile, dice lo stesso Conte, visto tutti gli italiani che hanno vestito la maglia blues…
Ho seguito a lungo il club, molti italiani hanno giocato qui, ma anche allenatori. Vialli, Zola, Ranieri, Ancelotti e anche Di Matteo, con cui ho giocato in Nazionale. Con Vialli ho giocato molti anni alla Juve, abbiamo vinto la Champions League insieme e io sono diventato capitano quando lui se n'è andato. Poi l’ho seguito con interesse quando giocava nei blues
Prima esperienza all’estero per l’ex ct della Nazionale italiana. Londra e Chelsea sono delle mete eccezionali, ma manca la famiglia…
È la mia prima esperienza all'estero. All'inizio non è stato semplice, ma ora mi sto abituando. Sono fortunato a stare a Londra e in una realtà come quella del Chelsea. Abbiamo un bellissimo centro di allenamento, e un presidente che è molto vicino alla squadra come Abramovich. Divertimenti a Londra? In realtà la mia famiglia è rimasta in Italia e ho lavorato molto, per divertirmi avrei bisogno di mia moglie e di mia figlia qui. Mia moglie è un cicerone, è una guida
E con l’inglese? Ci pensa Cudicini…
Cudicini? Mi aiuta moltissimo, passiamo molto tempo insieme. È anche il mio maestro d'inglese, e dopo le conferenze mi dice quali sono gli errori da correggere. Mi aiuta anche a spiegare le cose correttamente ai giocatori e al club, è un grande professionista
Poi qualche parola sul suo metodo per vincere e sull’importanza dei tifosi…
Per trionfare non in una partita ma nella guerra, si deve creare un bello spirito di squadra. Si deve sfruttare il potenziale di ogni giocatore al meglio. Per vincere è fondamentale creare un vero gruppo, per potere andare avanti anche nei momenti difficili. E i tifosi? È un rapporto incredibile. Mi ricordo dopo la vittoria alla prima giornata contro il West Ham, quando esposero il tricolore. Mi hanno mostrato entusiasmo e passione. È bellissimo sentire il mio nome durante la partita, qualche volta mi imbarazza ma è fantastico. La prima volta mi è successo con l'Everton, il mio vice mi ha avvisato che stavano cantando per me. E io sentii, 'Antonio, Antonio, Antonio'. Loro sono incredibili. A Liverpool c'erano 3.000 nostri tifosi e ci hanno sostenuto tantissimo. È stato incredibile…
Nel caso dovesse arrivare la vittoria della Premier League, Conte canterà come Ancelotti?
Sono un cantante migliore di Ancelotti? Sì, posso superarlo nella celebrazione, ma solo se realizziamo il sogno di vincere il titolo. Comunque prima del mio arrivo ho parlato con Carlo per capire cosa volesse dire allenare il Chelsea. Ho sentito negli ultimi mesi anche Vialli e ho avuto diverse chiacchierate con Zola, prima che diventasse manager del Birmingham, ora è molto occupato
Infine, una domanda sul mercato e i soldi nello sport. Tanti i giocatori emigrati in Cina viste le importanti offerte, una era arrivata anche per Diego Costa. Ma i soldi non sono tutto nella vita…
Troppi soldi nel calcio? Da giovane ho avuto un’educazione molto rigida. I miei genitori mi hanno insegnato il vero valore dei soldi e che questi non sono tutto. Non è facile per nessuno rifiutare determinate offerte. Ma ripeto, i soldi sono importanti ma non tutto
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