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Leicester, Ranieri e la riconoscenza sconosciuta: che senso ha questo esonero?

Luca Stamerra

Pubblicato 24/02/2017 alle 07:18 GMT+1

L'addio a mister Ranieri era ormai nell'aria, nulla di sconcertante per come si muove il calcio moderno. Il Leicester City rischia seriamente la retrocessione in Championship e serviva un segnale forte, per quanto doloroso. Fa rabbrividire però la scelta di tempo, ok l'esonero ma diventa difficile approvare il licenziamento nel mezzo della doppia sfida - apertissima - al Siviglia.

Claudio Ranieri's Leicester won the Premier League title by 10 points last season

Credit Foto PA Sport

Già ad inizio mese si era temuto il peggio, con il probabile esonero di Ranieri subito dopo il ko casalingo contro il Manchester United (0-3 al King Power Stadium). L'addio al tecnico italiano era pronto, ma il colloquio con la squadra indusse la dirigenza del Leicester City a posticipare ogni tipo di decisione. All'epoca, però, si era solo rimandato l'inevitabile, con le Foxes che hanno perso poi uno scontro diretto in campionato, oltre ad essere stati eliminati in FA Cup, e partiti col piede sbagliato negli ottavi di finale di Champions League.
Alla fine la decisione più dura è stata presa: Claudio Ranieri esonerato dal club, con la società che prova in questo modo a scuotere la squadra e l'intero ambiente in vista dei prossimi, decisivi, appuntamenti.
Claudio è stato straordinario. Questa è stata la decisione più difficile che abbiamo preso in 7 anni di gestione del Leicester City. Ma noi dobbiamo pensare agli interessi del club e pensare solo e soltanto alla salvezza e a rimanere in Premier League. Un cambiamento era necessario dopo gli ultimi risultati. Non è mai stata nostra aspettativa replicare quanto fatto lo scorso anno, ma dovevamo cambiare. Saremo sempre grati a Ranieri per quanto fatto e per quanto ci ha fatto raggiungere in questo anno e mezzo. [Il vice presidente Aiyawatt Srivaddhanaprabha]

Follia del Leicester?

No, di certo. Quella di Vichai Srivaddhanaprabha e soci è stata una scelta giusta? Diciamo che non è stata una scelta sbagliata... Il Leicester, ormai, sta colando a picco e serviva un segnale forte. Purtroppo, nel calcio, a pagare è sempre l'allenatore. In questo caso sarebbe servito l'esonero di qualche giocatore, un 'taglio' come nel basket, ma l'unica soluzione a questo punto del campionato era dire addio a Ranieri, togliendo così ogni alibi possibile al resto della squadra che necessariamente deve tirare fuori gli attributi per uscire da questo intricato tunnel.
Certo, qui si parla di riconoscenza ma in gioco c'è qualcos'altro come il futuro del club, con la squadra che rischia seriamente di finire in Championship neanche un anno dopo la clamorosa vittoria del titolo. Quando la squadra scende così in basso, ahimè, non c'è più spazio per i romanticismi, la poesia e le buone intenzioni. Al Leicester City servono solo punti, e con questa mossa il club spera di regalare qualche motivazione in più alla propria squadra.

L'esonero è arrivato al momento giusto?

Certamente no. Questo il vero, grave, gravissimo, errore da parte della società. È vero che il Leicester è uscito con le ossa rotte dal Ramón Sánchez-Pizjuán nella gara d'andata contro il Siviglia, ma è altrettanto vero che le Foxes hanno rimediato un 2-1 ancora giocabile nel match di ritorno. Con il discorso qualificazione ancora in bilico, e con un risultato assolutamente gestibile, resta così inspiegabile la tempistica dell'esonero. Non è dopo un ko per 2-1 a Siviglia che ti meriti un licenziamento, al contrario ci saremmo aspettati un addio qualche settimana fa quando si continuava a perdere in campionato... Ora, al netto delle necessità di cambiare qualcosa dal punto di vista emotivo, resta comunque sconcertante la scelta di tempo della dirigenza thailandese. Sono d'accordo nel sostenere che l'esonero - a questo punto della stagione - sia inutile se si considera come obiettivo anche quello di raggiungere i quarti di finale di Champions. Tanto vale cacciarlo prima, o almeno lasciarlo fino ad eliminazione (eventuale) sopraggiunta.
All. Claudio RANIERI 5,5 - L'unico motivo per sorridere è il risultato. Perché, per il resto, è il solito Leicester barcollante di una stagione fin qui maledetta. La decisione di inserire Gray gli porta bene. [Le pagelle di Siviglia-Leicester City di Stefano Silvestri]

Quante colpe ha la dirigenza...

Tantissime, forse le maggiori. Parliamo di un club che si è ritrovato proiettato in un'altra dimensione nel giro di pochi mesi: rinnovi a stretto giro, solo per non perdere alcuni giocatori e soprattutto un mercato non all'altezza. È bastato l'addio di Kanté per perdere quel valore acquisito nella scorsa stagione, valore non rimpiazzato dai vari Zieler, Luis Hernández, Uche, Mendy, Musa, Kapustka e Slimani e dagli arrivi a gennaio di Ndidi e Wagué. E dire che sono stati spesi tanti soldi nella sessione di mercato estiva, e si è detto no ad una clamorosa offerta per Slimani nel mese di gennaio. Nonostante questo i risultati non si sono visti, dalla Community Shield all'ultima gara di campionato... Una società parsa troppo distante per seguire e arginare il tracollo della squadra con il solo Ranieri, appunto, a tenere a galla il Leicester come la banda del Titanic. Ranieri ha quindi le sue colpe, come la squadra, come la società la quale non si può negare, ha aspettato troppo tempo prima di apportare le giuste contromisure per assicurarsi almeno la salvezza.

La riconoscenza nel calcio? Mai vista...

In queste ore si è parlato tanto di riconoscenza. A Leicester, ci immaginiamo, Claudio Ranieri verrà ricordato per sempre e la stessa dirigenza non può che avere una bella opinione dell'ex allenatore di Roma, Juventus ed Inter. Lo dicevamo prima però, non puoi pensare di continuare all'infinito nonostante la tua macchina stia per andare a finire contro il muro... Non è la prima volta che un allenatore da campione in carica esce di scena già a stagione in corso, infatti il Chelsea non aspettò neanche l'anno nuovo per esonerare Mourinho a 7 mesi dalla vittoria della Premier League. Cosa deve dire allora Roberto Di Matteo che dopo aver vinto la Champions League con lo stesso Chelsea (episodio più unico che raro), è stato esonerato a Novembre senza che potesse finire nemmeno la fase a gironi. Di esempi come questi ne possiamo trovare a bizzeffe, tutti gli ultimi allenatori campioni d'Inghilterra non sono durati più di un anno nella stessa squadra dopo la vittoria del titolo dal 2012 ad oggi: basti pensare alla fine fatta dai vari Mancini e Pellegrini al Manchester City. Che dire di Ancelotti? L'uomo che ha portato la Decima al Real Madrid, che ha riportato la Coppa dalle grandi orecchie ai blancos a 12 di distanza dall'ultimo acuto, cacciato appena 365 giorni dopo la finale di Lisbona, nonostante in stagione si fossero conquistati Supercoppa europea e Mondiale per club. La riconoscenza, come detto, non è mai esistita nel calcio moderno e puoi anche vincere un Mondiale, ma se quattro anni dopo fallisci e molto facile che ti si chieda di lasciare... Certo Ranieri non aveva vinto un semplice trofeo, il suo obiettivo (al contrario dei vari Mourinho, Ancelotti, Mancini ecc) non era quello di vincere un titolo, e quello che ha fatto nella scorsa stagione si ricorderà per sempre come un miracolo sportivo. Al contrario, quest'anno non è riuscito nella stessa impresa ma soprattutto non è riuscito più a tenere la sua squadra. Riconoscenza o no, questo il calcio, questa è la vita, e da oggi si aprirà un nuovo capitolo per tutti.
Non ci resta che augurare a mister Ranieri di trovare presto un'altra squadra e di trovare presto altri successi. Lui che di miracoli sportivi ne ha visti tanti o c'è sempre andato vicino. Da ricordare, infatti, che la sua Roma fu competitiva contro l'Inter del Triplete, che la sua Juventus passò dalla Serie B al ritorno in Champions League, che il suo Monaco passò dalla Ligue 2 alla qualificazione alla Champions League. E andando più indietro, il suo Chelsea passò dall'anonimato ad entrare nel club dei grandi... In bocca al lupo per il futuro, mister!
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