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Le 5 domande alla ripresa della Premier League: dal titolo del Liverpool alla cessione del Newcastle

Simone Eterno

Aggiornato 17/06/2020 alle 17:20 GMT+2

Dai dettagli tecnici - quando, come, dove si gioca - alla questione 'titolo', con il Liverpool a pochi punti dalla storia. Ma anche la bagarre per un posto in Champions con almeno 6 squadre ancora coinvolte: Leicester, Chelsea, Manchester United, Wolverhampton, Sheffield United e Tottenham. E poi il caso che ha tenuto banco durante la pandemia: la cessione del Newcastle.

Premier League trophy

Credit Foto Resmi Siteden Alınmıştır

1. Come si riparte, quando si gioca, chi può partecipare agli eventi eccetera eccetera. Quali sono tutte le novità?

In Premier League si è discusso a lungo sulla possibilità di ospitare il torneo solo in determinate città, qualcuno aveva richiesto di congelare le retrocessioni eccetera eccetera. In realtà nulla di tutto ciò è andato mai realmente in porto. Dal punto di vista tecnico la Premier League alla fine seguirà la via di Bundesliga, Liga e Serie A: ognuno a casa sua, partite a porte chiuse, massimo 300 persone ad evento tutto compreso (37 per ogni squadra di cui: 20 giocatori, 12 staff, 5 medici). Tutte le partite avranno copertura televisiva anche in Inghilterra (è questa la novità per loro) e si giocherà almeno fino al 4 luglio quasi tutti i giorni.
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Si riparte in Premier League il 17 giugno: porte chiuse anche in Inghilterra

Credit Foto SID

Il ‘Project Restart’ dunque, così come l’hanno definito, non si discosta molto dagli altri. Se non fosse per un piccolo particolare: cosa succede in caso di nuovo incremento dei positivi e di lockdown. Al momento non è stato incredibilmente ancora deciso: non c’è dunque come in Italia l’algoritmo pronto a stilare la classifica, ma i club sono ancora in negoziazione tra loro. Dunque si riparte senza un ‘piano B’ in caso di nuovo stop. C’è da aggiungere però che tra i più di 6000 tamponi effettuati in queste settimane tra giocatori e staff, sono state solo 13 le positività al COVID-19. E il regolamento qui è chiaro: si isola solo il malato. Insomma, in Premier League paiono piuttosto fiduciosi sul fatto di poter concludere.

2. E’ davvero fatta per il Liverpool?

Sì. Era solo una questione di matematica, con i Reds che di fatto devono gestire 25 punti di vantaggio con 9 giornate alla fine (10 per il Manchester City primo inseguitore). Il che significa che tra due partite il Liverpool potrebbe già essere campione. Una statistica che avrebbe permesso alla squadra di Klopp, senza pandemia, di battere tutti i record e diventare la più precoce vincitrice di una Premier League dal Manchester United nel 2001 (che vinse il titolo il 14 aprile).
Col campionato però interrotto il 13 marzo e ripreso il 17 giugno il Liverpool curiosamente passerà, in termini di calendario sull'anno solare, dalla più precoce alla più tarda in termini di incoronazione per il successo finale. Poco importa a Klopp, che metterà fine a un’attesa lunga 30 anni e a cui resta solo un traguardo: battere anche il record di 100 punti del Manchester City nel 2018; i Reds devono conquistare almeno 18 dei 27 punti in palio. Dettagli.
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Le strade di Liverpool durante la festa dopo la vittoria della Champions League 2019. Immagini che potremmo rivedere presto, distanziamenti permettend

Credit Foto Getty Images

3. Chi andrà in Champions League?

La lotta è più che altro quella. Il Manchester City, secondo a quota 57 punti, pare essere tutto sommato sereno, anche per il valore di fondo della squadra. Certo, la vera battaglia nella parte blu di Manchester la stanno combattendo a Losanna, con il riscorso al TAS contro la squalifica di 2 anni dalle coppe europee imposta dalla UEFA. La sentenza arriverà in estate. Dovesse essere confermata la squalifica, la classifica della Premier aprirà le porte della Champions alla quinta posizione.
PREMIER LEAGUE, Corsa alla Champions
E dunque occhio alla bagarre, perché dal terzo posto del Leicester all’ottavo posto del Tottenham ci sono da capire tante cose. Le Foxes di Rodgers ad esempio prima della pandemia avevano subito una serie di risultati piuttosto deludenti, con un 2 sconfitte 2 pareggi e una sola vittoria nelle ultime 5. Un occhio dunque alla ripartenza del Leicester, al momento terzo a quota 53 punti, andrà comunque dato; anche perché non sono una squadra solita lottare per quelle posizioni e non si sa qualche effetto possa aver avuto la pausa su un gruppo che stava vivendo una stagione di gloria. Discorso molto simile, ovvero stagione di gloria, che si può fare anche sullo Sheffield United: 7° a quota 43 punti, gli uomini di Wilder hanno anche una partita da recuperare; con una vittoria andrebbero a -2 dal 4° posto del Chelsea.
Interessante anche la posizione del Manchester United. La squadra di Solskjaer, al momento 5° e staccata di soli 3 punti dal 4° posto del Chelsea, aveva una striscia di 11 partite senza sconfitte in tutte le competizioni. E al rientro il tecnico norvegese avrà a disposizione anche due rinforzi importanti come i rientranti Rashford e Pogba. Insomma, sarà una lotta accesissima in cui ci sono da considerare anche il Wolverhampton (6° a 43 punti, gli stessi dello Sheffield) e il Tottenham (8° a 41 punti). La squadra di Mourinho era quella andata più in difficoltà prima dello stop, con l’eliminazione in Champions da parte del Lipsia e i ko negli scontri diretti con Chelsea e Wolwerhampton che avevano seriamente posto dei limiti alle ambizioni. Dovesse vincere anche l’Arsenal al rientro subito mercoledì in casa del Manchester City, potrebbe provare a dire la sua anche la squadra di Arteta.

4. A cosa può puntare l’Everton di Ancelotti?

Dopo il buon impatto iniziale al momento della pausa forzata erano arrivati 3 stop pesanti per Carlo Ancelotti e il suo Everton: un punto in 3 partite contro potenziali concorrenti come Arsenal, Manchester United e Chelsea. Usiamo la definizione ‘potenziali’ perché proprio queste 3 sconfitte avevano ridimensionato i Toffees dopo le rinnovate ambizioni europee portate dall’ingresso di Ancelotti. La verità è che la concorrenza è talmente ampia che l’Everton ha probabilmente perso un po’ troppo terreno dall’infinita serie di contendenti di cui qui sopra vi abbiamo raccontato.
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Carlo Ancelotti

Credit Foto SID

Ancelotti spera di ripartire dallo stato di forma di Calvert-Lewin, che durante il blocco ha firmato un rinnovo di contratto per i prossimi 5 anni; e magari di dare una raddrizzata anche a Moise Kean, dopo la stagione da incubo in Premier League ‘culminata’ dalle pagine dei tabloid per aver partecipato a una festa durante il lockdown. Tornando agli obiettivi, l’Europa è una chimera che solo un percorso netto di 27 punti su 27 o qualcosa di simile potrebbe concretizzare; molto più banalmente Ancelotti potrebbe conquistarsi un po’ di gloria battendo il Liverpool nel derby in programma subito domenica 21 giugno.

5. Chi vincerà l'incredibile battaglia di soldi e geopolitica dietro la cessione del Newcastle?

E’ stata la storia più chiacchierata in Inghilterra durante la pandemia: la cessione del Newcastle United. Centra poco il calcio, tanto i soldi e tantissimo la geopolitica. In sintesi: il Newcastle sta per essere comprato dal Public Investment Fund, il fondo sovrano dell’Arabia Saudita controllato dal principe ereditario Mohammed bin Salman. La Premier League però, che deve comunque dare l’approvazione all’operazione (funziona così in Inghilterra, non basta l’accordo tra le parti), si trova in una posizione molto delicata: il network televisivo qatariota BeIN Sports ha investito negli ultimi 5 anni un miliardo e mezzo di euro in diritti televisivi per trasmettere in esclusiva le partite nel middle-east. Cosa centrano queste due cose? Il Qatar e l’Arabia Saudita hanno interrotto ogni relazione diplomatica; ed è in corso dal 2017 una guerra – non bellica, ma a colpi di sabotaggi più o meno diplomatici – tra i due Paesi (per approfondire l’argomento vi basta cercare ‘beoutQ’ su Google).
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Lo stemma del Newcastle e il logo sul pallone della Premier League: quale futuro per i Magpies?

Credit Foto Getty Images

Morale il Newcastle è preso dentro: Mike Ashley, il contestato proprietario dei Magpies, ha un accordo con i sauditi. La tv quatariota che ha contribuito in ampia maniera a rendere ricca la Premier League sta facendo pressioni affinché il board della Premier non dia il via libera alla cessione del club. E nel 2022 si ridiscuteranno i diritti televisivi. La decisione della Premier League, va da sé, è delicatissima: fare uno sgarro all’Arabia Saudita negando l’operazione o farlo al Qatar che in questi anni tanto ha investito sul prodotto? Nel mentre i tifosi del Newcastle vorrebbero liberarsi di Ashley con il sogno di poter diventare il nuovo Manchester City. A oggi la cessione non è ancora stata approvata ma la sensazione è che si farà. Nel mentre Steve Bruce dovrà gestire un finale di stagione in cui i Magpies hanno 8 punti di vantaggio sul blocco delle terzultime.
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