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Chi è Graham Potter, il manager dei miracoli per cui il Chelsea è pronto a spendere 23 milioni di clausola

Luca Montanari

Aggiornato 08/09/2022 alle 18:21 GMT+2

PREMIER LEAGUE - Il "mago", lo chiamano in Inghilterra. In parte per il cognome che porta il tecnico 47enne inglese e in parte per le imprese realizzate dalla Svezia al Brighton. Conosciamo l'uomo che sostituisce Tuchel alla guida del Chelsea, capace di valorizzare i giocatori e trasformare il rendimento delle squadre. Alla sua prima avventura in un top club, è la scommessa giusta per i Blues?

Graham Potter applaude a fine match in quella che sarà l'ultima panchina col Brighton, Premier League 2022-2023

Credit Foto Getty Images

Todd Boehly, nuovo proprietario del Chelsea dopo la forzata cessione di Abramovich, ha già lasciato tutti a bocca aperta due volte nel giro di ventiquattro ore. La prima quando ha mandato direttamente all'uscio Tuchel di ritorno dalla trasferta in Croazia dopo la sconfitta di misura sulla Dinamo Zagabria, a dimostrazione che la nuova dirigenza dei Blues non ammette errori, soprattutto all'indomani di un mercato megagalattico; a seguire quando ha scelto il nome con cui sostituire il tecnico tedesco alla guida del Chelsea. Tra i Zidane e i Pochettino di turno liberi, il club londinese ha deciso di scommettere su un nome meno noto e pescare Graham Potter direttamente dal Brighton.
Cosa abbia portato a scegliere il tecnico 47enne inglese è ciò che gran parte dell'opinione pubblica si indaga. Sicuramente incide il quarto posto dei cosiddetti "Seagulls" dopo le prime sei giornate, dopo averli trascinati in nona posizione nella stagione precedente, inserendoli tra le rivelazioni della Premier League. Risultati che non sono di certo frutto del caso, ma della mano di un mago della costruzione di gioco, d'altronde il cognome Potter non può che portare garanzie in tal senso. Ma andiamo a conoscere meglio chi è il prossimo allenatore del Chelsea, tecnico che predilige il 3-4-2-1 come piaceva a Tuchel e capace di valorizzare le abilità individuali dei giocatori, l'uomo che con ogni probabilità anche il Milan conoscerà da vicino nelle prossime settimane, dato che le due squadre si incontrano nel gruppo E di Champions League.
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Milan, le avversarie del girone E di Champions League

Il primo miracolo in Svezia e i suoi metodi anti-convenzionali

Archiviata a trent'anni la sua carriera poco memorabile da difensore - nove presenze in Premier League - a causa di un infortunio, dal 2005 Graham Potter decide di rimettersi in gioco. Dopo la laurea in scienze sociali e cinque anni da responsabile di alcune squadre universitarie, la prima vera chiamata arriva dalla quarta divisione del campionato svedese, nel 2011. L'Östersund, conosciuto a livello internazionale maggiormente come località sciistica (e appuntamento fisso della Coppa del Mondo di biathlon) piuttosto che come società calcistica, cerca il rilancio costruendo un progetto a lungo termine che mette al centro proprio il tecnico inglese quasi totalmente privo di esperienza. Mai si sarebbero aspettati in Svezia che nell'arco di sette anni questa squadra non solo potesse raggiungere la massima categoria, ma addirittura conquistare la coppa nazionale e strappare la qualificazione in Europa League. Ma il primo miracolo di Potter non finisce qui: superato un girone che comprende Athletic Bilbao ed Herta Berlino, gli svedesi si guadagnano una trasferta in Inghilterra al ritorno dei sedicesimi di finale contro l'Arsenal. Dopo che all'andata era finita a senso unico, all'Emirates Stadium arriva il colpaccio, una vittoria di misura spavendando i Gunners che si qualificano comunque agli ottavi, dove troveranno il Milan. Il destino di Potter con i rossoneri è rimandato a qualche anno dopo.
Graham Potter ha portato l'Östersund dalla quarta categoria svedese ai sedicesimi di Europa League
Intanto in Inghilterra si è fatto riconoscere e ha ottenuto l'attenzione del pubblico non soltanto per l'impresa sfiorata con il modesto Östersund, ma anche per le sue idee anti-convenzionali che hanno contribuito al successo del club svedese. In poche parole, la sua chiave nel contribuire al notevole miglioramento dei suoi giocatori è farli uscire dalla loro "zona comfort", spesso attraverso attività extra-calcistiche.

Mister mission impossible

Il primo club inglese a concedere una possibilità a Graham Potter è lo Swansea neoretrocesso in Championship, con il quale svolge un campionato dignitoso e raggiunge i quarti di finale di FA Cup. Terminata la sua prima stagione di adattamento in Gran Bretagna, a giugno 2019 firma per la missione impossibile di conquistare la salvezza in Premier League con il Brighton, obiettivo che riesce a protrarre per altre due stagioni. Tre annate complessive in cui il manager inglese modella la propria filosofia attorno al 3-4-2-1, improntando uno stile di gioco fatto di pressing offensivo, possesso attivo e numerose occasioni da gol. L'ultima annata completa prima del trasferimento al Chelsea è quella della rivelazione: una formazione nata con l'intento di una sofferta salvezza che entra nella metà sinistra del campionato e registra le esplosioni di diversi giovani, specialmente il terzino Marc Cucurella - entrato alla ribalta della cronaca per il trasferimento da 65 milioni di euro proprio ai Blues - e il centrocampista Yves Bissouma, passato al Tottenham.
E poi la ciliegina sulla torta della magia di Potter al Brighton, quella di cui tutti parlano: il quarto posto in avvio di questo campionato, su cui spiccano i successi contro Manchester United e West Ham nelle prime giornate. Ennesima dimostrazione della capacità di Graham Potter di trasformare la squadra, rimetterla in carreggiata da un vicolo cieco e riuscire a raccogliere il massimo da un terreno arido. A parte l'ultimo punto, è esattamente ciò di cui hanno bisogno i Blues.
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Graham Potter

Credit Foto Getty Images

Prima esperienza in un top club, scelta rischiosa?

Agli occhi di Graham Potter si aprono per la prima volta in carriera i portoni di una big, dopo che tra l'inverno scorso e l'estate si era avvicinato dal trovare una panchina al Tottenham, se non ci si fosse seduto e poi venisse confermato Antonio Conte. Il 47enne di Solihull è pronto per iniziare una nuova avventura, decisamente diversa dalle precedenti esperienze: al Chelsea il materiale umano abbonda, ciò che necessita il club è un cambio passo immediato. Come abbiamo notato, la nuova proprietà non aspetta a prendere una decisione drastica, e come visto in passato al manager inglese è sempre servito più tempo di quanto richiesto e tanta fiducia dai piani alti per realizzare uno dei suoi miracoli come a Östersund e Brighton. Infine c'è la maledizione in patria: dopo l'addio di Sir Alex Ferguson l'Inghilterra non ha ancora trovato all'interno dei propri confini un tecnico vincente. Questa volta il "mago" dovrà superarsi.
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Klopp: "Non temo l'esonero. Non abbiamo la stessa dirigenza del Chelsea"

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