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Chi è Kobbie Mainoo (Manchester United): il nuovo che avanza (ancora inglese) nel calcio moderno

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Aggiornato 15/04/2024 alle 14:00 GMT+2

CALCIO - Paul Pogba, N’Golo Kanté, Clarence Seedorf: questi i nomi più importanti a cui il giovanissimo e talentuosissimo Kobbie Mainoo è stato accostato. E, per dirla tutta, sono paragoni che derivano da ex stelle calcistiche come Rio Ferdinand o Joe Cole. Scopriamo insieme chi è il talentuoso classe 2005 del Manchester United.

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Non solo Lamine Yamal e Endrick: in questi giorni i riflettori sono puntati anche su Kobbie Mainoo, stella diciottenne inglese del Manchester United. Si è guadagnato il posto da titolare con ten Hag e può davvero essere la chiave anche per il centrocampo della nazionale dei Tre Leoni.
Paul Pogba, N’Golo Kanté, Clarence Seedorf: questi i nomi più importanti a cui il giovanissimo e talentuosissimo Kobbie Mainoo è stato accostato. E, per dirla tutta, sono paragoni che derivano da ex stelle calcistiche come Rio Ferdinand o Joe Cole. Certamente, quante volte si è sentito dire “quel giocatore è il nuovo Messi”: troppe, e molto spesso sono stati fatti buchi nell’acqua. Tuttavia, le sensazioni sul giovane mediano inglese - che però gioca come un veterano - sono estremamente positive. Per dirla con Jude Bellingham, Kobbie è davvero forte.

La conferma

Il ragazzo milita nel Manchester United da sempre, per essere precisi da quando ha 9 anni. Potremmo dire che rapidamente ha scalato le gerarchie, fino alla promozione in prima squadra avvenuta il 1° gennaio 2023. Talento, tanto. Ten Hag l’ha osservato, poi l’ha voluto: in un percorso al club inglese non sempre così felice - attualmente sesto in Premier League, a 9 lunghezze dalla zona dell’Europa che conta, detenuta dall’Aston Villa: quel che più pesa nella stagione è però l’eliminazione diretta ai gironi di Champions-, forse Mainoo rappresenta uno dei pochi successi allo United dell’olandese. Potremmo dire che questa stagione è stato confermato in prima squadra in pianta stabile: prima in panchina, poi per lui sempre più minutaggio -come si deve fare con un ragazzo della sua età-, fino a giocare titolare 14 delle ultime 15 in Premier. Dei 3 gol segnati -di cui uno, decisamente meno pesante, in FA CUP-, quello col Wolverhampton al 97’ che consegna la vittoria allo United per 3-4 è una vera perla. “Goal of the month” di febbraio: al cardiopalma, stile Premier League. Non da meno quello al Liverpool di domenica pomeriggio, che consente il momentaneo vantaggio dei Red Devils prima che il risultato si consolidi sul 2-2. E ancora, paragoni ce ne sono parecchi.

Un po’ genio, un po’ sregolatezza

Insomma, il ragazzo arriva, scalza Christian Eriksen -che di questo un po’ si lamenta-, viene messo al fianco di Casemiro che comincia a fargli da chioccia e ad insegnargli i trucchi del mestiere -e certamente, se ne avesse avuto bisogno, quei consigli sono stati assorbiti velocemente- e decide di mettersi in vetrina. Nel 4-2-3-1 di ten Hag gioca centrale, ma nelle giovanili ricopre anche il ruolo di mediano e per una sola volta di trequartista: sarà un caso, certamente, ma va sottolineato che in quell’unica occasione Kobbie fa 2 assist. Eclettico, quindi. Ma le sue caratteristiche non si fermano alla finalizzazione, che anzi forse è una qualità che non spicca nel giovane inglese: si fa notare per la corsa, per il suo senso della posizione, per la sua tecnica, apparentemente raffinatissima. Di certo non ripudia il lavoro sporco, e di palle perse ne recupera, con caparbietà. Insomma, un vero centrale a tutto tondo. Ma si ripete, è opportuno: 18 anni.

I tre leoni nei Tre Leoni

Ed eccoci giunti ai tempi odierni. Southgate non poteva di certo non notarlo. Prima chiamata nelle amichevoli rispettivamente contro Brasile prima, Belgio poi. Se contro i Verdeoro Kobbie gioca solo 15 minuti, è contro il Belgio -ricordiamo, 4° nel ranking FIFA- che parte titolare: risultato, MVP della partita. Gioca una partita a tutto tondo, di sostanza e qualità, si prende la standing ovation di Wembley ma soprattutto mette un bellissimo grillo sulla spalla del CT che continuamente sussurra la parola “titolare agli Europei”. Sì, perché in fin dei conti di questo si tratta: di posizionare Mainoo al fianco di Declan Rice, subito dietro Jude Bellingham, allo scopo di dar vita ad uno dei reparti centrali migliori del torneo, per non dire del mondo. Il valore di questi 3 è pauroso: 35 milioni il nostro - ma, con i prezzi di oggi, il Manchester non se ne priverebbe per così poco-, 110 Rice, 180 Bellingham (Cfr. Transfermarkt). Lo schema è quello di ten Hag, 4-2-3-1. Lo sappiamo, Southgate ha un conto aperto con l’Europeo, e forse non ha mai disposto di una squadra più completa e forte di questa: se Mainoo, come ha già spesso dimostrato, rispettasse le aspettative, a Euro2024 ci sarà da divertirsi.
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