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Independiente travolto dallo scandalo pedofilia: alcuni giovani erano costretti a prostituirsi

DaAgenti Anonimi

Pubblicato 24/03/2018 alle 18:17 GMT+1

Dal nostro partner Agenti Anonimi

Club Atlético Independiente

Credit Foto Getty Images

Nella Superliga Argentina l’Independiente è 5° e in piena zona-Libertadores, e nella stessa Copa ha raddrizzato la propria situazione vincendo contro il Millonarios, ma ora il Rojo si ritrova ad affrontare un clamoroso scandalo che ha scosso il calcio argentino e il mondo calcistico in generale. Non è la prima volta che nel calcio compare lo spettro della pedofilia, ma questo caso è destinato a prevaricare ogni fatto accaduto sin qui, perché nasce e si sviluppa all’interno delle inferiores del Rey de Copas e con modalità davvero agghiaccianti.
Il tutto è nato da una denuncia effettuata dallo stesso club, che nella giornata di venerdì ha pubblicato sui propri social un comunicato stampa col quale confermava le indiscrezioni riportate da Olè e da altri quotidiani argentini. È stato proprio Olè a far scoppiare la bomba e a dedicare maggior spazio a una vicenda che ha smosso le coscienze e merita di essere trattata per evitare che si ripetano episodi del genere. Tutto nasce dalla confessione di un giovane della Sexta dell'Independiente (15 anni circa), che dopo essere stato interrogato dallo psicologo del club riguardo ad alcuni atteggiamenti che avevano suscitato i sospetti dell’attento professionista (un plauso allo specialista del Rojo: tutto si è scoperto grazie alla sua analisi/conoscenza dei ragazzi), ha aperto il vaso di Pandora e svelato un sistema tremendo: in quei giorni lui e altri quattro ragazzi erano stati portati via dalla pensione del club e costretti a prostituirsi in un albergo del barrio di Palermo, piena periferia di Avellaneda. Da qui nasce un’indagine interna della società, che arriva a scoprire come siano venti i ragazzi della Sexta e della Septima (dai 14 ai 16 anni, dunque) coinvolti in questo giro di abusi e prostituzione minorile: e così, il club sporge denuncia e fa uscire ufficialmente il caso, schierandosi al fianco delle vittime di queste terribili violenze e non avendo paura di parlare di un tema così delicato.
E quanto viene scoperto in seguito è ancora peggiore e svela un sistema che è stato definito ”il peggiore di sempre”. I ragazzi non venivano costretti a prostituirsi da una persona sconosciuta, ma da qualcuno molto vicino a loro. Stiamo parlando di un altro giocatore delle inferiores, un 19enne che è attualmente infortunato e il cui nome è protetto dal segreto istruttorio (verrà licenziato dal club e arrestato), ma che agiva come un vero e proprio ”pappone” (o, come lo chamavano gli antichi Romani, lenone: do you remember Plauto?): stando agli ultimi dettagli emersi e riportati da Olé, il ragazzo in questione portava fuori dalla pensione del club i ragazzi con la scusa di andare al supermercato, poi li faceva salire sull’auto di uno sconosciuto e insieme a loro viaggiava verso una sorta di casa chiusa nel già citato barrio di Palermo. I giocatori ovviamente, non sapevano a cosa stavano andando incontro e poi venivano chiusi all’interno dell’edificio, dove degli sconosciuti pagavano fino a 40 euro per una prestazione sessuale con dei minorenni non consenzienti: come dicevamo poc’anzi, almeno 20 giocatori dai 14 ai 16 anni hanno subito questo destino crudele. E ora il giocatore 19enne è stato denunciato per facilitazione e organizzazione di un giro di prostituzione e favoreggiamento nell’abuso di minori.
Rischia parecchi anni di galera (meritati), così come rischia grosso il primo nome ”di spicco” coinvolto in questo giro di prostituzione: tra i clienti, infatti, ci sarebbe anche l’arbitro Martin Bustos, tanta gavetta in Primera B e qualche sporadica presenza in Primera Division. E secondo le autorità argentine, altre personalità del mondo dello sport potrebbero entrare nel registro degli indagati in seguito: uno scandalo destinato a cambiare per sempre le sorti del calcio argentino e forse a spingere eventuali altri giocatori a farsi avanti. Uno scandalo che, senza l’attenzione dello psicologo dell’Independiente, non sarebbe mai uscito allo scoperto: i giovani talenti devono ringraziarlo e la società l’ha fatto già attraverso il vicepresidente Montana. Ecco le sue dichiarazioni:
"È un momento difficile per noi e una situazione davvero triste. Le giovanili hanno uno psicologo che lavora costantemente coi ragazzi, più alcuni che si recano due-tre volte a settimana a visitare la pensione: da un certo punto di vista possiamo essere contenti perchè la struttura ha funzionato e un ragazzo si è confidato con lo psicologo, e appena gli ha detto tutto ci siamo mossi e abbiamo fatto denuncia alle autorità competenti che così si sono potute muovere. Rinforzeremo il lavoro dei nostri dottori, perchè stiamo parlando di minori in un’età ”fragile”, e ci sono già dei centri d’assistenza specializzati che si sono fatti avanti con noi per aiutare i ragazzi e accompagnarli in un percorso di recupero: la sicurezza dei ragazzi è la cosa che mi/ci preoccupa maggiormente, perchè il club ha il dovere e l’obbligo morale di formare persone che possano integrarsi nella società, e questo viene prima dei trofei vinti. Speriamo che possano uscirne il prima possibile. Mi chiedo come sia potuto accadere tutto questo, dev’essere successo nei giorni precedenti l’inizio delle lezioni (nel weekend, dunque), quando i ragazzi hanno la serata libera: altrimenti, sono in attività dalle 6 della mattina alle 19 tra allenamenti e lezioni. Inoltre, non potrebbero uscire senza l’autorizzazione dei genitori, che sono in costante contatto con chi gestisce la pensione: senza autorizzazione, non potevano muoversi".
Dichiarazioni che mischiano perplessità e stupore per l’accaduto e l’impegno a rafforzare la struttura delle giovanili. Ora vedremo quali saranno i futuri sviluppi di questa indagine, che ha scosso l’Independiente e il mondo del calcio nel bel mezzo della pausa-nazionali.
(di Marco Corradi, @corradone91)
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