Qualificazioni Euro 2024 - Le 5 verità di Italia-Macedonia del Nord 5-2: Chiesa come Sinner. Jorginho, basta rigori
Pubblicato 18/11/2023 alle 10:10 GMT+1
QUALIFICAZIONI EURO 2024 - Gli azzurri vincono, ma lunedì contro l'Ucraina non potranno permettersi il blackout della prima parte della ripresa. L'attaccante della Juventus è davvero l'uomo in più degli azzurri, l'italo-brasiliano lasci l'incombenza dal dischetto ai compagni.
Italia-Macedonia del Nord - Federico Chiesa festeggia con Jorginho
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L'Italia batte 5-2 la Macedonia del Nord grazie a Darmian, a una doppietta di Chiesa, a Raspadori e a El Shaarawy, venendo spaventata nella ripresa da una doppietta di Atanasov ma riuscendo a portare a casa un successo fondamentale. Lunedì 20, alla BayArena di Leverkusen, la sfida decisiva in Ucraina per il secondo posto finale: basterà un pareggio per andare agli Europei.
Qui di seguito le 5 verità che ci ha lasciato la partita dell'Olimpico.
1) Lunedì questi blackout non potremo permetterceli
Primo tempo di livello, ripresa in deciso calo. Contro la Macedonia del Nord si è ripetuto – con le dovute differenze, di risultato soprattutto – l'andamento della partita persa contro l'Inghilterra un mese fa. E se a Wembley si poteva addirittura prevedere che la brillantezza azzurra non sarebbe durata per tutti i 90 minuti, all'Olimpico la doppietta di Atanasov ha imprevedibilmente fatto rivivere vecchi drammi e vecchi fantasmi. Palermo 2022, naturalmente, con tutto quel che quella disfatta ha rappresentato. Questa volta tutto è fortunatamente andato per il verso giusto, ma resta il fatto che blackout del genere non potremo permetterceli lunedì, nella partita da dentro o fuori contro l'Ucraina. Dove basterà un solo punto, sì, ma quel punto (meglio tre) andrà sudato e guadagnato.
2) Sì, Chiesa è davvero il nostro Sinner: bentornato
“Non è vero che l'Italia non ha un fuoriclasse come Sinner. Non lo abbiamo avuto nelle scorse partite, ma ora è tornato: è Federico Chiesa”. Parole e musica di Luciano Spalletti alla vigilia della partita contro la Macedonia del Nord. Tradotto: Chiesa è il giocatore più importante dell'Italia. Il più bravo di tutti, semplicemente. Quello che può cambiarti il destino con la propria presenza in campo. Quanto ci è mancato, Federico. Quanto è mancato alla Juventus e quanto è mancato all'Italia. Mancavano i suoi uno contro uno, i suoi cambi di passo, le sue fughe sulla fascia, le sue conclusioni in porta. All'Olimpico abbiamo tremato per quel colpo al ginocchio rimediato dopo pochi minuti, poi ci siamo tranquillizzati. Perché è proprio questo l'effetto che fa Chiesa: stai tranquillo, che prima o poi qualcosa di buono ne viene fuori. E infatti: doppietta e prestazione super. Bentornato.
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Federico Chiesa esulta, Italia-Macedonia del Nord
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3) Ora i rigori è meglio farli tirare a qualcun altro
Tre indizi fanno una prova, giusto? Bene: tre calci di rigore sbagliati di fila con la maglia dell'Italia – che diventano quattro con quello della finale di Wembley - pure. Jorginho c'è riuscito: saltello discutibile, destro lento e poco angolato, parata del portiere avversario. Come a Basilea, nel settembre di due anni fa, quando il "nemico" era Sommer. A Roma l'italo-brasiliano, peraltro autore per il resto di una prova convincente, ha sì mostrato personalità, ma anche un'inutile sfrontatezza e una scarsa serenità interiore. Bontà sua che stavolta l'errore dal dischetto non abbia provocato grosse conseguenze, come invece era accaduto dopo i due contro la Svizzera. Spalletti ha rivelato dopo la partita: "Gli ho detto che tirerà anche il prossimo e lui mi ha risposto di sì". Ma la verità è che così tanti errori di fila stroncherebbero l'autostima di chiunque. Adesso è davvero arrivato il momento di cambiare rigorista.
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Jorginho dopo il rigore sbagliato in Italia-Macedonia del Nord
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4) Raspadori ormai è diventato un attaccante puro
Seconda punta, esterno offensivo, trequartista, mezzala, attaccante. Giacomo Raspadori, a soli 23 anni, ha già fatto un po' di tutto. E allora, qual è il ruolo che davvero calza a pennello al giocatore del Napoli? Risposta: quello del nove. Sempre meno falso, sempre più vero. Perché Jack ha ormai imparato le movenze della punta, sa gettarsi nello spazio, fare a sportellate con i centrali avversari, piantare i piedi e le gambe per non farsi spostare, lottare su ogni pallone. E segnare, chiaramente: sia con il proprio club, sia con l'Italia. Non è un centravanti nel vero senso del termine, naturalmente, e quel 10 sulle spalle lo conferma. Ma certe volte, come nella notte romana, non se ne accorge proprio nessuno.
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Raspadori esulta dopo aver segnato in Italia-Macedonia del Nord
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5) Ma come abbiamo fatto a perdere a Palermo?
Chiusura con la Macedonia del Nord. Che sì, nella prima parte della ripresa ci ha spaventati con l'inattesa e clamorosa doppietta di Atanasov, ma nel complesso si è sciolta come neve al burro: troppo fragile difensivamente, tanto da venire sommersa da Chiesa nel primo tempo, la nazionale di Milevski ha trovato due reti nelle sue uniche azioni offensive, venendo peraltro aiutata da una fortunosa deviazione di Acerbi in occasione del 3-2. E allora sorge sempre quel punto interrogativo: ma come diavolo abbiamo fatto a perdere contro i macedoni un anno e mezzo fa? Che poi, per carità, magari saremmo stati estromessi in finale dal Portogallo. O magari in Qatar avremmo fatto la solita figura barbina ai gironi, come nel 2010 e nel 2014. Poco importa: la domanda di fondo resta. E, specialmente vedendo la netta disparità di forze in campo all'Olimpico, non se ne vuole andare.
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Spalletti: "Qualificazione? Io non temo nulla e nemmeno i ragazzi..."
Video credit: Eurosport
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