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Le 5 verità che ci ha lasciato Italia-Svezia

Stefano Silvestri

Pubblicato 14/11/2017 alle 07:22 GMT+1

La mancata qualificazione alla fase finale del Mondiale, 59 anni dopo l'ultima volta, è un'onta paragonabile alla sconfitta contro la Corea del Nord. E adesso, prepariamoci all'Apocalisse, in un contesto in cui mancano i fuoriclasse ma il talento più fulgido rimane in panchina per 90 minuti: una delle invenzioni di Ventura, non l'unica.

Florenzi - Italy-Sweden - FIFA 2018 World Cup Playoff - LaPresse

Credit Foto LaPresse

È un'onta paragonabile alla Corea

Da Pak Doo-Ik a Jakob Johansson. Dalla Corea del Nord, che ci estromise dai Mondiali inglesi del 1966 scrivendo la pagina più nera del nostro calcio, alla Svezia. L'onta del mancato approdo alla fase finale del Mondiale russo, per la prima volta dal lontanissimo 1958, richiama alla memoria la tragedia (sportiva) vissuta a Middlesbrough 51 anni fa. Nemmeno spulciare gli almanacchi, aggrapparsi ai ricorsi storici e ricordarsi che quell'Italia, in fondo, due anni più tardi avrebbe vinto l'Europeo tra le fiaccole di Roma può alzare il livello dell'ottimismo.

Prepariamoci all'Apocalisse

"La mancata qualificazione ai Mondiali sarebbe un'Apocalisse", proclamava il presidente della FIGC Carlo Tavecchio. Prepariamoci, dunque. È l'Apocalisse di una macchia difficilmente cancellabile a breve. L'Apocalisse di un movimento arretrato, pieno zeppo di problemi da anni e capace di collezionare figuracce in serie, da Johannesburg a Milano passando per Natal. L'Apocalisse di un rinnovamento che passa per gli addii di senatori come Buffon, Barzagli e De Rossi, i tre reduci della magica notte di Berlino. Auguri, Italia.

Non abbiamo giocatori decisivi

Tanta volontà, tanto spirito, tanti assalti alla diligenza svedese, ma scarsa, scarsissima efficacia al momento di compiere scelte determinanti per l'andamento della gara. Tutto si può dire tranne che l'Italia non ci abbia provato, nei 90 minuti di San Siro, ma è sempre mancato lo spunto decisivo, il guizzo vincente, il lampo che spezzasse in due una gara incartatasi su se stessa. Quello di un elemento superiore alla media. E ciò porta a un dato di fatto confermato dagli zero gol in 180 minuti alla Svezia, ma ovvio e risaputo: in questo momento, il movimento calcistico italiano non ha un fuoriclasse che sia uno. Qualcuno potrà diventarlo, ma attualmente nessuno può essere definito tale. Uno, anzi, c'è: ma ha 39 anni e da oggi non indossa più la maglia azzurra. Drammatico.
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Italia-Svezia, Buffon in lacrime a San Siro

Credit Foto Getty Images

Follia snobbare Insigne

Non abbiamo fuoriclasse, si diceva. Nemmeno Lorenzo Insigne lo è. Non al livello di chi vestiva la maglia azzurra in epoche passate, perlomeno. Senza tralasciare il fatto che in nazionale l'attaccante del Napoli non ha mai reso come nel club. Però è il talento più puro e fulgido che il calcio italiano abbia espresso negli ultimi anni. E contro la Svezia, tra andata e ritorno, è sceso in campo appena 14 minuti più recupero: quelli di Solna, peraltro in un ruolo non suo. Mentre il ritorno di San Siro, gara da dentro o fuori in cui sarebbe servita una capacità superiore di giocare palla a terra e sfruttare gli uno contro uno con gli armadi svedesi, il napoletano se l'è visto interamente dalla panchina. Un lusso che una squadra così povera di elementi di qualità non si può permettere. La domanda è: perché? Un interrogativo che non ha una risposta.

Ventura, quante invenzioni...

Si chiude nella maniera peggiore possibile l'era di Giampiero Ventura. Una delle più tragiche, sportivamente parlando, della gloriosa storia della nazionale azzurra. Niente colpo di coda e anzi, le solite contestazioni a unaa visione e interpretazione rivedibili della gara. Perché Gabbiadini ripescato? Perché ancora lo spento 3-5-2 di Solna? Perché Florenzi mezzala, lui che alla Roma fa il terzino o al massimo l'esterno offensivo? Altri interrogativi senza risposta. L'Italia ha un potenziale basso rispetto a tante versioni azzurre del passato, ma la sensazione netta è che quel potenziale non sia stato sfruttato dal ct nella sua interezza.
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