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Non è e non sarà mai Pirlo, ma Marco Verratti è la luce della Nazionale verso il 2018

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Pubblicato 25/03/2017 alle 15:51 GMT+1

Il centrocampista classe 1992 è l'emblema del presente azzurro, il giocatore che meglio incarna la ricerca dell'equilibrio tra passato e futuro data dal ricambio generazionale. Tra i tanti dubbi abbiamo una certezza: il nostro numero 10, faro dell'Italia nel cammino che porta a Russia 2018.

Marco Verratti, Italia-Albania, qualificazioni Mondiali 2018

Credit Foto LaPresse

L’Italia calcistica è nel limbo di un ricambio generazionale che presenta la solidità dei veterani (la BBB in difesa più De Rossi) e la freschezza delle nuove leve (a partire da Belotti, Immobile e Insigne). In mezzo, non solo metaforicamente, c’è Marco Verratti. L’emblema dell’equilibrio, di quel ponte da trovare tra passato e futuro, è il centrocampista classe 1992, il nostro presente.

Non chiamatelo Pirlo e nemmeno Xavi

È un esercizio inutile cercare di appiccicargli addosso etichette o avventurarsi in paragoni: non è Pirlo e non è nemmeno Xavi, della cui potenziale eredità lo ha insignito l'Illusionista Iniesta, ma può diventare altrettanto importante considerata la sua unicità nello scacchiere azzurro. Se, infatti, i top club d’Europa se lo contenderanno a suon di milioni, la carta d’identità per fortuna recita Italia e le origini abruzzesi restano per lui motivo d’orgoglio. A Pescara, d’altronde, è iniziata la scalata in quella magica stagione 2011-2012 che è valsa la Serie A insieme a Immobile e Insigne, oggi compagni con un azzurro ancor più scintillante sulla pelle. Verratti, che non ha mai nascosto di voler ricalcare le orme di Del Piero, ha conquistato la Serie A qualche metro più indietro, ma non l’ha mai assaggiata perché il destino l’ha convocato altrove: Parigi è stato il luogo della consacrazione grazie a quel mix di qualità e personalità che l’ha reso in tempi brevi protagonista e perno della mediana del PSG.

Il nostro numero 10

Nella zona nevralgica è "indispensabile" per la Nazionale, come ha sottolineato nel post gara di Palermo Giampiero Ventura. Senza incantare, ha confermato di poter ispirare i compagni e accendere improvvisamente la partita con la naturalezza di chi fa sembrare facili le cose difficili, materia cara ai campioni. Tocchi vellutati, lanci, ma anche contrasti decisi e un effetto calamita testimoniato dai dati: il gioco, al Barbera, è quasi sempre passato dai piedi del padrone del centrocampo. I margini di miglioramento ci sono ancora, ci mancherebbe. Per raggiungere la completezza Verratti deve avere lo stesso atteggiamento mostrato sul 2-0, quando incitava i compagni a non fermarsi nella ricerca del terzo e di altri gol. L’Italia che verrà(tti) è attesa il prossimo 2 settembre dalla trasferta spagnola che assegnerà il primo posto nel girone: sappiamo quanto vale, sappiamo che non sarà facile, ma sappiamo anche che tra i tanti dubbi c’è una certezza. Abbiamo trovato il nostro numero 10.
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